1993 aprile 15 Ma c’è un buon progresso

1993 aprile 15 – Ma c’è un buon progresso

I partiti sono in bolletta, non c’è più una lira in cassa.
Prima che si sgretolasse il Muro di Berlino, l’Italia era strategica per i due blocchi. L’America aiutava
i partiti anti-comunisti; l’Urss copriva di rubli il Pci. Quest’ultimo, il più poderoso apparato in
Occidente, lucrava anche sugli scambi con l’Unione Sovietica.
Mani pulite ha ora prosciugato il fiume delle tangenti. Dc e Psi le avevano trasformate in economia
parallela, ma il filone delle cooperative rosse dimostrerà che la spartizione – dei lavori e degli utili se
non delle tangenti – riguardava anche l’opposizione di sinistra.
Inquisiti gli appalti pubblici, tutto un ceto parassitario cresciuto come la gramigna sulla partitocrazia,
è piombato in crisi di liquidità. Si sono svuotati persino i ristoranti e i taxi!
Vizzini ha dichiarato la bancarotta finanziaria del Psdi. Benvenuto deve vedersela con un buco di 180
miliardi del Psi. Al presidente socialista, senatore Gino Giugni, politico perbene, è stato chiesto come
sia possibile un deficit di quella portata: “Faccio un esempio, – ha risposto – l’abitudine diffusa tra i
dirigenti del Psi di servirsi di aerei presi a nolo. Anche quando sulla stessa rotta erano disponibili voli
di linea”.
Oltre a rubare, un’intera casta di potere se l’è goduta per anni. Alla grande: conti all’estero, immobili
intestati a prestanome, campagne elettorali miliardarie, comfort. Più di quanto si potesse umanamente
sospettare.
Per la prima volta, oggi la propaganda di ben otto referendum popolari si è svolta in modo spartano,
a bassi costi, quasi tutta autofinanziata come ha insegnato Pannella. Vi par poco?