1993 maggio 23 Falcone un anno
1993 maggio 23 – Falcone un anno
Oggi, un anno dopo. Una storia che continua, non un anniversario.
Il  modo  più  utile  di  raccontare  Giovanni  Falcone  consiste  nel  perpetuare  la  sua  razionalità.  E’più
facile mobilitarsi su un’emozione che incidere sui meccanismi e sulle leggi della burocrazia.
Falcone spiegava nel 1991: “L’organizzazione attuale degli uffici giudiziari non facilita l’opera dei
magistrati  inquirenti.  I  quali  peraltro  sono  costretti  a  misurarsi  con  un’organizzazione  mafiosa  da
tempo saldamente inserita nelle strutture di potere”.
La macchina degli uffici, la macchina dello Stato. Vecchio, infeudato, anonimo.
Che da un lato facilita l’infiltrazione illegale, dall’altro funziona poco e male mettendo a repentaglio
il  fondamento  stesso  di  equità.  “La  rivolta  fiscale  –  ha  per  esempio  scritto  il  professor  Luciano
Cafagna nel suo ultimo saggio – può assumere le forme non solo di una protesta per il carico fiscale,
ma anche di una frattura sociale”.
Stiamo vivendo la rivoluzione della politica. Lo sarà fino in fondo soltanto se metterà drasticamente
mano ai meccanismi che riducono lo Stato a istituzione contro. Contro il cittadino.
Chinnici, Falcone, Borsellino, che cosa è stato il pool dei magistrati di Palermo se non l’efficienza
personale che rompe la complicità della macchina? Quel lavoro coordinato, di gruppo, che cancella
riti e paludi perché a nemico super-organizzato ci si oppone organizzando lo Stato.
Forse non a caso, un altro pool ha dato la risposta più puntuale a Tangentopoli. Il pool di mani pulite
a Milano, computerizzato, specializzato nei reati contro la pubblica amministrazione. Una squadra
molto  motivata  coperta  al  100%  dal  procuratore  capo  Borrelli,  che  ha  già  formalmente  chiesto  al
Consiglio superiore della magistratura un rinforzo di altri otto sostituti procuratori.
Se vuoi battere il crimine, non rispettare alcun santuario, né politico né bancario. Falcone andava oltre
le  apparenze,  cercava  le  ultime  tracce,  soprattutto  lungo  gli  inesplorati  sentieri  del  riciclaggio  di
denaro.
Una lezione anche questa che è servita a Mani Pulite. Se vuoi bonificare la vita pubblica, aggiorna
gli strumenti di investigazione, perché l’illegalità è molto più veloce dello Stato nell’utilizzare i canali
finanziari.  Dalla  Loggia  P2  alla  mafia,  dalle  tangenti  ai  patrimoni  occulti,  le  cronache  italiane
conducono sempre in banca. Preferibilmente in Svizzera e Austria.
Oggi, un anno dopo Falcone. Quante cose sono successe dalla scorsa primavera, fra quelle due date:
il 5 aprile e il 23 maggio.
Il 5 aprile l’Italia fa capire al regime la sua imminente fine. Il 23 maggio l’Italia finalmente capisce
cosa significhi lasciare soli gli uomini migliori.
Non  serve  confondere  fenomeni  anche  molto  diversi,  ma  vitae  morte  di  Giovanni  Falcone
rappresentano il verbale di un Paese che oggi scommette tutto sul coraggio degli uomini e sullo Stato.
Gli uomini ci sono, nel vecchio e nel nuovo, più numerosi di quanto comunemente si pensi.