1991 maggio 1 “Nella Dc qualcuno no mi ama” Cossiga

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 01/05/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: DEMOCRAZIA CRISTIANA – PARTITO, PRESIDENTE REPUBBLICA
Persone: COSSIGA FRANCESCO – POLITICO, GAVA ANTONIO – POLITICO
Didascalia:
Descrizione:
Titolo: “NELLA DC QUALCUNO NO MI AMA…” Cossiga “stupefatto” per l’intervista di Gava
a un giornale definito “avversario” del Presidente
di Giorgio Lago

Il nuovo dizionario Hazon Garzanti definisce il termine lobby: «gruppi di interessi, gruppo di
pressione»; alla stessa voce, il dizionario Le Monnier precisa: «gruppo di persone che sono in grado di
influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore e le decisioni dei governanti riguardo a
determinati problemi soprattutto economici o finanziari». Da tempo, in comunicati e interventi
soprattutto radiotelevisivi, il Capo dello Stato presenta ogni critica come campagna avversa o congiura
o complotto architettati prevalentemente da quella che lui chiama «lobby editorialepoliticofinanziaria».
Nomi e cognomi, finanzieri, politici, testate, giornalisti, insomma l’organigramma della lobby, restano
sempre generici. Come generica rimane la definizione di «partito trasversale» in uso nei telegiornali più
servili. Per alcuni rilievi mossi al Quirinale, la Dc e De Mita sono stati bruscamente redarguiti da
Cossiga. Anche il presidente della Dc fa parte della lobby? Il capogruppo della Dc alla Camera, Gava,
ha negato complotti del suo partito contro Cossiga, ma l’ha fatto attraverso un’intervista al quotidiano
«La Repubblica», provocando la «stupefatta meraviglia» di Cossiga per aver parlato con il giornale
che, peraltro senza menzionarlo, il Capo dello Stato definisce «l’organo principale di quella lobby».
Anche Gava è stato arruolato nel gruppo di pressione? Se così fosse, da De Mita a Gava l’intera Dc
avrebbe ritrovato nella lobby una insperata unità… Ma non è certo tempo di battute di spirito. In
rapida successione, il Capo dello Stato ha messo al bando Pds, Pri, Dc, riservando un pubblico elogio a
Psi, Psdi, Pli. Il fantasma della lobby viene utilizzato, per dividere o condizionare, nel luogo
istituzionalmente chiamato a una funzione al di sopra delle parti nel nome dell’unità nazionale. In un
Paese che soffoca di partitocrazia, il Quirinale alimenta di fatto la trama dei partiti, delle ombre e del
potere. Con un risultato drammatico in democrazia: sotto accusa resta soltanto il diritto di critica.
Anche le opinioni sono una lobby?
maggio 1991