1991 giugno 16 L’inutile strage

Testata: GAZZETTINO
Edizione: PG
Pagina: 1
Data: 16/06/1991
Autore: Giorgio Lago
Tipo:
Argomento: IRAQ
Persone:
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Descrizione:
Titolo: L’INUTILE STRAGE
di Giorgio Lago

Alle ore 6 italiane del 16 gennaio, giusto cinque mesi fa, un bombardamento di 18mila tonnellate di
esplosivo diede il via alla guerra del Golfo. Durò 42 giorni con un mai documentato bilancio di circa
100mila morti. “Sono già stati seppelliti, non si può più contarli”, confessò onestamente il generale
Schwarzkopf. La catena televisiva statunitense ABC precisa ora che 40mila bambini sono deceduti per
mancanza di medicinale e di sussistenza; si prevede che più del doppio farà la stessa fine nei prossimi
mesi in Iraq. La guerra è la guerra, si sa, anche se una sofisticata campagna di disinformazione e di
occultamento accreditò il mito della “precisione chirurgica” applicata alla tecnologia. Una “guerra con
il profilattico”, come la definisce il filosofo francese Jean Baudrillard in un saggio (anticipato l’altro ieri
dalla “Stampa”) che mette a nudo il meccanismo della rimozione di massa: “Del dramma reale, della
guerra reale, – scrive – non abbiamo più né il gusto né il bisogno. Ciò di cui abbiamo bisogno è il sapore
afrodisiaco della moltiplicazione del falso, dell’allucinazione della violenza, e di avere di ogni cosa il
godimento allucinogeno, che è anche il godimento, come nella droga, della nostra indifferenza e della
nostra irresponsabilità.” Sono trascorsi cinque mesi da quel primo fuoco d’artificio nel cielo di Bagdad.
Sembra oramai passata un’eternità, e che cosa ne è rimasto? Le sfilate dell’America finalmente
liberatasi del fantasma del Vietnam, le parate dei soldati inglesi sponsorizzate della Coca Cola, le
penne d’oro consegnate ai giornalisti italiani inviati nel Golfo. Ma la pace e la guerra, la pietà, la
coscienza, l’avventura senza ritorno, soprattutto le speranze? Tutto archiviato, quasi come non
accaduto. Ha ragione Furio Colombo quando avverte che sarebbe ingeneroso non riconoscere oggi i
grandi sforzi di pace degli Stati Uniti in Medio Oriente, ma i viaggi di Baker non hanno spostato il
macigno che impedisce il dialogo tra Israele e i palestinesi. Per paradosso della storia, Saddam Hussein
resiste sconfitto al potere. I curdi e gli sciiti hanno pagato le illusioni dell’Occidente a prezzi biblici. Il
Kuwait ha ritrovato i suoi sceicchi, nemmeno un briciolo di democrazia. E Bush, per tentare di
liquidare Saddam, si è dovuto alleare con il siriano Assad, terrorista, torturatore, assassino sistematico
come ampiamente documentato da Amnesty international. Quella del golfo si era trasformata in una

guerra inevitabile, perché a gennaio tutti erano ormai prigionieri dell’ingranaggio preparato da mesi, da
anni. Quando Gorbaciov provò in extremis a bloccare la tempesta, 100mila marines erano già
segretamente in movimento: nessuno poté fermare l’ora X perché era già scoccata. Cinque mesi dopo,
la guerra ineluttabile è diventata anche inutile. Abbiamo ricuperato i pozzi del Kuwait, non ancora la
pace giusta.
giugno 1991