1982 giugno 30 Chi avrebbe mai osato sperarlo? Italia

1982 giugno 30 – Chi avrebbe mai osato sperarlo? ITALIA!
Battuta con i gol di due difensori (Tardelli e Cabrini) l’Argentina campione del mondo

Italia – Argentina
2 – 1
MARCATORI: 56′ Tardelli, 67′ Cabrini, 83′ Passarella.
ITALIA: Zoff, Gentile, Oriali (Marini dal 75′), Collovati, Scirea, Conti, Tardelli,
Rossi (Altobelli dall’80’), Antognoni, Graziani.
ARGENTINA: Fillol, Olguin, Galvan, Passarella, Tarantini, Ardiles, Gallego,
Maradona, Bertoni, Diaz (Calderon dal 58′), Kempes (Valencia dal 58′).
ARBITRO: Rainea (Romania).
ANGOLI: 3-1 per l’Argentina.
NOTE: ammoniti: Rossi e Gentile per proteste, Kempes per gioco falloso, Ardiles
e Maradona per proteste. Espulso all’84’ l’argentino Gallego per fallo su
Tardelli.

Dall’inviato
BARCELLONA – Luis Menotti lo ha definito il trionfo del non-gioco, aggiungendo
che l’Italia non progredisce da 25 anni. Il «soldato» di Bearzot ha parlato di abitudine
della sua squadra al combattimento. Hanno ragione entrambi, non è infatti stata una
partita tecnica, ma uno scontro.
Sul piano dello scontro l’Italia ha vinto e lo ha fatto nettamente, perché il segreto
dello scontro sta nell’annullare l’iniziativa altrui e nel far pagare all’avversario i
momenti, anche gli attimi, di rilassamento o di rassegnazione o di sbilanciamento.
Nella logorante guerra di trincea, non puoi sporgere nemmeno il mignolo che subito ti
punta il cecchino.
In contropiede, i cecchini di Bearzot sono stati Tardelli e Cabrini, tanto per cambiare.
Che siano uomini di retrovia a decidere la partita non è più casuale; fa parte oramai
del patrimonio di Bearzot, costretto a fare i conti con poche o turbate punte.
Sicché si nota nell’Italia una sproporzione sempre più forte tra i reparti. Nel senso che
fa quasi tutto la difesa: difende lo 0-0 e qualche volta riesce a segnare due gol persino
ai campioni del mondo in carica! L’ho sempre sostenuto e ne abbiamo avuto
l’ennesima riprova: in una formazione-ideale del mondo, Cabrini, Gentile, Scirea
troverebbero comodamente posto. É una balla che siano super-protetti dai mediani:
sono protetti, questo sì, ma vincono da soli i rispettivi duelli e qualcosa in più.
Non ci sono mai stato quando vogliono far passare Bearzot per lo scemo del villaggio
azzurro. Contro un’Argentina a quattro punte, il Ct ha piazzato in campo la solita
squadra con marcature originali. Tardelli se l’era già vista due volte, e bene, con
Maradona, eppure Bearzot l’ha dirottato su Kempes. Cabrini conosceva come le sue
tasche Bertini, eppure il Ct gli ha affidato Diaz. Non sbagliando.
Sostiene Menotti che, nei confronti di Gentile, si doveva applicare il codice di
disciplina almeno dieci volte, e sempre con l’espulsione a carico. Menotti non è mai
riuscito a battere in vita sua Bearzot e forse esagera per ripicca. Maradona aveva fatto
la stessa fine con i belgi, eppure quella sera Gentile era seduto davanti alla
televisione. Il fatto è che la legge del catenaccio o del pressing stritola soprattutto gli
inventori di gioco, con lo spazio, gli rubano il tempo.
Nella morte tecnica di Maradona, corre tra Belgio e Italia piena coerenza anche nel
dettaglio. Come contro il Belgio, Maradona ha potuto illuminare lo scenario soltanto
calciando una favolosa punizione rotante. Con il Belgio, aveva incantato la traversa;
contro Zoff ha mezzo scuoiato il palo destro.

