1987 aprile 19 Momento di svolta

1987 aprile 19 – Momento di svolta
La «giornata della speranza» offre quest’anno un’occasione tutta particolare
MONDO: la linea-Gorbaciov apre una nuova fase nella ricerca della pace
ITALIA: la crisi obbliga il costume politico a cambiare i suoi metodi
Momento di svolta nel mondo: non una pia illusione, ma nemmeno un cinico inganno. In ciò
precisamente consiste l’effetto-Gorbaciov sulla pace.
L’Urss è una dittatura, la dittatura del partito unico e, sul partito, la dittatura di una oligarchia. Chi
guarda le cose con occhio sincero, senza piegarle allo spirito di parte, sa benissimo che il sistema
sovietico resta oggi come ieri leninista, illiberale, burocratico, ostile al pluralismo e alla democrazia.
Non dimentica inoltre che i diritti umani languono nei lager, nonostante la liberazione di Sacharov. Che
per gli ebrei l’esodo dall’Urss risulta più che mai difficile, nonostante casi privilegiati. Che 120 mila
soldati sovietici occupano l’Afghanistan, nonostante il ritiro di qualche reggimento. Che l’Urss è
l’Urss, il comunismo reale, storicizzato.
La persistenza del sistema, se da un lato consiglia la massima cautela, dall’altro permette di vedere in
Gorbaciov una realistica speranza. Gorbaciov è un comunista sovietico, non un socialista europeo;
nasce dal sistema e si muove all’interno del sistema senza l’intenzione di rivoluzionarlo. Se
rivoluzionaria appare ai nostri occhi la sua linea, lo si deve soltanto al fatto che il suo riformismo si
applica al sistema più conservatore dei nostri tempi, parte cioè da zero. Ma Gorbaciov è un innovatore,
non un baro.
Con tutte le inevitabili contraddizioni, sta dando ossigeno a un potere mummificato, chiuso su se
stesso, pericoloso perché statico. Sul disarmo Gorbaciov precisa proposte tanto nuove da disorientare
gli Usa e l’Europa. Concede all’interno margini d’informazione tanto inediti da trasformare gli stessi
sovietici. Se non una rottura del sistema, rappresenta la rottura con il passato anche nella concezione
dell’Impero, dove si consuma il paradosso dei «Paesi fratelli» che – guidati secondo lo schema della
Nomenklatura sovietica – guardano a Gorbaciov come a un mezzo revisionista.
Giovedì a Mosca, al congresso dei giovani comunisti, Gorbaciov ha detto che gli avversari delle
riforme si trovano «nel comitato centrale, nel governo, nei ministeri, nelle regioni e nei collettivi dei
lavoratori». Ha aggiunto che «gli ostacoli non nascono da soli». Nessuno meglio di un innovatore
comunista conosce le incognite del mestiere: Nagy fu fatto fuori, Kruscev e Dubcek se la cavarono con
il pre-pensionamento.
Con Gorbaciov, rischiamo meno noi di Gorbaciov.

aprile 1987