1992 maggio 4 Come se niente fosse

1992 maggio 4 – Come se niente fosse

Non illudiamoci. Lavorando con scrupolo e senza spirito di crociata, i buoni magistrati possono fare
moltissimo nonostante un codice molto esigente nel pretendere prove e riscontri oggettivi. Ma on
possono da soli guarire il sistema, né pizzicare tutti i ladri, né bonificare il matrimonio tra politica e
affarismo. Il loro intervento funziona da detonatore o da miccia; la carica dirompente può venire
soltanto dalla società nel suo complesso, con l’ausilio degli spezzoni di partito e dei politici ancora al
riparo dalla corruttela.
La questione morale è politica e giudiziaria allo stesso tempo. Esclude zone franche, compresa la
scelta dei successori di Cossiga e Andreotti al Quirinale e a Palazzo Chigi.
Curiosamente c’è chi – tra gli altri Gianni De Michelis – sostiene al contrario che la fogna di Milano
non deve ripercuotersi politicamente su alcuno, tantomeno su Craxi, perché si tratterebbe di faccende
di segno diverso, da tenere assolutamente separate. Come dire che, nel momento in cui i magistrati
svelano il pianificato, sistematico intreccio fra tangenti e politica ai livelli più alti, la partitocrazia
sarebbe legittimata a continuare per la sua strada, patteggiando sulle massime istituzioni come se
niente fosse accaduto. In questo, Dc o Psi o Pds continuano ad assomigliarsi come fratelli siamesi.
Invece, va tenuto tutto saldamente unito. Fare cioè della questione morale la bandiera del Quirinale e
il programma del nuovo governo, quale premessa delle riforme. In attesa che altri giudici riescano a
raccogliere abbastanza prove per fare gli spazzini della Repubblica, non c’è più un minuto da perdere
per gli altri “uomini dei partiti”, e ieri Carlo Maria Martini, il gesuita arcivescovo di Milano, ha
duramente richiamato alla responsabilità.
O cambiano loro o li cambierà la gente. Senza la minima nostalgia.