1981 Ottobre 2 Anche un ecologo contro Cortina

1981 Ottobre, 2 – ANCHE UN ECOLOGO CONTRO CORTINA

BADEN BADEN – Canale 5, la emittente televisiva privata italiana che già ha dato qualche dispiacere
alla Rai-tv sia in occasione del Mundialito di calcio sia, più recentemente per le partite delle coppe
europee, ha offerto dieci milioni di dollari (circa 12 miliardi di lire) al comitato organizzatore delle
Olimpiadi di Los Angeles per ottenere i diritti di ritrasmissione in Italia. Lo ha comunicato a Baden
Baden lo stesso presidente comitato organizzatore, Ueberroth, nel corso della conferenza stampa
seguita alla presentazione al Cio del rapporto sullo stato dei lavori per i giochi estivi per il 1984.
Uberroth ha precisato che l’offerta è stata sottoposta all’esame del comitato olimpico internazionale
che dovrà dare una risposta.
Il presidente del comitato organizzatore di Los Angeles ha anche detto che sono in corso trattative con
l’unione radiotelevisiva europea (Uer) ma che la cifra che questa offre (non ha voluto precisarla) è
inferiore a quella proposta da Canale 5. Pare comunque che l’Uer sarebbe disposta a superare di poco
quanto pagato per i giochi di Mosca (8 milioni di dollari) mentre Los Angeles chiederebbe molto di
più.

TENNIS OLIMPICO – Due le decisioni di rilievo adottate nella riunione di ieri
dell’Ottantaquattresima sessione del Cio: il tennis ed il tennis da tavolo sono stati riconosciuti sport
olimpici ed entreranno nel programma ufficiale per i giochi del 1988 a Seul. Inoltre una commissione
composta da tre membri del Cio, da uno per i comitati olimpici nazionali e da uno per le federazioni
internazionali si recherà nel corso del prossimo anno in Sudafrica per rendersi conto della situazione
nel Paese. Quest’ultima decisione è stata presa accogliendo una proposta del membro sudafricano del
Cio, Reginald Heney, che ha così ritirato una richiesta ufficiale di riammissione che doveva essere
discussa oggi. Per il tennis si tratta di un ritorno sulle scene olimpiche dalle quali era uscito dopo il
1924.

BADEN BADEN-
Dopo il no a Cortina’88, due sono le tentazioni. Di sapere chi ha “tradito” nell’urna e immaginare
qualche colpa in chi ha organizzato la candidatura.
Il conteggio dei fedifraghi del Cio è cominciato già l’altra sera, poche ore dopo la votazione. Potendo
contare in partenza us due voti italiani (Onesti e De Stefani), i 18 sì a Cortina si riducono in realtà a
16, suppergiù la metà di quelli sperati! Funzionari del Coni stanno pizzicando qua e là: uno tra loro,
tipo algebrico, di rade parole, ha sussurrato: “Prima o poi sapremo tutto, voto per voto, come se
avessero deciso per alata di mano”. Un voto è ad esempio venuto dall’Est: si tratta della Polonia o
dell’Ungheria? Soltanto uno dei quiz del conclave sportivo.
L’altra tentazione è di ipotizzare un colpevole, atteggiamento questo tipicamente italiano. Ad ogni
sconfitta, di qualunque tipo, si tende al processo più che all’analisi, si prova più gusto ad accusare che
a spiegare. La caccia all’errore.
Così si indugia su quale che discutibile dettaglio. Il filmino di presentaizone non è sembrato un
capolavoro a nessuno. “ La nostra- dicono con egittimo orgogio i cortinesi- è stata una campagna
pulitissima! Ma qualcuno l’ha giudicata una candidatura gin troppo spartana, roba da anni Cinquanta,

quando invece nell’ambiente olimpico d’oggi girano oramai incentivi molto concreti e sceicchi dal
lingottino facile. La “Taverna Veneta”, per quanto allegra e molto ospitale, non ha convinto chi
s’attendeva un quadretto regionale più curato , formato export, a disposizione di gente (il Clio) dal
palato ultrafino, in una località (Baden Baden= dove s’aggirano perfettamente a proprio agio
sopratutto principi, lords o baroni, come lo scrutatissimo figlio di Pierre de Coubertin.
Coni, Cortina, Regione avrebbero potuto perfezionare qualche accessorio? E’ ovvio e probabile, ma
appare deprimente banalità supporre che la “imperscrutabile” confraternita dei 79 abbia votato in base
a omaggi e menù.
Pù serio annotare i fatti. Sono state premiate candidature ricche. Gli Stati Uniti e l’onnipresente
Adidas, azienda tedesca con stabilimenti ance in Corea, hanno avuto la loro influenza nel consigliare
la dilatazione dei mercati: il pool dell’articolo sportivo è ormai fisiologico allo sport.
Sono state premiate candidature senza precedenti olimpici, i Giochi in prima visione. L’Olimpiade è
costoso spettacolo. si sposta a cercare il pienone propagandistico e finanziario su palcoscenici nuovi,
curiosi. Soltanto il Congresso di Baden Baden, sponsorizzato dalla Mercede, è costato 4 miliardi! Le
cinque candidature (due estive, tre invernali) ne hanno spesi almeno altri 6. Totale 10 solo per il
Congresso.
A bocce ferme, ho il sospetto che a Cortina abbia poi nuociuto persino Nagoya! A Baden Baden un
assistente universitario di filosofia, il prof. Ikeda, ha martellato da mattina a sera contro la candidatura
della sua città: con poster, foto, plastici, testi e comizi, i giapponesi del dissenso hanno sostenuto che
l’Olimpiade sarebbe stata per loro un disastro ecologico. Gli impianti avrebbero determinato lo sfratto
di due cimiteri, lo sradicamento di un grande bosco, la fuga di uccellini, farfalle, insetti, in una città
già cementizia e gasata perché sede e porto dell’industria automobilistica.
“Il Giappone – era il loro slogan – ha già avuto le Olimpiadi a Tokio e Sapporo. Non abbiamo bisogno
di un terzo regalo del Cio”. Il Cio li ha presi in parola ma quell’insistere nel no alla terza Olimpiade a
indirettamente rovinato la piazza anche all’Italia che, proprio come il Giappone, ha già avuto due
Olimpiadi, nel ’56 a Cortina e nel ’60 a Roma.
E’ andata e buona notte. In sette mesi di candidatura, Cortina valeva tentato di ottenere sette anni di
progetti. Non ha rimorsi sulla coscienza e i rimpianti sono soltanto pulviscolo atmosferico.
Ai cortinesi rimane una frustrazione, questa sì- Pensavano di poter “dimostrare” qualcosa di originale
in un pantheon olimpico sempre più di ercole e maciste. Erano sicuri di sprovincializzarsi e di rifare
l’intonaco internazionale a una Cortina a volte lasciata decadere, ma erano altrettanto sicuri di riuscire
a non perdere di vista larici e fienili, casere e campanile di San Filippo e Giacomo. In altre parole, il
bene prezioso del loro ambiente.
Cortina ’88 poteva essere una festa della cultura veneta, dolomitica, ladina. L’appuntamento è
mancato, val la pena di farne durare l’ispirazione.

Giorgio Lago