1978 giugno 7 Grande l’Italia, grandissimo Bettega

1978 giugno 7 – Grande l’Italia grandissimo Bettega

Italia-Ungheria
3-1
MARCATORI: 34′ Rossi, 36′ Bettega, 61′ Benetti, 81′ A. Toth su rigore.
UNGHERIA: Meszaros, Martos, J. Toth, Kocsis, Kereki; Zombori, Csapo,
Pinter, Fazekas (46′ Halasz), Pusztai, Nagy (46′ A. Toth). In panchina: Gujdar,
Balint, Torck.
ITALIA: Zoff, Gentile, Cabrini (79′ Cuccureddu); Benetti, Bellugi, Scirea;
Causio, Tardelli, Rossi, Antognoni, Bettega (83′ Graziani). In panchina: P.
Conti, Zaccarelli, C. Sala.
ARBITRO: Barreto Ruiz (Uruguay).
NOTE: Angoli: 10-8 per l’Ungheria. Terreno scivoloso, cielo coperto; spettatori
30.000. Ammoniti: Nagy per proteste e Martos per scorrettezze.

MAR DEL PLATA – Tutto benissimo, no? L’Italia ha corso un unico serio pericolo,
dopo nemmeno un quarto d’ora, quando Nagy sembrava destinato a far secco Zoff. Da
quel momento, per l’Ungheria è stata notte fonda, fatta a pezzi da un doppio lampo-
gol, nel giro di un minuto e mezzo, un’autentica raffica di Rossi-Bettega (34′ e 35′ e
30”).
Priva degli squalificati Torocsik e Nyilasi, goleador e regista, l’Ungheria ha fatto
piazza pulita delle proprie ambizioni. Ha giocato contratta, perennemente a disagio, al
di sotto delle sue credenziali. Con quei due ventiduenni campioni, era una squadra
parecchio equilibrata; senza di loro, con gli uomini contati anche per una serie di
infortuni, ha mandato in campo una squadra anziana, di 28 anni di età media. I tre
attaccanti erano poi rispettivamente di 32, 31 e 29 anni. La qual cosa ha molto
agevolato il compito della difesa italiana, battuta soltanto su penalty, commesso da
Bellugi con una manata un po’ goffa e parecchio ingenua.
E’ stato 3 a 1 ma poteva uscirne benissimo un 6 a 1! E’ la pura verità, non
un’esagerazione, se si tiene conto delle sensazionali tre traverse di Bettega (al 21′, al
55′ e al 66′), una più bella dell’altra, soprattutto la prima, picchiata forte proprio sotto
il legno. Come le altre punte italiane, Bettega ha potuto godere del discreto vantaggio
offerto dal tipo di marcatura all’ungherese, molto elastica e mai asfissiante. Il sogno
cullato per due anni da Lajos Baroti di modificare nella sua nazionale la mentalità del
campionato magiaro (dove si continua tuttora a marcare a zona) pare essersi dissolto
all’impatto con l’Argentina. Un vero e inatteso fallimento per il vecchio allenatore,
giunto al suo settimo mondiale.
Prima del sensazionale uno-due, l’Italia era sembrata prudente. Aveva l’aria di
prendere anzi le misure dell’avversario, per capire se fosse temibile o malleabile. A
qualcuno non sarà piaciuto un atteggiamento così sornione, ma trovo che è stato
invece decisivo, umile e cauto come doveva essere, fatto su misura per non farsi
cogliere da spiacevoli sorprese sul tipo del fulmineo gol della Francia.
Senza perdere le distanza, senza lanciare all’avventura i suoi Cabrini/Tardelli, la
squadra si è esaltata via via con lampi di ingegno individuale. Non era ancora
profonda, non chiudeva tutti i triangoli, ma si vedeva benissimo che con quella
Ungheria prima o poi il corridoio-gol si sarebbe aperto. L’uno-due è stato tanto
clamoroso e stordente per i magiari che, da quel momento, partita in senso stretto non
c’è più stata e non a torto, non certo per albagia che non possiede, Bearzot ha alla fine
parlato di “monologo”.

