1992 maggio 29 Qualcuno forse si illude

1992 maggio 29 – Qualcuno forse si illude

Da Cossiga a Scalfaro. Nonostante dissensi veementi e scuole di pensiero divergenti, i due Presidenti
si legano. Vediamo come.
Cossiga è un cattolico liberale, Scalfaro un cattolico integrale. Ma entrambi riconoscono la piena
laicità dello Stato. Nel suo messaggio Scalfaro ha sottolineato: “Io, certo ultimo, esco dalla scuola di
Sturzo e di De Gasperi che nella fedeltà alle loro convinzioni religiose ebbero dello Stato la limpida
concezione laica che si esprime nel rispetto assoluto della Costituzione”.
Questo Parlamento è in parte frutto di Cossiga. Cioè delle picconate alla partitocrazia, della
legittimazione data alla protesta, della contestazione dall’alto al sistema e persino alla sua ex dc. Se
aggiungiamo la botta della preferenza unica, attraverso il referendum voluto da Mario Segni e difeso
dal Capo dello Stato dallo scippo tentato dal Palazzo, l’influenza di Cossiga sul rinnovamento del
50% degli eletti in questo Parlamento appare non trascurabile.
Non solo. L’attentato di Cossiga alla Costituzione lo sognò soltanto l’eterno ragazzo del Pds,
Occhetto, assieme a vecchi residuati bellici della cultura comunista: in realtà le forzature di Cossiga
non riguardavano la Costituzione in sé ma l’attentato alla partitocrazia – questo sì devastante – a
spirito e lettera della Costituzione.
Però, attenzione. Nemmeno Scalfaro, scomodo quanto Cossiga, ha l’aria di difendere questo sistema
e di essere l’opposto o il contrario di Cossiga come si illudono in troppi. Nell’elencare i “grandi
problemi” italiani, ieri Scalfaro ha posto per primo la riforma istituzionale per secondo la riforma
elettorale! E ha spiegato: “Tutti i partiti, da tempo, unanimemente, sostengono la necessità delle
riforme istituzionali. Ora non è più consentito adattarsi in disquisizioni anche eleganti, ma altrettanto
inconcludenti”. Ha poi rivolto un fermo invito a nominare una commissione bicamerale per una
“globale e organica revisione della carta costituzionale”.
Cossiga aveva picconato il Parlamento, Scalfaro lo responsabilizza: gli stili sono antitetici, il fine
identico. Presidenti costituzionalmente dai poteri deboli, mettono a nudo i doveri del potere
legislativo.
Ma ha ragione Scalfaro; finché non ci saranno regole nuove, vanno rispettate al cento per cento quelle
in vigore nella Carta del 1948.
Finché…