1993 maggio 4 Perché oggi cambiamo

1993 maggio 4 – Perché oggi cambiamo

C’è del nuovo sul “Gazzettino” di oggi. I testi sono distribuiti su 8 colonne anziché sulle 9 tradizionali;
si rinnova anche la grafica. Un po’ come cambiare vestito.
Nelle intenzioni puntiamo a un giornale più ordinario dunque meglio leggibile. Anche nella scelta dei
titoli e dei caratteri l’obiettivo è la prima pagina più compatta.
Un taglio più moderno, nella speranza di non infrangere troppe abitudini dei lettori e di suscitare anzi
il loro consenso. Semmai accompagnato da osservazioni, consigli, rilievi.
Negli ultimi dieci anni, il “Gazzettino” ha cambiato tutto a cominciare dall’editore. Un lungo
incessante cammino tecnologico che ha accompagnato la totale trasformazione di linea politica.
Ricordiamo quell’agosto del 1984 quando abbandonando per sempre la tipografia a piombo
adottammo la videocomposizione: il computer relegava tra i ferri vecchi le linotype. Oggi ne
conserviamo una soltanto all’ingresso del giornale, vero e proprio cimelio che suscita la curiosità
delle migliaia di ragazzi che ogni anno visitano il nostro stabilimento.
Ricordiamo, nell’aprile del 1985, la stampa in doppio fascicolo: il primo riservato alle notizie di
carattere generale; il secondo alle edizioni locali, per rimarcare il ruolo forte delle provincie del
Veneto e del Friuli. Belluno, Padova, Pordenone, Rovigo, Treviso, Udine, Venezia, Verona e
Vicenza.
L’anno scorso, la videoimpaginazione, un’altra tappa di tecnologia avanzata. E tre mesi fa esatti la
riduzione del formato – qualche centimetro –per rendere il giornale più maneggevole. Con le
innovazioni di oggi, saremo impegnati per qualche tempo nella messa a punto, consapevoli di un
lavoro anche faticoso ma di una grande opportunità verso i nostri oltre 900 mila lettori.
Mai quanto adesso è in gioco la qualità dell’informazione, sotto la spinta di un Paese in eccezionale
fermento civile, che trova le donne sempre più protagoniste e che chiama all’appello della politica
milioni di giovani. C’è stato un momento in Italia in cui gran parte dell’informazione faceva un
tutt’uno con il Palazzo del potere. E una fase, fino a qualche mese fa!, in cui quel potere dominavano
cinque telegiornali su sei. Non è più così, e il giornalismo ha ripreso ruolo di opinione pubblica
trascinando, loro malgrado, anche ritardatari, compromessi e pieghevoli.
In fondo sarebbe poco coerente che il “Gazzettino”, da anni radicalmente riformista, non rinnovasse
senza soste anche il suo…aspetto.