1988 febbraio 18 La sua verità

1988 febbraio 18 – La sua verità

Con Calvi impiccato e Sindona decaffeinato, l’Italia dei misteri era tenuta a prendere ogni precauzione
possibile, anche a costo di sceneggiare il meglio del genere 007: controfigure, treni furtivi, depistaggi,
auto blindate, agenti speciali a decine, un bunker per la venerabile custodia. Se le apparenze contano,
Licio Gelli è stato trattato come uno che sa.
I pentiti hanno aiutato a piegare il terrorismo; Buscetta è servito a svelare l’ultimo livello della mafia.
Gelli non è né pentito né un dissociato: allude. I suoi memoriali sono sempre stati scritti per essere letti
in controluce, cifrario dell’Italia che pasticcia affari e politica, massoneria e finanza, potere e giornali,
ricatti e millantato credito. Quella repubblica delle banane dove i grand’uomini si rivelano piccoli
piccoli e dove i furbi possono aspirare persino al rango di Machiavelli.
Le correnti di pensiero sono due. La Loggia P2 era una società di mediazione, intenta soltanto a far
soldi. Oppure, un club al quale il denaro serviva soprattutto per inquinare la vita politica. Nell’uno
come nell’altro caso, si tratta di una strada da perlustrare fino in fondo anche se in troppi hanno tentato
di ridurla a senso vietato.
Ma tutto ci si potrà attendere da Gelli, tranne la chiarezza. Per un maestro di segreti, sarà ancora un
gioco da ragazzi tenere in ostaggio la verità. E l’Italia che archivia i fondi neri ringrazierà il fratello.
febbraio 1988