1993 marzo 30 Nessuno ritorna all’ovile

1993 marzo 30 – Nessuno ritorna all’ovile

Mario Segni non aveva più alternativa. Ha concluso con coerenza tre anni di cammino.
Già da un pezzo non stava più in questa Dc; ieri non ha fatto altro che ratificare ciò che molti si
attendevano da lui. Scegliendo lo strappo, si dirige in mare aperto ma qualche rischio è migliore
dell’aspettativa. Oggi i giorni corrono come ore, lasciando ai margini chi si attarda nel tentativo di
aggiustare i cocci.
Quello che Segni ha vissuto come un travaglio politico non da poco, è stato definito da Martinazzoli
“tormentone”. Un tono sprezzante, che la dice lunga sulla vitalità di un partito oramai incapace di
guardarsi allo specchio.
Dalla Dc sono fuggiti prima Orlando, poi Segni. Alla Dc ha strappato larghe fette di consenso la Lega.
Il partito dei cattolici non gode più della loro unità, nonostante i pressanti appelli dei vescovi fino al
5 aprile. Anzi, l’uscita di Segni accende un ulteriore imbarazzo nella gerarchia che non a caso evoca
ora la crisi più grave del dopoguerra.
E’questo il nervo scoperto del mondo cattolico, con particolare sensibilità a Nordest dove il
volontariato, l’impegno referendario, il ricambio attraverso la Lega e il radicalismo riformista della
Rete, hanno polverizzato un’intera cultura dorotea. Che non riguarda una corrente della Dc, ma tutta
la Dc, anzi la fine della politica nel nome della corruzione del potere che ha reso tutti fratelli siamesi,
socialisti e dc, berniniani e fracanzaniani. Tutti dorotei honoris causa.
Se anche non fosse corrotto, questo ceto politico dovrebbe ritirarsi perché stupido, impunito, sicuro
di poter campare sull’anticomunismo persino dopo la caduta del muro di Berlino. Sembrano passati
secoli eppure è ancora ieri quando i leader dc, Veneto compreso, definivano quelli dati alla Lega “voti
in libera uscita”, pronti a tornare docilmente all’ovile. La storia correva accanto, e loro si
contendevano nei congressi tessere di un ex-partito.
A Nordest, nel Veneto, forse la Dc ha un’ultima via di fuga: rendersi autonoma come in Baviera,
rompere tutto per ripristinare l’anima popolare, solidaristica, cristiana di fatto non di nome. Quando
è troppo tardi per rifare gli stucchi, non resta che gettare nuove fondamenta.
I giovani applaudono Di Pietro…