1988 settembre 4 Discutiamo anche di questo

1988 settembre 04 – Discutiamo anche di questo

Il nostro è un Paese secolarizzato, pragmatico e laico, che allo Stato chiede servizi più efficienti e al
Governo di spendere per produrre non di elargire senza controllo. «Il governo più perfetto – sintetizzava
Montesquieu – è quello che va al suo scopo con meno spese».
Ma è anche un Paese straordinariamente astratto, dove tutti siamo un po’ filosofi e/o chierici, abilissimi
nel mescolare potere e infinito, Dio e politica, partiti e vangelo, preti e giunte comunali, effimero e
storia. Nessuno ci batte: nel mondo della comunicazione, riusciamo a far comunicare tutto con tutti,
senza limiti di tempo e di spazio. La nostra cultura è circolare, ritorna sempre su se stessa.
Cristo tiene la prima pagina come notizia di giornata. Tra una discoteca e l’altra De Michelis liquida
Marx. Il teologo on. Piccoli censura il vescovo di Vicenza che non vede apparizioni ad ogni angolo. I
volti dell’estate giungono remoti come Lefebvre, Stalin, Togliatti, la vedova Bucharin. Per Craxi il
Diavolo è gesuita; per Comunione e Liberazione De Mita dovrebbe redimere più che governare.
Forse, sotto la disinvolta vernice, emerge qualcosa di più serio. La fame di significati, il vuoto dei post-
valori, l’inquietudine del benessere, la cattiva coscienza di una società che si consuma troppo in fretta.
Sensazioni tutte queste che riabilitano in qualche modo dibattiti anche sgangherati e svelano
probabilmente un bisogno autentico. Tanto più autentico quanto più inconsapevole.
Saper pensare in grande e persino una buona dose di astrazione possono diventare molto utili nel
momento in cui governare non consiste nell’asfaltare ma in scelte di fondo per decidere che cosa
vogliamo sia l’Italia. Un Paese industrializzato preso a calci in mezzo mondo con le sue scorie furtive o
un Paese in grado di dominare la crescita? Un Paese che dall’inizio del secolo ha cambiato tre volte le
Istituzioni senza rinnovare lo Stato o un Paese che si aggiorna sull’Europa? Un Paese che esalta
l’autonomia regionale o un Paese che consente in nome dell’autonomia di intimidire Cossiga e di
svillaneggiare gli alpini? Un Paese in cui si fa politica o si appaltano alleanze?
Tra Scorsese e Marx, discutiamo anche di questo.
settembre 1988