1984 Aprile 17 Non ha vinto la Juve, ha perso la Roma

1984 Aprile 17 – Non ha vinto la Juve, ha perso la Roma

Ma perché la Roma ha perso lo scudetto ? Semplice, perché lo sta vincendo la Juve. Potrei chiudere la
questione qui e chi s’è visto s’è visto, in fondo uno scudetto alla Juve non fa nemmeno notizia. E’ la regola.
Il fatto è che ciò che oggi appare naturale, tale non era lo scorso autunno, per un sacco di buone ragioni.
Ricordo che in quel periodo Alfredo Pigna mi chiese alla Domenica Sportiva: ma allora questa Roma ha già
ucciso il campionato ?
Sono fino in fondo sincero: risposi no; aggiunsi che per riprendersi lo scudetto la Juve avrebbe dovuto
migliorarsi di molto; ma sotto sotto pensavo quanto non dichiarai. E cioè che la Roma avrebbe fatto il bis
nonostante le distrazioni della sua prima Coppa dei Campioni.
Fidandomi troppo della razionalità del calcio, mi sembrava che la Roma avesse tutto per ripetersi; si era
liberata dall’ossessione del primo scudetto del dopoguerra; aveva più esperienza; inseriva un nuovo
campione di peso tecnico-dinamico, la “pantera rosa” Cerezo. L’avvio del campionato, con la Roma
nettamente più in palla della Juve, pareva darmi molto presto ragione.
Dopodichè, ei fu. Liedholm non ha potuto che assistere, in una girandola di formazioni, al
ridimensionamento della sua squadra. Che restava geometrica, che accontentava i puristi, che possedeva
gli schemi come prima ma che segnava meno, viaggiava troppo lentamente e pativa improvvise fibrillazioni.
Nonostante una Juve normale, mezza beatificata da Michel Platini, la Roma è finita ineluttabilmente a luci
spente: senza i gol su punizione di Di Bartolomei, senza il calcestruzzo di Vierchowod in difesa, con Falcao e
Conti in debito di qualcosa con lo standard 1983. Così la Roma ha avuto a disposizione un solo unico giorno
per rigiocarsi lo scudetto, domenica scorsa.
Che la Juve rinunciasse all’estetica badando allo 0-0, era prevedibile; che non potesse divertire avendo in
campo l’ombra del vero Platiniera scontato. Che la Roma si preparasse alla “partita che vale un
“campionato”con tanta timidezza tattica, è parso strano, strano come tutto il campionato di Liedholm, il
“maestro” ieri premiato con il Seminatore d’Oro.
Sia pure con il senno di poi, la Roma anti-Juve aveva più terzini che in Scozia contro il Dundee! In coppa
Pruzzo era assistito da Chierico; contro la Juve, Chierico e Di Bartolomei stavano in panchina o in tribuna
mentre Maldera galleggiava con la fatidicissima maglia numero 10 in spazi abbastanza labirintici per lui.
Orfani di scudetto, sbigottiti da Liedholm, i giornali romani hanno definito “strana” la formazione di
domenica.
E’ tutta una stranezza questa Roma, perché fu sopravvalutata o perché ha reso meno di quanto potesse?
Ieri, trovandomi con i colleghi della giuria del premio seminatore, ho girato la domanda a cinque di loro,
cinque che la Roma ce l’hanno sulla punta delle dite e , forse del cuore.
Perché la Roma ha perso lo scudetto ?Ezio De Cesari (Corriere sport) parla come una lapide allusiva:
“Ancelotti, Iorio, Vierchowod” mi ha scritto di pugno su un foglietto. Ancelotti infortunato. Iorio ceduto al
Verona. Vierchowod restituito forzatamente alla Sampdoria: per De Cesari, è la Roma-che-manca ad aver
perso, l’”altra” Roma era più forte.
Giuseppe Presutti (Il Tempo) aggiunge qualcosa :” Il pesantissimo impegno su più fronti, con una partenza
necessariamente a razzo, per superare i primi turni della Coppa dei campioni: la mancanza di Vierchowod,
l’infortunio di Ancelotti. “ Tutto vero, però non sembra bastare: tra Coppa e Campionato la Roma ha
segnato una sola volta nelle ultime quattro partite, perdipiù su rigore. Ma si può?
La risposta di Giorgio Tosatti (Corriere sport) è articolata : Cerezo e alcuni dei nuovi acquisti non si sono
inseriti tatticamente, facendo rimpiangere Iorio, Prohaska e Vierchowod. La mancanza di uno stopper vero
ha costretto Di Bartolomei a un gioco diverso obbligando la Roma a rinunciare al suo punto di forza: il
doppio regista. Falcao e Di Bartolomei appunto. A tutto ciò aggiungerei l’infortunio ad Ancelotti e non
trascurerei le eccessive inquietudini societarie legati ai problemi di Liedholm e di Viola.”
Il che inserisce un elemento nuovo, l’atmosfera , probabilmente una delle chiavi per capire certe
incongruenze.
Mario Pennacchia (redazione romana della “Gazzetta”) la vede in tre punti:

1)”come pregiudiziale, la perdita di Ancelotti e Vierchowod. E poi Vincenzi non è bravo quanto Iorio”;
2)”senza quei giocatori la Roma ha perduto quanto aveva razionale e di automatico senza riuscire a
compensarlo con la fantasia di Cerezo”;
3) “per presunzione, la Roma si è sentita tanto forte da poter assorbire qualsiasi problema di assestamento.
Un atteggiamento che l’ha tradita”.
Qui affiora il vizio goliardico, la scarsa abitudine a vincere, cioè il contrario della Juve, mostro di
concentrazione; figlia della catena di montaggio Fiat ho concluso con Gianni Melidoni (Il
Messaggero),asciutto e…triveneto nell’analisi. State a sentire : “La Roma ci ha rimesso lo scudetto perchè
ha perduto a cinque minuti dalla fine le partite di Udine e Verona”.
Come dire che una squadra da scudetto non può lasciarsi sorprendere con tanta sventatezza, tantomeno in
contropiede come a Udine, nemmeno se a infierire in rete il memorabile destro fu non Pincopallino ma tale
Zico. Dal Referendum a fior di pelle che ho raccolto a Roma, ne esce un unanime riscontro: nessuno dei
cinque interpellati ha mai nominato la Juve.
Sui perché le tesi si differenziano, sul tema di fondo no: è la Roma ad aver perso lo scudetto, non la Juve ad
averlo prenotato. Parola di Roma.