1986 luglio 27 A termine il governo, non le idee

1986 luglio 27 – A termine il governo, non le idee

Nell’esplorare i dintorni della crisi, Fanfani si fece carico di «individuare gli ostacoli persistenti».
Quando gli toccò la mediazione a fondo perduto, Andreotti chiese che «gli altri avessero pazienza». Il
giorno dell’incarico, Craxi si mostrò prudente quanto Fanfani e Andreotti: «Devo riordinare le idee e le
mie carte», confessò.
Ora gli «ostacoli» sono palesi, con la certezza che si trattava di quelli di sempre, a lunga conservazione.
La «pazienza» è stata esercitata, per un mese, soprattutto da parte degli italiani. Le «carte» stanno per
essere ridistribuite: non resta che giocarle.
Se nasce, il governo porta il bollino di durata appiccicato addosso, e in nessuno è in grado di precisare
oggi che cosa deciderà a marzo il congresso socialista. Né esiste una Magna Carta del pentapartito dalla
quale risultino garantiti alternanza di guida e strategia di programmi.
La crisi ha risolto la crisi e basta, ma il nostro paese offre così numerose istanze – oltre che «grandi
scadenze» – da consentire un buon lavoro anche a chi governi a termine o, meglio, con il testimone già
in pugno. Alla stabilità instabile conviene fare il calcolo, almeno fino a quando nuovi, consistenti passi
del partito comunista non sbloccheranno la «democrazia bloccata».
Nel riordinare le idee del suo breve bis, Craxi sa che un governo può qualificarsi anche per soli impulsi,
attraverso ciò che almeno riesce ad avviare a soluzione. Viviamo ogni giorno lo scontro tra le leggi
dello sviluppo e l’ossidazione degli apparati; il post-industriale convive con la pre-democrazia come se
sotto molti aspetti il cittadino fosse ancora suddito. La gente non capisce la crisi, ma s’indigna per
tutt’altro: rendersi conto di questo, significa impegnarsi sul reale, fino al crepuscolo ______ sotto riga
tagliata.
Si rivelerà infatti uno sviluppo di giornata, se la società non otterrà risposte tempestive su temi sempre
più prepotentemente alla coscienza della pubblica opinione. La tutela della salute dai mille
inquinamenti, la difesa dell’ambiente, l’equità nei tributi, l’efficienza della scuola, la modernizzazione
del sevizio militare, la rapidità della giustizia, la dignità della pena, l’intervento sulle «nuove povertà»,
l’assistenza agli anziani e l’investimento sul lavoro dei giovani, la burocrazia come servizio.
Una crisi di governo, per quanto maldestra, la si regge; l’azione a termine sulle urgenze, no. Craxi & De
Mita non s’illudano.
luglio 1986