1982 maggio 10 La morte di Villeneuve

1982 maggio 10 – La morte di Villeneuve
Il grande coraggio ha ucciso Gilles un asso che voleva sempre vincere
Il tragico incidente nelle prove a Zolder

ZOLDER – Tragico incidente in formula uno e nuovo lutto per l’automobilismo
sportivo. Il pilota canadese della Ferrari Gilles Villeneuve, feritosi gravemente nel
corso delle prove ufficiali del Gran premio del Belgio di formula uno nel circuito di
Zolder, è morto durante la serata di sabato, alle 21 e 12 locali, nella clinica Saint-
Raphael di Louvain dove era stato trasportato dopo l’incidente.
Nuvolari morì nel proprio letto, Gilles Villeneuve non ce l’ha fatta. È morto scagliato
lontano come un disintegrato bullone della macchina che aveva scelto per sfidare
sport, circuiti e vita. È morto di colpo per somma di sfide, dando della sua fine una
rappresentazione quasi dannunziana, di chi «abbaia alla morte» senza temerla.
Villeneuve è stato epicamente coerente. Ha sempre rischiato per vincere e correva
soltanto per vincere, tanto che la sua morte ha l’aria di un appuntamento prenotato. Lo
scavezzacollo della formula uno il suo destino l’ha violentemente scelto. Per almeno
tre volte era stato un superstite: non è riuscito a ripetere il miracolo.
Aveva un viso chiaro Villeneuve, portava nello sguardo acque e boschi del suo
Canadà. Era il pilota dei ragazzi e dei giovani perché al suo volante leggevano tutti i
loro no ai calcoli, alle prudenze, all’affidabilità, al risparmio di sé. Persino alcuni suoi
celebri sfasci ne accrebbero la leggenda, una voluttà al limite, la sublimazione del
pericolo.
Villeneuve è morto disarcionato dalla macchina, forse perché era il pilota meno
prigioniero d’essa. Chiuso dentro l’efferato assemblaggio di tecnologia, Villeneuve era
il pilota che più custodiva tra le mani l’antico gusto della guida. È morto anche perché
era il più umano dei piloti nel più tecnologico degli sport.
«Non ci unisce l’amore ma lo spavento», avrebbe scritto Jorge Luis Borges di
Villeneuve e della sua Ferrari. È morto scagliato lontano, accoccolato a una rete
metallica, con la sola compagnia di un boato e di uno schianto. Mentre schegge e
frantumi toccavano terra, milioni di ragazzi piangevano il suo viso chiaro, la sua vita
d’acceleratore.
Gilles Villeneuve ha salutato volando. È sempre stato un meraviglioso uomo no-stop.