1981 Novembre 2 È Falcao il Killer. La Juve in ginocchio

1981 Novembre 2 – E’ FALCAO IL KILER LA JUVE IN GINOCCHIO

Paulo Roberto Falcao ha ingentilito il campionato. Senza il suo gol, la Juventus sarebbe un Ufo, fuori
della portata del comuni mortali della classifica.
Così, la Juve rimette i piedi a terra. E lo fa passando agli annali un’immagine goffa, da campetti di
periferia: quel Sergio Brio, leccese come Causio, che s’impappina sul suo metro e 94 di statura e
manda in crisi persino Zoff nella più banale delle incombenze difensive.
Segno che lo scudetto 1981 sarà tutto da giocare. Segno che anche la Roma non ha più niente da
imparare da nessuno. Vincendo a Torino e giocando meglio della Juve, la Roma dissolve ogni residua
timidezza.
E’ bello, bellissimo che la svolta rechi in calce la firma Falcao. Sono tanto rari i segni di classe pura
che non si può non accogliere con piacere la progressione di questo limpidissimo talento brasiliano,
giocatore-spettacolo del calcio utile.
Inutile fare i furbi. Non ha perso la Juve, ha vinto la Roma, la Roma che ha trovato un assetto al
riparo da antichi, stucchevoli scirocchi d’ambiente. Questa Roma ha un presidente ligure, un tecnico
svedese, un asso sudamericano. E’ meno romanesca che nel passato, e forse percià funziona meglio.
Vincesse o no a Torino, Niels Liedholm fa scuola e purtroppo ha pochi epigoni sulle altre panchine
della serie A. Diceva Cabrini: con Marocchino la loro zona salta. Diceva Brady: per fermare Falcao
basta non seguirlo a tuttocampo. Visto?
La zona ha tenuto, Falcao ha vinto. Il lavoro di un tecnico vero non dura una domenica e sopravvive
anche alle sconfitte. Liedholm ha insegnato un pò alla zona persino ai Turone e Spinosi: come dice la
canzone ha trasformato “passeracci” in “usignoli”. Liedholm dà tranquillità; non inventa polemiche,
le spegne. Il suo sorriso è lo stesso dei mandarini cinesi o dei bronzi di Riace. Equilibrio e saggezza
tradotta in pedate.
La domenica della Roma lascia il segno anche perchè coincide con un incredibile oscuramento
padano. Juve, Torino, Inter e Milan hanno sommato insieme un punto su otto a disposizione! Dal
Piemonte alla Lombardia, non era in questi anni mai accaduto di assistere a tanto sconcerto. Senza
contare che i rischi non si limitano alla serie A. Mercoledì sera contro l’Anderlecht la Juve sarà
obbligata a vincere 2-0, pena la tradizionale eliminazione della Coppacampioni, mentre l’Inter si sente
con un piede già fuori dalla Coppa Uefa. Il cielo europeo non promette nulla di buono.
Coppe a parte, il campionato sta mandando in crisi un sacco di gente, a cominciare dai celebrati
acquisti d’estate. Quando prese per 800 milioni Klaus Bachlechner, l’Inter annunciò di aver risolto i
suoi problemi difensivi: ora non gli sta più bene. il Milan prese Moro per circa 1.200 milioni: adesso
sta discutendo all’ “estraneità” del giocatore agli schemi di squadra. Siamo al grottesco.
Il Milan ha beccato tre gol a Catanzaro, è una squadra sfatta, che non sega, che a turno colpevolizza o
Antonelli o Moro o Jordan. Gigi Radice sta rischiando molto, panchina compresa: strano ma vero, il
“tedesco” radicalizza ogni problema, non conosce mezze misure. Spesso, gli uomini tutti d’un pezzo
celano affanno.
Fatto sta che Milan e Torino hanno cinque punti come l’Udinese e uno in meno del Genoa! La
constatazione finisce con il consolare persino il pubblico friulano che domenica sarà chiamato a un
altro tutto esaurito con l’Inter.

La classifica è di gomma, è tutto un sussulto e non dà tregua a nessuno. Mentre lo scudetto riapre in
pieno i battenti, la zona-serie B rischia di diventare una disperata ammucchiata già ai primi di
novembre.
Sarebbe questo il momento per dare un colpo di reni e togliersi di mezzo, ma c’è una corsa furibonda
a chi fa peggio! E’ lo scudetto dei masochisti.

Giorgio Lago