1989 gennaio 29 Mondiale da pezzenti

1989 gennaio 29 – Mondiale da pezzenti

Benito Mussolini di questi problemi non ne aveva. Quando, nel 1934, toccò per la prima volta all’Italia
di organizzare il campionato del mondo di calcio, il Duce diede personalmente il via ai lavori dello Stadio
di Roma, beninteso «Nazionale». La federazione era affidata a un generale fascista; i giocatori azzurri
entravano in campo con il saluto romano; gli italiani confidavano nelle «Immancabili vittorie». Nessun
Paese in Europa aveva tanti stadi quanti noi: il loro destino littorio era assicurato. Oggi, si cerca
l’immagine non la propaganda; si parla di infrastrutture, non di progetti di regime. Il calcio non ha più i
mutandoni a ginocchio in una società provinciale; è uno spettacolo della Mondovisione: se si fermano i
cameramen, salta il fatturato e vanno tutti a casa. Con i suoi 37 milioni di potenziali teleguardoni, il calcio
passa anche per il più retorico dei simboli del Bel Paese. Nemmeno gli allarmi del Fondo Monetario o le
bacchettate della Corte dei Conti suscitano in noi lo stesso sgomento di una sconfitta con i «ridolini»
della Corea del Nord; neppure l’Oscar della lira o il quarto posto tra le potenze industriali provocò il neo-
patriottismo della vittoria al mondiale di Spagna nel 1982. Quel giorno, anche le prime pagine dei
quotidiani politici assomigliavano a bandiere; i più scafati intellettuali vergavano elzeviri tricolori. Non
contano gli impegni ufficiali dei Governi, da Craxi a Goria a De Mita. Gli appalti chiamano le tangenti,
le ristrutturazioni la speculazione, le ruspe l’improvvisazione: non riuscendo dunque a garantire
condizioni di correttezza e di efficienza, si finisce per affrontare male e tardi opere necessarie anche dopo
l’orgia di calcio, e cioè comunicazioni, telematica, metrò, ampliamenti aeroportuali, stradali e ferroviari,
oltre agli interventi turistici. La candidatura a ospitare il Mondiale 90 fu preparata negli anni Settanta e
fu ottenuta il 19 maggio 1984: tutto si potrà dire, non che eravamo impreparati e che ignoravamo di che
cosa si trattasse. Unico Paese assieme al Brasile ad aver vinto per tre volte il campionato del mondo di
calcio, l’anno prossimo l’Italia rischia di presentarsi con le gru negli stadi e con servizi da sagra paesana.
Il bello è che non esiste più un solo italiano in circolazione che non cominci il discorso partendo
dall’Europa del 1992…

29 gennaio 1989