1982 giugno 8 La prima volta di Rossi e Conti assieme

1982 giugno 8 – La prima volta di Rossi e Conti assieme
In Portogallo Bearzot prova la squadra anti-Polonia – Causio in panchina e…

(Tv 1, ore 19,15)

ITALIA

Zoff (1)
Gentile (6)
Cabrini (4)
Marini (11)
Collovati (5)
Scirea (7)
Conti (16)
Tardelli (14)
Rossi (20)
Antognoni (9)
Graziani (19)

In panchina: Bordon (12), Baresi (2), Bergomi (3), Vierchowod (8), Dossena (10),
Oriali (13), Causio (15), Massaro (17), Altobelli (18), Selvaggi (21), Galli (22).

Dall’inviato
VIGO – Si va oggi a Braga, nel nord del Portogallo, dove Bearzot proverà la squadra
anti-Polonia, partita d’avvio del Mundial azzurro, prevista fra sette giorni, alle 17.15
qui a Vigo. Quello di oggi è l’ultimo vero collaudo. Entra Conti al posto di Causio;
tutto il resto è uguale a Ginevra, con Graziani naturalmente, non Altobelli.
Braga dista da Vigo un centinaio abbondante di chilometri, è una delle prima cinque
città portoghesi. Il Braga si è piazzato sesto in campionato e, anche se ha perso la
finale di Coppa del Portogallo per 1-0 con il Benfica, parteciperà alla prossima Coppa
delle Coppe europea. Ha tre giocatori in Nazionale e un centravanti che ci sa fare.
É una buona squadra che, a dire il vero, sarebbe stata l’ideale per sperimentare l’Italia
anti-Perù più che l’Italia anti-Polonia. É infatti una squadra tecnica, abile nei
triangoli, palleggiata, assai più vicina alle trame sudamericane che al vigore polacco.
«Il Braga fa un gioco peruviano», ha ammesso lo stesso Bearzot, con palese
riferimento al secondo avversario degli azzurri al Mundial.
Dopo Parigi, Lipsia e Ginevra, Braga è il quarto test in trasferta. Nei tre precedenti
l’Italia ha preso quattro gol facendone uno soltanto, un cross destro di Gentile e volée
sinistra di Cabrini: un gol tutto confezionato da terzini. Il Braga non è una Nazionale
ma è una squadra di club che, se non troverà opposizione in un minimo di gioco,
potrà creare qualche vituperio ai nostri, anche perché gli italiani sono negati a dare
molto in amichevole. Sono privi di istinto da amateurs; se non hanno qualcosa di
concreto da raggiungere, sbiadiscono l’impegno.
Braga resterà nell’annuario della Nazionale per una nuova circostanza: sarà la prima
volta in assoluto che giocheranno insieme Paolo Rossi e Bruno Conti. Entrambi
giungono all’appuntamento abbastanza forzati sul piano fisico.
Rossi ha sofferto pizzichi di sciatalgia alla gamba destra; Conti avverte indurimenti
muscolari a entrambe le gambe. Dopo i due anni di squalifica, Rossi deve a tutti i
costi ricuperare tono. Conti è stato per tre settimane alle prese con il ginocchio
sinistro. L’amichevole di Braga servirà soprattutto a loro due, in particolare a Rossi

che da tre giorni si allena per precauzione su ritmi assai smorti.
É la prima volta di Rossi – Conti, coppia interessante in zona-gol. Rossi è uno che
vede la porta a occhi chiusi; ha un destro molto preciso; possiede scatto e tempo.
Conti sa colpire al volo con naturalezza; può risolvere di sinistro dai 16-20 metri. La
squalifica di Rossi ha impedito finora di saggiare l’efficacia del loro fraseggio, al
quale provvedono con doti di grande agilità, legata al baricentro basso di entrambi
oltre che alla furbizia di Rossi e all’impeto di Conti.
Sia al Genoa che alla Roma, Conti ha avuto a che fare in pratica con un solo
centravanti: Pruzzo, il cui numero migliore è il colpo di testa, in genere smorzato. Con
Rossi il gioco di Conti cambierà: un gioco più a terra, meno alto. Ciò che Rossi va
appunto cercando, essendogli venuto a mancare il celebre uno-due con Bettega.
Pur con tutte le differenza del caso, soltanto Conti potrà nei triangoli travestirsi da…
Bettega. Non lo può fare Graziani; né Antognoni ha il pregio di modulare il pur
pregevole tocco. Il suo servizio è limpido, ma a guardar bene la battuta gli esce
sempre sonora, sia che debba porgerla a 5, a 10 o a 30 metri. Sugli spazi stretti i piedi
buoni sono i più prensili, vedi Rossi, Bettega, Causio, Conti. Il tocco di Antognoni è
diverso; ha sempre qualcosa di perentorio, non so se per rifilare al pallone un’aspra
carezza o un dolce ceffone.
Pagando 9000 dollari, la televisione italiana ha ottenuto di trasmettere la partita di
oggi, cosicché l’amichevole acquista presso i giocatori un sapore più intenso, ma non
più gradito. «Andrà a finire – ha scrollato la testa Causio – che daremo in diretta
anche gli allenamenti!».
Con troppi occhi addosso, le ripercussioni si moltiplicano in un ritiro di impietosa
monotonia, dove la noia riceve di tanto in tanto un sussulto dalla mera ipotesi che
Daniele Massaro giochi nientepopodimeno che il secondo tempo da mediano a Braga!
Dai miei ricordi messicani estraggo le barricate d’allora per Mazzola o Rivera,
concludendo che il calcio italiano non è in crisi di spettacolo, ma di palato. Marini o
Massaro? Questo è il problema. Mancando le «grandi emozioni», come le chiamava
Gigi Peronace in Argentina, ci si fa bizantini con «il rischio di perdersi nel labirinti
dei particolari», come ammoniva Vittorio Pozzo.