1982 dicembre 20 Inter-Juve: tanti soldi e tante botte, poco gioco, zero gol

1982 dicembre 20 – Inter – Juve: tanti soldi e tante botte poco gioco, zero gol
La partita-clou con 14 reduci dai mondiali di Spagna è stata aspra e segnata dalla
paura di perdere: 18 falli nei primi 18′!

Inter – Juventus 0-0
INTER: Bordon, Bergomi (16’ Ferri), Baresi, Oriali, Collovati, Bini, Bagni, Müller,
Altobelli, Marini, Juary (65’ Beccalossi); 12 Zenga, 14 Bergamaschi, 15 Sabato.
JUVENTUS: Zoff, Prandelli, Gentile, Furino (59’ Bonini), Brio, Scirea, Marocchino,
Tardelli, Bettega, Platini, Boniek; 12 Bodini, 13 Cabrini, 14 Storgato, 16 Calderisi.
ARBITRO: Longhi di Roma
NOTE: angoli 4-2 per la Juventus; cielo sereno con sole, terreno in buone condizioni,
spettatori 77 mila. Ammoniti: Tardelli, Gentile, Furino e Oriali per gioco scorretto,
Boniek e Bini per proteste.

Dall’inviato
MILANO – Comincio dall’arbitro, Carlo Longhi di Roma, fisico asciutto, giovane di
modi affabili, un tipo simpatico, abituato a correr dietro all’azione. Prendo l’orologio
e controllo: cinque interventi in un minuto e 55 secondi! Si capisce subito tutto, o
quasi. Sarà una partita ridotta a pezzetti, un’ora e mezza di singhiozzo.
Ci sono arbitri che, temendo di perdere il controllo della partita, non la lasciano in
pratica nemmeno cominciare. Longhi ha fatto così. Ha fischiato anche i ciao. Non ha
concesso la regola del vantaggio che in rarissimi casi. Anche lui ha giocato per lo 0-0
senza contare che la laurea in ingegneria non l’ha aiutato nemmeno sulle distanze: ad
ogni calcio di punizione la barriera era disposta a 5-6 metri. Insomma, l’ingranaggio
del gioco ha trovato nell’arbitro sabbia piuttosto che lubrificante.
Naturalmente, se la partita è stata per la gran parte mediocre, la responsabilità
infinitamente superiore è di altri. La Juve dei campeones di tutte le razze ha fatto
pochissimo: mi credete se vi racconto che l’unico «tremasso» di Bordon in 90 minuti
è consistito in un cross radente di Gentile in mezzo a una forestuzza di stinchi (47’) e
in un secondo cross alto di Boniek (82’) invano cercato dalla testolina di Marocchino?
Dovete credermi.
Alla Juve manca Cabrini, e si vede, perché Prandelli sul corridoio di spinta vale la
metà.
Alla Juve mancava anche Rossi e, senza il centravanti mundial, non esiste profondità
né trama veloce. Controllare le sgambate di Marocchino è risultato facile anche a
Riccardo Ferri, diciannovenne lombardo di Crema, entrato in partita dopo un quarto
d’ora per una forte contusione alla gamba destra di Bergomi.
Quanto a Bettega, il bianco leone d’inverno si è mosso come un dannato trovando
sulla propria strada due avversari insuperabili. Il primo: Collovati, stopper che nel
passaggio dal Milan all’Inter ha perso qualche ricciolo e acquistato metallo. Il
secondo: i rifornitori della Juve, nell’ordine Platini e Boniek. Non aggiungo Tardelli
per l’elementare ragione che, pur girando con un cilindro in meno, il mediano-motore
della Juve non può umanamente farcela quando Platini non gioca un solo pallone con
i testicoli e quando Boniek si fa riconoscere per cotanto cognome solo grazie al colore
dei capelli.
In queste condizioni di non-gioco la Juve ha realizzato a San Siro una delle più
scadenti partite offensive della storia. Infatti, non annovera nemmeno la miseria di
una palla-gol a favore. La Juve ha potuto soltanto difendere lo 0-0 non riuscendo a
snocciolare un qualsiasi barlume di contropiede. Con Platini ha giocato in dieci con
Boniek ha fatto folklore polacco.

I difensori della Juve debbono aver capito presto la manfrina dei due rimasti
sistematicamente a cuccia. Inutile illudersi avanzando. Non avrebbero vinto e,
sicuramente, avrebbero perso.
Nemmeno l’Inter ha giocato come si dovrebbe e ha perso un’occasione perché se non
batti una Juve così, quando mai ci riuscirai? In una partita di mediocri centrocampisti
(classe spenta in Platini-Boniek-Tardelli e poco classe in Marini-Bagni-Baresi), altro
che presunti «doppioni» e balle varie sui troppi artisti. Sarebbero serviti sia Müller
che Beccalossi, non soltanto il tedesco. Non a caso, quando al primo si è aggiunto il
secondo (dal 65’), l’Inter ha lavorato per Altobelli le due migliori palle-gol,
puntualmente sprecate dal centravanti.
L’Inter non ha vinto, per gli errori di Altobelli e per l’assoluta trasparenza agonistica
di Juary, apparso tra le caviglie di Gentile peggio che tra gli incappucciati del Ku-
Klux-Klan. L’Inter ha tuttavia avuto il merito di giocare più a lungo e, nel secondo
tempo, meglio. Resta però, nel complesso, una squadra-incognita, che non si capisce
mai dove possa arrivare o dove debba fermarsi.
Alla fine, scendendo assieme in ascensore, Sandro Mazzola mordeva un cortissimo
toscanello con gli occhi cattivi di chi ha perso un’occasione. Su una panca dello
spogliatoio, Furino si faceva intanto palpare il polpaccio stirato dopo un’ora esatta di
palla: il vecchiaccio pelato se n’era uscito dal campo dopo aver tirato una gomitata tra
le reni di Altobelli rotolato a terra con lui dopo uno scontro. Altro che «Scala del
calcio»: una scena mica bella, anche questa di un momento strano per la Juve.
D’accordo la coppa campioni, ma lo scudetto lo volete già brasiliano, di Falcao o
Dirceu o… Juary?
Lo 0-0 di Natale è una cometa fatta come un punto interrogativo.

