1980 marzo 14 Il vero segreto

1980 marzo 14 – Il vero segreto

Le regole del calcio vanno in fuorigioco. Per la prima volta il calcio rinuncia alla sua
rapida e sommaria giustizia per attendere l’esito di una istruttoria giudiziaria. Chissà
fino a quando, il campionato continuerà con la sua pattumiera di dubbi, sospetti,
indiziati. A pensare che bastò un’ingenua bugia di Saverio Garonzi a mandare in
quattro e quattr’otto il Verona in serie B, c’è da restare sconcertati di fronte a tanta
mansuetudine della giustizia sportiva.
Si ha quasi l’impressione che l’invito dei magistrati ordinari sia stata accolto dalla
Federcalcio con un sospiro di sollievo. Soprattutto questo atteggiamento è forse il più
serio indizio che lo scandalo risulta già grosso, tanto da coinvolgere giocatori (da
radiare) e squadre (da retrocedere). Attendendo l’esito dell’istruttoria penale, la
Federcalcio si candida a trarne automaticamente le conseguenze calcistiche: farà
giustizia in seconda battuta, con i tempi lunghi e spesso lunghissimi dei massicci
dossier romani.
Nel motivare la pausa dell’inchiesta federale, Corrado De Biase ha detto: «Avrei
dovuto interrogare giocatori vincolati dal segreto istruttorio». Ma l’art. 307 del codice
di procedura penale non obbliga al segreto istruttorio magistrati, cancellieri, difensori,
consulenti «eccettuate – si legge testualmente – le parti private e i testimoni»? Ai
giocatori si può semmai consigliare riservatezza, non imporla.
Il fatto è che il calcio italiano sta tremando. Il suo cruccio vero non è il segreto
istruttorio, ma l’altro marcio segreto che già affiora dai suoi probabilissimi trucchi. E
la storia politica d’Italia dimostra come il peggio che possa capitare non sono gli
scandali, ma il loro insabbiamento punitivo.