1983 settembre 20 Questa Udinese ha solo un difetto

1983 settembre 20 – Questa Udinese ha solo un difetto!

È un udinese che fa impressione, per il pubblico, per Zico e per l’originalità tattica. Non so dove
voglia arrivare Enzo Ferrari, il tecnico più bohémien della serie A, ma viene il sospetto che il suo
ideale sia rappresentato da una squadra priva di difensori. O, meglio, una squadra dove i difensori
non sono che attaccanti arretrati.

Che Ferrari ami il gioco come iniziativa più che come controllo non è una novità: anche a costo di
rischiare nel passato qualcosa più del necessario, ha sempre cercato schemi aggressivi. Veneto un
po’ guascone com’è, estroverso da sesto grado superiore sempre influenzato dai suoi ricordi di
attaccante-jolly, Ferrari vede la porta altrui prima della propria. È una questione di mentalità, forse
di globuli rossi.

L’Udinese 1983-84 nasce dentro questo istinto, che preesisteva a Zico e che in Zico ha trovato
l’infinita stesura. Sia a Genova che con il Catania, l’Udinese si è presentata con una formazione
tecnicissima, dove la copertura diventa il risultato di una trama di buoni piazzamenti più che la
somma di specialistiche marcature. La razza dei terzini e degli stopper sembra a Udine pressoché in
estinzione: sono ridotti al minimo indispensabile e, è un timore, persino a meno.

Non avendo trovato uno stopper giovane, bravo e di prezzo ragionevole, l’Udinese ha tenuto
Cattaneo che è almeno in grado di rimediare a limiti di agilità e di piede con il temperamento, la
potenza e una simpatica gagliardia interiore. Ma, dopo 8 gol e 4 punti in due partite, sia Cattaneo
che il terzino Pancheri sono in panchina. Ferrari ha optato per una difesa movimentista, con un solo
vero marcatore, Galparoli, terzino-stopper cui la non eccelsa statura toglie volo sul gioco alto. Il
resto è un’udinese tutta a trazione anteriore, con l’allergia al freno.

Se proprio deve, tesser marca, però resta sempre un terzino di slancio, con quella sua ragionata
azione a sostegno. Tesser ha il numero 3, e val la pena di leggere di filato, uno dietro l’altro, il 4, il
5 e il 6: sono rispettivamente Gerolin Edinho e Miano! Un mediano di accelerazione (Gerolin); un
libero che si diverte soprattutto a farsi coprire durante le reiterate incursioni offensive (Edinho), una
mezzala di caviglia dolcissima (Miano). Insomma, già da Tesser fino a Miano, è un’Udinese
capovolta che va matta per il dribbling, altro che tackle.

Su questa base lavora l’altra mezza Udinese che, stagna in Marchetti, gioca a valzer nell’ordine:
Zico, Causio, Mauro, Virdis. L’effetto generale è una squadra che manovra e triangola, sempre a
una velocità sostenuta perché l’accensione viene dai Gerolin-Miano-Mauro, tutti giovani che non
hanno paura di spremersi e, anzi, ignorano tutt’ora l’arte del surplace, quella in cui è una maestro
Zico. A trent’anni compiuti, plurimarcato e in fase di adattamento psicomotorio, Zico non spreca
uno scatto che sia uno: non che si risparmi, ma evita il superfluo, galleggiando nei dintorni dell’area
avversaria come un minaccioso incubo. A volte, sembra uscire dal nulla.

Questa Udinese d’offesa può correre gravi rischi in difesa, come ha ripetutamente dimostrato anche
il Catania. Sempre pronta a distendersi, tende a scoprire gli unici addetti a chiudere, cioè i Galparoli
e Tesser, più di una volta in apprensione con Cantarutti e Luvanor.

Nonostante il primo posto in classifica e Zico capocannoniere, l’Udinese ha ancora una zona
d’ombra, a nostro parere decisiva quanto Zico nel decidere la classifica finale. È un pericolo, per
ora appena accennato, che l’Udinese avvertirà più in casa che in trasferta: soprattutto in casa si
rischia infatti di essere risucchiati in avanti e di pagare la mancanza di un potente marcatore alle
spalle.

Il problema non è nemmeno di cambiare formazione; piuttosto di equilibrare di più gli spazi e di
controllare qualche impulso, magari evitando di tentare la tattica del fuorigioco quando si sta in
mucchio sul filo del rasoio. Prendersela poi con il guardalinee sarebbe puerile.

A Udine è nata una Grande: se ha un difetto, è di divertire a ogni costo.