1992 aprile 4 – Le quattro domande

1992 aprile 4 – Le quattro domande

La cronaca rivolge domande alla coscienza. L’inchiostro della buona informazione è il dubbio.
Prima domanda. Due terroristi di Gheddafi mandano in brandelli centinaia di passeggeri di un aereo
civile. La comunità internazionale esige quei due per processarli, anche se – in base al diritto vigente
– nessun Paese è tenuto a consegnare propri cittadini, Italia compresa, e per quanto odioso possa
essere il crimine.
Mentre l’Onu e gli Stati Uniti, ultima potenza imperiale, tentano d’imporre un nuovo ordine e leggi
globali, Gheddafi potrebbe commettere l’errore di rifiutare un compromesso. A quel punto, sarebbe
giusto che l’embargo diventasse blocco, il blocco rappresaglia militare aggiungendo ai 270 innocenti
dell’attentato del 1988 a Lockerbie altre centinaia o migliaia di innocenti nel 1992 a Tripoli?
Seconda domanda. Dopo 25 anni senza esecuzioni capitali, lo Stato della California sta per far entrare
nella camera a gas un omicida, a 13 anni dall’assassinio di due ragazzi. Del condannato le agenzie
almeno raccontano: “Il bambino era nato afflitto da alcolismo fetale ereditato da quello cronico dei
genitori; prematuro perché al settimo mese il padre prese a calci la madre; per anni esposto ad un
clima di violenza, percosse, incesto”. Se la pietà non riesce a fermare almeno la camera a gas, quale
giustizia, quale vita, potranno uscirne restaurate?
Terza domanda. Valentina di Alcamo era nata senza cervello, come “nata morta”, con le ore, i
pochissimi giorni contati. Avendo ottenuto il consenso dei genitori, i medici avrebbero potuto farla
morire al momento tecnicamente giusto per farla rivivere attraverso i suoi reni, polmoni e fegato in
altri corpicini in attesa di trapianto.
Il magistrato ha detto no perché oggi nessuna legge dichiara morto un vivo, sia pure senza cervello.
In Valentina si sono incrociati la tenerezza, il senso del futuro, il rispetto per la vita anche più
indicibile, la solidarietà del dono, l’irrazionalità della speranza, l’utile e il mistero: chi può giudicare
chi?
Quarta domanda. Le persone oneste, la trasparenza, la protesta, il rancore, la corruzione, i valori, la
riforma, la politica di servizio, le tangenti, l’ingiustizia, i grandi ladri, il denaro sporco, certa finanza
imbiancata più dei sepolcri. Che cos’è stato il 5 aprile se non un grande giorno etico?
Finchè terrà duro il coraggio di porsi queste domande, né crisi né sfascio avranno futuro.
Forse, stiamo crescendo come il bosco: con un incredibile fruscio.