1985 gennaio 15 Importiamo troppi cadeveri

1985 gennaio 15 – Importiamo troppi cadaveri
«Nessuno è indipendente. Può essere umiliante ammetterlo, ma è la realtà, e vale anche per la Gran
Bretagna». Lo ha dichiarato a «Panorama» Denis Mack Smith, studioso inglese di cose italiane.
Il giudizio non fa una piega, anzi sarebbe da stupire al contrario. In un mondo che da Yalta in poi si è
dato un equilibrio a blocchi, basato su «patti» e «alleanze» politico-militari dalla cui equipotenza
dipende addirittura la pace o meglio la non-guerra, parlare di indipendenza con enfasi da Risorgimento
risulta fuori del tempo, a volte patetico, spesso strumentale. L’indipendenza vagheggiata coincide
stranamente con la distanza da prendere all’interno di un’alleanza liberamente scelta dal Parlamento.
Il doveroso realismo non esclude la preoccupazione per un fenomeno che sta ampiamente superando i
livelli di guardia: il terrorismo di riporto. Un killer aggio sistematico tra bande d’ogni bandiera che
sceglie l’Italia quale terra privilegiata del regolamento di conti internazionali evidentemente perché
esiste o si ritiene che esista, nei fatti se non nelle intenzioni, una clausola di favore. Anche l’ultimo di
una lunga catena di delitti e attentati dimostra quanto in Italia sia facile darsi una base, un transito,
colpire e svignarsela o rintanarsi per un po’ in letargo.
E’ anche dall’analisi di fatti come questi che l’ipotesi di una pista internazionale sui massacri della
nostra Repubblica galleggia come un incubo. E’ anche per questo che la «pista bulgara» dell’attentato
al Papa resta tuttora un groviglio poco esplorato. In un Paese dove i traffici di armi e droga hanno un
fatturato più alto di quello della Fiat, persino lo scomposto attacco di Formica ai servizi segreti trova
movente.
Per essere indipendenti, importiamo troppi cadaveri.

gennaio 1985