1993 marzo 31 Fonderò il nuovo partito nel Veneto

1993 marzo 31 – Fonderò il nuovo partito nel Veneto

Alle ultime elezioni presidenziali ha votato il 56% degli americani e Clinton è stato eletto con il 42%
dei consensi. Ma a nessuno verrebbe in mente di asserire che negli Stati Uniti la democrazia sia una
“truffa” e che il Presidente non sia rappresentativo.
In Francia, l’assenteismo ha toccato il 30% e lo spostamento di un paio di milioni di voti ha
determinato la svolta radicale dal centro-sinistra al centro-destra. Nella realtà italiana, è come se il
Partito Socialista avesse potuto determinare da solo la vittoria assoluta di uno schieramento
progressista o moderato a seconda della sua scelta di campo.
Il sistema uninominale favorisce l’alternanza tra governo e opposizione anche con modesta variazioni
di voto, proprio perché esalta la stabilità di governo senza mitizzare la rappresentanza. Ma nessuno
può ragionevolmente sostenere che i francesi si siano “truffati” da soli.
Saggista, accademico di Francia, biografo di Wojtyla, André Frossard ha ricordato agli smemorati
che in Germani a la Repubblica di Weimar – sul cui sfacelo andò al potere il nazismo – morì grazie
alla proporzionale. Frossard ha aggiunto: “la proporzionale è la legge dell’egoismo, riflette una
concezione perversa della democrazia. Come se fosse una torta da dividere”.
La torta. Possiamo non vedere che a questo ha portato la spartizione patologicamente proporzionale
del potere, l’idea che i partiti siano in percentuale i padroni dell’economia, della burocrazia, dello
Stato?
Tutti si chiedono con angoscia che fare, ma da qualcosa si dovrà pur cominciare. Perciò è
fondamentale il “Sì” del 18 aprile, come precondizione per ripudiare questi partiti e rassodare il
consenso degli italiani attorno ad aggregazioni fino ad oggi sconosciute. Sarà impossibile governare
l’economia senza il salto di qualità politico.
La scelta di Rosy Bindi, dettata dalla forza della disperazione, è coraggiosa perché vince almeno la
paralisi continuando a garantire al Veneto il primato del laboratorio, dalla Lega ai referendum, dalla
Rete al dissenso di cattolici fino alla rivolta di intere categorie, vedi i 500 mila addetti dell’artigianato,
contro
partito.
Se aspetta Martinazzoli, Rosy Bindi sta fresca! Che la sua Dc si sciolga e diventi un’altra cosa proprio
qui, nel Veneto bianco e leghista, è epilogo da consegnare alla storia. Che punti a diventare partito
regionale, prefigura anche la fine del centralismo politico. Premessa questa della fine dello Stato
negatore delle autonomie.

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