Un monologo appoggiato per un’ora sul movimento, soprattutto di Rossi, e sulla
percussione centrale, soprattutto di Bettega. I due erano parecchio appoggiati, da
Benetti (di forza) e da Causio-Antognoni (di precisione). Lo stesso gol di Benetti
testimonia l’efficacia del potente giocatore veronese, andato a smarcarsi e a battere da
fuori area dopo aver seguito e sorretto un raffinato scambio Bettega- Rossi.
Una sconnessa Ungheria non deve far pensare pressoché a una passeggiata. Anzi, a
corto di risorse psicologiche, gli ungheresi hanno gratuitamente incattivito alcuni
contrasti. Ne sanno qualcosa Rossi e Bettega. Il primo è rimasto steso con la gamba
destra dolorante al malleolo; il secondo ha preso brutti inciampi su piedi troppo
molesti e deve avere una caviglia da borsa di ghiaccio.
Lo stesso Bettega lamenta poi, curiosamente, una forte contusione alla coscia. Dico
curiosamente perché, non so se per lapsus freudiano, nello spogliatoio il giocatore ha
indicato in… Scirea l’autore del colpo. Coincidenza che, se autentica, farebbe di Scirea
il vero, per quanto involontario, killer anti-Italia! Oltre al colpo a Bettega, Scirea ha
infatti steso Cabrini, in uno scontro così rude da provocargli una distorsione tibio-
tarsica.
Viste le botte prese da Bettega, Cabrini e Rossi, sarebbe da essere parecchio
preoccupati per il match con l’Argentina, sabato a Buenos Aires. Data la situazione
nella classifica del girone, la partita con i gauchos sarà tuttavia una mezza formalità,
tale da non mettere in allarme.
Situazione sanitaria a parte, resta l’impressione di una vittoria rapidamente ottenuta e
bravamente amministrata, con molta calma e molta disciplina, avendo potuto contare
su un buon pubblico e su un arbitro ben disposto. Quando Barreto ha concesso il
rigore agli ungheresi, l’Italia stava sul 3-0 e mancavano soltanto 9 minuti alla fine: un
penalty della… bandiera, nulla di più.
La partita è andata tanto liscia che Bearzot non ha nemmeno ravvisato l’utilità di
sostituire qualcuno durante l’intervallo. Mentre gli ungheresi erano in pieno sfacelo e
cambiavano tutto il cambiabile, Zaccarelli restava in panchina, dando così al Ct il
modo di controllare per intero la tenuta fisica di Antognoni in una partita vera, lui che
tra campionato italiano e la Nazionale, viaggia da qualche mese con mozziconi di
partite. Il bell’Antonio ha chiuso un poco stremato, incapace di piazzare il suo destro
nello specchio della porta e ciò nonostante il suo non è stato un naufragio, forse
sorretto dal molto che stavano facendo, motu proprio, le punte e in particolare
Bettega.
Due partite, quattro punti, cinque gol fatti, due gol subiti, dei quali uno su rigore, tre
traverse, parecchio temperamento, qualche scampolo di gioco collettivo e parecchia
classe in attacco: direi che il bilancio è più che positivo. Sfido chiunque, un mese fa, a
prevederlo! E’ sempre molto piacevole imbattersi nelle smentite, quando si teme il
peggio. Paolo Rossi era ieri sera tanto felice che ha confermato a Farina di voler
investire il premio partita ottenuto con la Francia nella Finanziaria, la Vice-Sport, che
possiede la azioni del Vicenza ed è proprietaria dello stesso… Paolo Rossi! E poi
dicono che la Nazionale non è anche un affare.

LE PAGELLE

ZOFF 7: più che impegnato è stato risparmiato dagli ungheresi che, una volta nel
primo tempo e almeno tre-quattro volte nell’ultima parte della partita, hanno
commesso sotto porta plateali errori di conclusione. E’ stato battuto soltanto su rigore
e anche questo il portiere friulano lo aveva intuito, sul suo palo sinistro. Per essere