Le pagelle di GIORGIO LAGO
Platini e Boniek scandalosi

INTER
BORDON n.c. – Partitissima è per lui superlativo di nulla.
BERGOMI n.c. – Gli duole un gemello dopo un quarto d’ora normale con
Marocchino.
BARESI 5,5 – Dalle parti di Boniek, suppergiù. Mediano impersonale, non so bene a
cosa sia servito.
ORIALI 6,5 – Ha preso Platini, se l’è messo al collo come una volpe argentata e ha
fatto passerella. Però non ne ha approfittato fino in fondo.
COLLOVATI 7 – Marca un Bettega più mobile che mai. Duello veemente, di scornate
alte e di serrati tackle: alla fine, complimenti a entrambi.
BINI 6 – Soltanto alla mezz’ora la Juve preme al centro. Sempre abbastanza pronta la
risposta del battitore.
BAGNI 6,5 – Incrocia spesso le piste di Tardelli. Offre come sempre molta grinta al
centrocampo; i palloni pensanti sono un’altra cosa.
MÜLLER 7 – Se ieri la classe si è fatta notare, il merito è quasi tutto suo. Purtroppo
per lui, alcuni tocchi sono sembrati persino troppo rarefatti per tagliare a fettine la
collaudatissima difesa della Juve.
ALTOBELLI 5 – Ha un’attenuante: la precisione di Brio nel marcarlo. Però, quando è
il momento giusto, manca di coordinazione sul sinistro oppure si china fin troppo per
deviare di testa, sicché spreca nell’ultima parte di partita due buone occasioni per
vincere.
MARINI 6 – Porta sulla schiena un numero magico per San Siro, che fu per esempio

di Rivera e di Suarez. Però lui se ne sta grigio in mezzo, dando un’occhiata sulla
destra al terzino Prandelli. Quando tira di lontano, non è preciso.
JUARY 4,5 – Un lampo quando s’avventa sulla palla, ma fa tenerezza nel perderla.
BECCALOSSI 6,5 – Ovazione quando entra in campo al posto di Juary. Non combina
sfracelli, ma di sicuro arricchisca gli ultimi venti minuti dell’Inter.
FERRI 7 – Il giovane sostituisce Bergomi, sbagliando pressoché nulla.

JUVENTUS
ZOFF 7 – Primo tempo fastidiosamente contro sole. Al 27’ ribatte con difficoltà e
bravura l’unico tiro buoni dai venti metri, di Marini. Fortuna per lui che, sulla
respinta, Oriali manchi il controllo.
PRANDELLI 6 – Gioca in pratica senza avversari, coprendo a sinistra. Non prende
iniziative, fa il garante e basta.
GENTILE 6,5 – Comincia maltrattando Juary e l’ammonizione lo avverte in tempo.
Dopodiché annulla il brasiliano con le buone maniere.
FURINO 6,5 – É l’unica vera mezz’ala della Juve, dal momento che sa fermare un
avversario e riproporre l’azione senza ghirigori. Gli scappa una gomitata ad Altobelli,
con uno dei suoi soliti, antipatici raptus.
BRIO 7 – Tiene Altobelli molto correttamente, lasciandogli la migliore occasione
soltanto su un contropiede provocato dall’errore di Marocchino.
SCIREA 6 – Costantemente in area, non va praticamente mai a sorreggere il gioco
fuori. Non lo deve convincere questa Juve e, fra l’altro, non dev’essere al cento per
cento nemmeno lui.
MAROCCHINO 5,5 – Parte molto attivo; alla lunga Ferri gli nega qualsiasi iniziativa.
TARDELLI 5 – Non trova triangolo con i due stranieri; non calibra le poche
conclusioni; si fa ammonire senza convinzione. Forse soffre più di altri questa Juve
che si improvvisa ogni domenica, senza una precisa geometria.
BETTEGA 6,5 – Non gli servono cross buoni per il colpo di testa, senza contare
l’ottimo Collovati. Sui triangoli a terra, si vede lontano chilometri che gli manca
Rossi. Nè il molle Platini gli ha dato una mano.
PLATINI 3 – Un grande campione assente dalla partita.
BONIEK 4 – Gioca in retrovia, disordinato, impreciso, nervoso.
BONINI 6 – Sostituisce Furino e gioca la sua discreta, anonima partita.
ARBITRO LONGHI 5,5 – Qualitativamente in linea con lo zero a zero.