1992 aprile 7 – Hanno vinto la protesta e il cambiamento

1992 aprile 7 – Hanno vinto la protesta e il cambiamento

Hanno vinto la protesta e il cambiamento; hanno perso il quadripartito e in particolare la Dc, per aver
promesso riforme mai realizzate. Una punizione storica, soprattutto a Nord e nel Nordest.
Le Leghe ottengono un successo strepitoso nelle aree più europee, di grande sviluppo, come la
Lombardia e il Veneto, da Milano a Vicenza a Udine. Nella Lombardia di primaria tradizione
industriale; nel Nordest il cui modello diffuso fa cardine sulla piccola e media impresa; dove più alto
è il rifiuto dell’economia parassitaria e clientelare dell’”altra Italia”, sentita come l’incarnazione fisica
del deficit pubblico. Hanno votato per le Leghe non marziani, ma ex fedeli elettori soprattutto della
Dc e del Psi; se non si capisce questo nemmeno la frammentazione insegnerà incredibilmente
qualcosa ai vecchi apparati.
La protesta è di due tipi. Quella essenzialmente qualunquista, populista, separatista e anti-romana.
Quella più sofisticata dei non pochi che hanno giudicato il voto alla Lega come l’arma – per quanto
occasionale – in grado di impaurire il vecchio sistema, spingendolo al cambiamento; lo stesso
meccanismo del referendum del 9 giugno a favore del sì. Non importava il mezzo, ma il fine.
Il Pri ha fatto il miglior risultato del dopoguerra, forse non il migliore oggi possibile. Perché
l’opposizione di La Malfa ha pagato tre limiti: troppo frettolosa, troppo radicale, occasionalmente
avviata da un episodio (il cambio al ministero delle Poste) di pretto stampo partitocratico.
L’onda lunga del Psi resta un mito nonostante la resa del Pci. Craxi ha sbagliato grosso: poteva
presentarsi come il grande aggregatore di una sinistra fortemente riformista; ha preferito fare la
controfigura di Forlani, trasformando le elezioni in un referendum pro o contro lo screditato
quadripartito.
Stupisce lo stupore di molti di fronte al risultato. Veniamo da anni di cattivo governo, di immobilismo,
di esasperazione del cittadino medio di fronte agli stessi cronici problemi. Chi, come noi, incalzava
la partitocrazia per indurla a reagire, veniva bollato da sfascista. Ma lo sfascio, la protesta, la sfiducia
li ha coltivati proprio il sistema con un puntiglio che non si sa se più cieco o autolesionista.