una partita mondiale, è stato per lui un pomeriggio di tutto riposo. In ogni caso,
nessuno errore.
GENTILE 8: sembra tanto in forma da divertirsi in campo. L’ha dimostrato
soprattutto nel secondo tempo quando, a risultato abbondantemente sicuro, si è preso
lo sfizio di scattare più volte in posizione da ala destra, dettando il passaggio a Paolo
Rossi o andando ad attendere il lancio. Se un giocatore non sta in condizione fisica
splendente, non sprecherebbe tante energie, in un torneo ancora lungo. Come previsto
all’inizio del mondiale, Gentile si conferma il più garantito della difesa azzurra.
9 CABRINI 7-: una partita molto attenta tatticamente nel primo tempo, anche se,
soprattutto nella prima mezz’ora, ha concesso troppo spazio all’ala destra Pusztai,
dalla quale sono infatti piovuti nell’area di Zoff i cross più pericolosi. Col passare dei
minuti, Cabrini ha modulato meglio la marcatura e, soltanto a ragion veduta, è andato
ad appoggiare in attacco. Peccato per lui che, in un fortuitissimo scontro con…
Scirea!, si sia mezzo scassato la caviglia destra, uscendo anzitempo.
BELLUGI 6,5: ha marcato Fakezas, trentunenne, sostituito nell’intervallo per essersi
fatto notare soprattutto per lo scarsissimo movimento. Bellugi non è stato chiamato a
una marcatura molto difficile. Nel secondo tempo gli è scappato un rigore che lo ha
adirato molto, ritenendosi innocente. In effetti, Bellugi ha “lavorato” un po’
irregolarmente, con la mano destra, su un affondo di Csapo, e a quel punto, sullo
scontatissimo… 3-0, l’arbitro uruguaiano non ha voluto perdonare nulla. Forse, in altre
circostanze, avrebbe chiuso un occhio: in ogni caso l’irregolarità c’era.
SCIREA 6,5: una partita abbastanza disinvolta la sua, anche se era cominciata con un
pazzesco brivido al 13′, quando Nagy aveva infilato stopper e libero in dribbling,
andando tutto solo in faccia a Zoff. Per fortuna, l’ungherese ha, come in altre
occasioni, banalmente sprecato. Anche nel secondo tempo c’è stato qualche attimo di
perplessità al centro dell’area italiana ma, a onor del vero, bisogna riconoscere che la
partita era ormai decisa e che quindi qualche momento di deconcentrazione era più
che comprensibile.
BENETTI 7+: non ha cominciato alla grande come contro la Francia, anzi dava
qualche segno di rallentamento, tanto che in tribuna qualcuno ipotizzava già la
possibile sostituzione con Zaccarelli nel secondo tempo. Benetti ha tuttavia superato
quel quarto d’ora di impasse e, alla lunga, ha messo a fuoco la sua partita ad un ritmo
molto ordinato e disinvolto. Il gol, una botta dritta di destro appena furi area, dopo
uno scambio Bettega-Rossi, ha premiato questo giocatore di grande nerbo,
fondamentale nelle prime due partite mondiali.
CAUSIO 7,5: si è lasciato andare a momenti di splendore tecnico, soprattutto a
risultato acquisito, e questo ha mandato in brodo di giuggiole gli osservatori
brasiliani. Anche lui come Gentile ha alla lunga dimostrato una ammirevole
freschezza mentale. All’inizio, aveva invece trovato qualche difficoltà a rendersi
disponibile sulla destra, punto tatticamente decisivo per il centrocampo azzurro,
abituato a buttare l’ancora sul “barone” della Juve. Finora, la condizione di Causio è
forse la migliore sorpresa delle prime due partite.
TARDELLI 7: contro la Francia gli toccava badare a Platini, senza preoccuparsi di
null’altro. Contro l’Ungheria, le squalifiche ungheresi gli avevano tolto di mezzo
l’attesissimo Niylasi: si è
trovato dunque più sciolto dell’avversario, meno
ossessionato, e infatti si è dedicato con maggiore disinvoltura alla manovra.
Esemplare in questo senso l’affondo che ha portato all’1 a 0 dell’Italia: non
dimentichiamo infatti che Paolino Rossi ha raccolto il pallone non trattenuto dal
portiere proprio su una sventola dal limite di Tardelli, fortunatamente per noi deviata
da un terzino.

ROSSI 7,5: suo il primo gol, che in partite come queste conta il doppio. Un gol di
riflessi, di posizione, molto tipico alla sua agilità: un gol che non avrà certamente
stupito, alla televisione, gli habitué di Vicenza. Gol a parte, soprattutto nel primo
tempo Rossi è stato il più attento nel cercare i triangoli che scompigliassero gli
ungheresi. Ha fatto venire a tutti, soprattutto a Farina in tribuna, un brivido quando è a
lungo rimasto a terra per un tackle violento di Kereki sulla gamba destra. Sapendo che
Rossi non simula per abitudine, si temeva il peggio. Pare invece che se la sia cavata
con un grosso livido.
ANTOGNONI 7-: in progresso nella prima parte della partita rispetto alla Francia,
anche se alla distanza si vede che accusa fatica e un non ancora intero adeguamento ai
90 minuti. E’ il giocatore che probabilmente ritroverà la piena condizione “durante” il
Mondiale. Ammirata la pulizia di certi suoi triangoli d’attacco anche se, sull’ultimo
tocco in area, l’ho trovato più di una volta impreciso.
BETTEGA 9-: una partita perfetta anche se molto jettata. A parte il già bellissimo gol,
passando come un rompighiaccio tra due difensori, Bettega ha colpito qualcosa come
tre traverse, una più deliziosa e potente dell’altra! Efficacissimo quindi in zona-gol e
straordinariamente preciso in ogni triangolo con Rossi e Benetti.
Peccato che, come Cabrini, sia uscito in anticipo con la preoccupazione di una
caviglia sinistra brutalmente martellata dagli ungheresi.
CUCCUREDDU e GRAZIANI n.c.: hanno sostituito Cabrini e Bettega normalmente,
ma troppo tardi per una seria valutazione.