1991 novembre 10 Presidente prenda coraggio

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 10/11/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: DEMOCRAZIA CRISTIANA – PARTITO, POLITICA INTERNA
Persone: COSSIGA FRANCESCO – POLITICO
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: PRESIDENTE PRENDA CORAGGIO
di Giorgio Lago
Per sapere come verranno utilizzati i sei mesi che ci separano dalle elezioni politiche, basta prendere
l’esempio di Brescia a un paio di settimane dal voto amministrativo provocato da una faida
democristiana. Il consiglio d’amministrazione dell’Anas, presieduto dal doroteo bresciano e ministro
dei Lavori Pubblici Gianni Prandini, ha deliberato giovedì scorso lo stanziamento di 98 miliardi per
tangenziali, bretelle e trafori nell’area di Brescia. Persino chi giudica utili gli interventi non ha potuto
non denunciare la mancanza di stile e la spregiudicatezza preelettorale che si perpetuano anche nei
momenti di massimo richiamo al rigore. Il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Riboldi, che da 33
anni sfida il crimine organizzato in Sicilia e in Campania, ha sostenuto l’altra sera a Mestre che bisogna
a tutti i costi salvare la Politica dal Potere nel senso che mai come oggi il cittadino deve impegnarsi
nella prima per non consegnarsi mani e piedi al secondo. Ha anche ricordato gli anni in cui diede
ripetutamente e clamorosamente del ladro all’allora ministro socialista Giacomo Mancini senza mai
ricevere nemmeno uno sputo di querela. E quando nel 1978 consegnò un dossier su appalti truffaldini
per cento miliardi, un giudice sconsolato lo congedò spiegandogli che in tempi di terrorismo c’era ben
altro cui pensare. A forza di reali emergenze o di priorità fasulle, questo Paese si è via via consegnato
al puro e semplice esercizio del potere. Tanto da non esprimere più un ceto politico in grado di
percepire l’allarme che viene dalla società e dall’economia. Macché scala mobile! È lo stesso tessuto
delle piccole e medie imprese, a cominciare proprio dal Nordest, che fa grande fatica a tenere la
concorrenza in Europa quando lo stesso Stato, invece di funzionare da propulsore, rappresenta un
pauroso costo aggiuntivo con i disservizi, gli sprechi, l’indecisionismo e il fiume di denaro pubblico
che alimenta gli appalti politici, pappa reale per la corruzione e la mafia. Di fronte alla paralisi delle
riforme e del Parlamento, Cossiga ha minacciato in questi giorni sia di dimettersi che di scogliere le
Camere. Noi ci auguriamo che, nel rispetto della Costituzione, il Capo dello Stato trovi davvero il
coraggio di infliggere un trauma salutare accelerando la resa dei conti. Il tempo sta lavorando per lo
sfascio, non per il cambiamento.
novembre 1991