1993 aprile 10 La vera sanzione

1993 aprile 10 – La vera sanzione

Ma qui si vuole processare un’intera classe di potere, protestano scandalizzati gli orfani del sistema.
Ebbene sì, esattamente questo è l’auspicio degli italiani.
Ma questa diventa giustizia sommaria, incalzano. Dimenticando che l’avviso di garanzia ha preso
impeto colpevolista per un fatto molto elementare: indaga su una prassi illuminata a giorno, non più
su un ragionevole dubbio. Sommaria è semmai la corruzione, non la giustizia.
Ci ha detto l’economista Romano Prodi: “Mi impressiona che i politici finiscano dentro assieme ai
direttori generali”. Proprio così, hanno fatto un tutt’uno degli affari loro e del nostro Stato.
Menzogne, menzogne e ancora menzogne. Ricevono gli avvisi e guardano le telecamere come se
avessero incontrato per strada un marziano. I portaborse raccontano, loro zitti, magari dopo aver fatto
trasportare montagne di documenti dagli uffici personali a quelli del Senato o della Camera, al riparo
dalla tante immunità.
E’vero, le tangenti stanno venendo a noia, ma sarebbe un imperdonabile errore scivolare verso
l’indifferenza. Le storie di Forlani, Sbardella, Prandini sembrano intonaci di un rudere; in realtà
anticipano il futuro, aiutano a capire dove e come adoperare il bisturi.
Contro il terrorismo, i magistrati suggeriscono allo Stato la decisiva legge sui pentiti. Oggi tutto è
cambiato, e i magistrati consegnano il loro lavoro non più a questo Stato e a questo sistema, ma alla
legge.
Gli applausi a Di Pietro slargano il cuore eppure non servono a nulla. La sanzione vera o sarà
elettorale o non sarà, ben sapendo che la sanzione massima consiste nel rivoluzionare regole e uomini.
Il più bel no al sistema oggi è un sì al 18 aprile