1982 dicembre 27 Anno TuttItalia

1982 dicembre 27 – 1982: ANNO TUTTITALIA
Ora esportiamo una nuova moda, quella degli Zoff…

Il giornalismo è pessimistico per natura, sbatte in prima pagina i drammi, i timori, le
trasgressioni della vita, spesso i mostri. I Fioretti di San Francesco non avrebbero mai
avuto un titolo a nove colonne: Madre Teresa di Calcutta per avere un’apertura deve
compiere i miracoli di bontà, e forse non bastano. Ma, soprattutto, c’è un sotterraneo
di buoni gesti che non appaiono: il bene è discreto, non usa la violenza nemmeno per
annunciarsi.
Il 1982 d’Italia è stato una pacchia per i mass-media che hanno finito con
l’inflazionare persino la parola «crisi», specchi ossessivi di una società alla prese con
un’eccezionale congiuntura di dati negativi. Nemmeno il tradizionale «tutti al mare»,
bersaglio dei moralisti fustigatori del qualunquismo, fu risparmiato: l’ennesima crisi
di Governo negò all’uomo della strada il senso della pausa.
É strano fino al paradosso che proprio il 1982 della recessione economica, delle
tensioni sociali, della ferocia mafiosa e dell’amletica governabilità abbia funzionato
da terreno di coltura mai tanto fertile per lo sport italiano.
Un anno di affermazioni nel mondo e in Europa, una anno di successo del Modello-
Italia, un anno in cui il «Paese Senza» è diventato un «Paese Con», un Paese con il
gusto di esportare una nuova moda; quella degli Zoff e dei Saronni, dei Masala e degli
Uncini, accanto a quella degli Armani e Missoni, Versace e Roberta di Camerino. Il
Made in Italy fatto sport; i risultati come prodotto.
Il Mundial di Spagna rischia di risucchiare nel calcio tutta la grande emozione
dell’annata. In realtà nel 1982 l’Italia ha vinto tutto, ovunque, dal popolare all’esotico,
rotella e curling, pesca della trota a squadre e pallanuoto, canottaggio e rotelle,
esaltando sia gli sport individuali che collettivi, così superando il luogo comune di
Paese ricco di talento personale quanto negato agli incastri delle discipline di gruppo.
Lo sport italiano del 1982 è stato efficienza, uno scenario di società sportive ben
organizzate che hanno consegnato ottimo materiale alle Federazioni e al CONI, il
tutto vissuto non con spirito burocratico-parastatale ma, anzi, contro quello spirito,
dentro la tradizione tutta privatistica della piccola e media impresa. La vera
«autonomia» dello sport sta qui, nella capacità di essere originale e di resistere il più
possibile alla caduta di valori e impulsi convenzionali.
Lo Sport italiano ha vinto molto anche perché le nuove generazioni hanno scoperto un
piacere nuovo e in orario con i tempi. Chi vince così ottiene immagine e prima pagina
sorridendo del nostro pessimismo. 1982, anno pari, ora che te ne via cominceremo a
ricordarti.