Tolto di mezzo Maradona; con un Rossi al sessanta per cento dell’espressività; con il
talentoso Ardiles a scrutare invano, con occhietti ansiosi, varchi che non si aprivano,
la partita ha privilegiato la corsa, il nerbo, l’agonismo sulla tecnica. L’Argentina si è
vista costretta a tirare di lontano, imbattendosi in uno Zoff che non si è dato pena
nemmeno da lontano…
Non è stata una bella partita; è stata una bella vittoria del calcio difensivo contro
un’Argentina che ha fama superiore alla compattezza.
Passarella è un tripode, la testa è davvero il suo terzo piede. Ha un decollo verticale
da portento. Quando saltava insieme a Rossi, Pablito sembrava un criceto sulle
zampette. Quando andava a offendere nell’area di Zoff, staccava con incornate quasi
sempre di grande precisone.
Il primo tempo è stato equilibrato, con l’Italia compressa e l’Argentina in avanti senza
essere micidiale. Di micidiali c’erano soltanto i contatti uomo-uomo, quasi sempre ai
confini del codice penale, con una differenza: le durezze degli italiani erano in
possesso di pallone; quelle degli argentini senza possesso di palla e molto attente a
evitare gli sguardi di un arbitro rotto a tutte le atmosfere dell’universo-calcio.
La svolta è arrivata al momento giusto, dopo un’oretta scarsa, quando il gol di
Tardelli, scaraventato diagonalmente, con esistenziale veemenza, ha costretto
l’Argentina a ripetere esattamente quanto per un’ora non le era riuscito: di sfondare al
centro.
L’Argentina ha dimostrato così scarsa fantasia, scarsa adattabilità alla nuova
situazione e ha insistito, anzi peggiorando. Ha infatti premuto in massa, esponendosi
stavolta all’efferata rappresaglia del contropiede. Anche il 2-0 di Cabrini è
contropiedistico, un colpo alla bocca dello stomaco, portato da una squadra
atleticamente ancora a posto e psicologicamente al top.
Oltre al palo di Maradona, l’Argentina è stata capace di un gol di Passarella, nato però
dall’equivoco dell’intera difesa di Zoff, che ancora adesso sta aspettando il fischio
mai udito dell’arbitro. Come dire che l’Italia ha patito i pericoli maggiori su calci
piazzati di due assi: Maradona e Passarella.
L’espulsione di Gallego, per carognata di Tardelli, è il simbolo dell’impotenza dei
gauchos. Nell’ultimo quarto d’ora l’Italia ha rischiato addirittura di scherzare i
campeones e di golearli di brutto con Antognoni, Conti, Altobelli. A guardare le cifre,
c’è tanta differenza da sconcertare. Che cosa sarebbe successo avendo davanti, nella
maglia numero 20, un Paolo Rossi formato 1978? Il catenaccio non migliora la vista
ma incrementa la classifica del Mundial. L’Italia s’è desta, godiamone.

Le pagelle di Lago – Blocco Juve da 8!

ZOFF 8: ad occhio e croce, dalla tribuna, mi sembra che patisca l’unico gol per un
attimo di ingenua distrazione della difesa, probabilmente in attesa del fischio
dell’arbitro. Per il resto, la grande partita di un grande vecchio portiere. In
un’occasione è stato fortunato, quando il magico sinistro di Maradona, com’era
accaduto contro il Belgio, ha colto il suo palo destro. Fortuna semmai meritata dopo
tutta una serie di poderosi interventi.
CABRINI 8: marca Diaz, l’attaccante appena preso dal Napoli e, dopo le sostituzioni
ordinate da Menotti, si sposta su Bertoni, che conosceva benissimo per non avergli
fatto letteralmente toccare palla il giorno dello 0-0 tra Fiorentina e Juve. Con l’uno e
con l’altro ha usato lo stesso riguardo: li ha al 90 per cento bloccati. Se un giocatore
non è al massimo della forma come Cabrini in questo Mundial, non può permettersi il
lusso di marcare punte di grande prestigio internazionale e sganciarsi poi al momento

giusto, offendo il suo sinistro per il decisivo 2-0.
GENTILE 7,5: giocando Maradona in posizione di centravanti, Bearzot ha
giustamente tolto il grande Diego dalla marcatura di Tardelli affidandolo a Gentile.
Per abilità sua o per tolleranza dell’arbitro, è riuscito a farsi ammonire dopo
Maradona! Ha usato tutti i piccoli cinismi del mestiere di terzino per non dare respiro,
nemmeno una boccata d’aria, al difficilissimo avversario. Gli do mezzo voto in meno
rispetto a Cabrini, perché Cabrini marca più pulito e, en passant, fa i gol.
ORIALI 6,5: Ha infastidito molto Ardiles, che è il regista a tempo pieno
dell’Argentina. Non lo ha pedinato metro per metro, sapendo che il motorino-Ardiles
lo avrebbe alla fine stremato. Ha giocato molto di posizione.
COLLOVATI 7,5: ha avuto due avversari, prima Bertoni, conoscenza italiana, poi il
biondo Calderon. Il gioco tatticamente avventuroso delle punte argentine lo ha
costretto a molto movimento, parcheggiando di rado al centro dell’area. Di testa è
stato naturalmente il più efficace anche se, quando quando si è avventato nell’area
argentina, ha sempre dovuto fare i conti con la guardia di un saltatore eccezionale, il
più forte del mondo, leggi Passarella.
SCIREA 8: capita di rado di trovarsi di fronte una squadra che, come l’Argentina ieri,
ti piazza in faccia praticamente quattro punte vere. É il massimo per un battitore
libero che viene soprattutto dall’Italia dove la media del campionato propone una
punta e mezza, due nelle grandi occasioni. Data la situazione, Scirea ha sudato
letteralmente sette camicie per tamponare.
CONTI 7,5: avrete negli occhi un paio di sprechi, nell’ultimissima parte della partita
quando il brasiliano della Roma ha tentato pazzeschi pallonetti invece di scaricare un
paio di lineari sinistri. Ma l’ultima impressione spesso tradisce. Conti ha tamponato
lungo i corridoi, con grande abnegazione. Ha preso una pallonata micidiale sulle reni,
da un calcio di punizione, e ha stretto i denti com’è nel suo costume. Che sia stato
importante, anzi decisivo nel suo deambulare dall’altezza dei mediani all’altezza di
Rossi, lo dimostrano i due gol.
TARDELLI 8: sarà litigioso, sarà strafottente, sarà maledetto toscano, sarà un tipo
che cerca la rissa persino con i giornalisti, sarà tutto quello che volete, ma rimane per
me un giocatore fondamentale di questa nazionale. Questa nazionale può giocare
senza Tardelli, ma sarebbe un’altra nazionale: in fondo sono lui e Bettega a dare
connotati alla squadra di Bearzot. Gioca sui nervi, sulla capacità di reazione,
sull’ambizione personale. Ha gestito in maniera abbastanza violenta il suo match
personale con Kempes, vincendolo, a tal punto da costringere dopo un’ora Menotti a
togliere l’argentino di mezzo.
ROSSI 6-: ha corso molto, davvero come un matto, cercando di ritrovare sprint andati
per ora perduti. La riprova la si è vista a tre quarti di partita, quando si è avvicinato a
Bearzot e ha chiesto di persona d’essere sostituito, perché stravolto, addirittura
stremato dalla fatica e dalla tensione. Un attimo prima della zampata-gol di Cabrini
aveva avuto lui (probabilmente in fuorigioco) la possibilità di segnare il 2-0, faccia a
faccia con il portiere. É stato un momento delicato, che forse gli sarebbe servito per
liberarsi da lunghi incubi.
ANTOGNONI 7: a mio sommesso avviso, abbondantemente la miglior partita di
Antognoni da quando è cominciato il Mundial, comprese le amichevoli pre-mondiali.
Non tanto per la cronaca minuta del fondamentale gol dell’1-0, con il suo ultimo
tocco servito a Tardelli, ma per la capacità di tenere al suo passo praticamente l’intera
partita.
GRAZIANI 6,5: mi accorgo che, nel guardare Graziani, praticamente sto facendo la
stessa pagella da qualche anno. In realtà, è Graziani che è davvero sempre lo stesso!

Soprattutto in partite di marca nostrana, accanite, giocate a spallate più che a
rifiniture, Graziani fa la sua parte da sempre.
MARINI 6: sostituisce Oriali ed entra in una partita già disegnata, dove gli bastava
fare la controfigura di Oriali a metà campo, senza però inventare nulla.
ALTOBELLI 6: entra sul 2-0, per dare il cambio a Rossi. Sugli spazi suicidi offerti
ormai dalla difesa dell’Argentina, potrebbe combinare qualcosa di più, ma lo tradisce
una volta l’imprecisione sul tiro e, un’altra, il non accorgersi di Conti e Graziani
particolarmente smarcati.

Argentina

Fillon
Olguin
Galvan
Passarella
Tarantini
Ardiles
Gallego
Maradona
Bertini
Diaz

Kempes
Valencia
Calderon
ARBITRO: Rainea

6,5
5
6
7,5
5
6,5
6
6
6,5
5
5
5
6
7