1978 giugno 20 Con l’Olanda conterà la tattica

1978 giugno 20 – Con l’Olanda conterà la tattica

BUENOS AIRES – “Gli olandesi sono capaci di tutto!” esclama Bearzot. E aggiunge:
“Possono farti melina anche per un’ora e mezza, tra libero e portiere, un po’ come tre
anni fa a Roma, quando era per loro sufficiente perdere di misura”.
– Ma a forza di melinare, offrirono tre palle-gol a Savoldi-Pulici eccetera…
“E’ proprio questa la mia speranza. Loro sono dei calcolatori, sanno adattarsi a
qualsiasi tipo di gioco, ma sono anche presuntuosi. Per batterli, noi dobbiamo
giocare con molta intelligenza: magari subendo, quando attaccano, ma pronti a
creare spazi in avanti, per trafiggerli”.
E’ vero che finora gli olandesi hanno forse speso in energie qualcosa in meno degli
italiani (loro si sono dannati con la Scozia mentre l’Italia, per “essere seria” come dice
il Ct, ha giocato con i titolari anche contro l’Argentina). Ma è altrettanto vero che
Italia-Olanda ha l’aria di diventare una partita sofisticatamente tattica. L’Olanda segna
molto e, ciononostante, nelle ultime tre partite ha incassato sei gol, tre con gli
scozzesi, uno con gli austriaci, due con i tedeschi. Un filo di speranza c’è anche per
Bettega-Rossi o per precisare come ha fatto Bellugi, “per Rossi-Bettega” visto che lo
stopper del Bologna è un patito di Pablito.
A spiare Olanda-Germania per conto di Bearzot è andato l’under Azelio Vicini,
testimone che i tulipani hanno stranamente marcato a uomo e non a zona come sono
soliti. Impostati così, hanno lasciato perdere anche il meccanismo del fuorigioco
simultaneo, capace di paralizzare le punte avversarie. Come si disporranno contro gli
italiani? Nella risposta sta probabilmente la chiave del match.
In ogni caso, Zaccarelli è il più attento nel proporre le contromisure all’eventuale
tattica del fuorigioco: “O metti la palla a terra e tenti il dribbling, ma loro sono abili
nell’opporti il pressing. Oppure cerchi disorprenderli con difensori che scattano dalle
retrovie. La trovata del fuorigioco, sperimentata anche da noi del Torino, funziona
quando gli attaccanti avversari stanno davanti fissi, senza movimento. Per esempio
contro l’Inter, con Muraro, spesso in difficoltà”.
L’Italia ha fatto da parte sua due esperimenti di marcatura a zona: un anno e mezzo fa
a Lisbona e l’altra sera nel primo tempo con l’Austria, quando Gentile e Benetti
ballavano tra Sara e Kreuz. Entrambi gli esperimenti hanno dato esito negativo. Si
tratta di mentalità filtrata da decenni, difficile da evolvere: “perciò stiamo con le
nostre marcature ad uomo”, ha prudentemente predicato Bearzot.
Dato che di tattica si tratta, un giocatore particolarmente importante diventa Causio,
parecchio defilato contro l’Austria, soprattutto nel primo tempo. “Ma si è trattato –
assicura il Ct – di difficoltà generali di tutto il centrocampo, non di appannamento
fisico di Causio, anzi”.
Infine, l’Olanda presenta qualche giocatore sconosciuto, le riserve delle riserve.
“Fortunatamente – conclude Bearzot – sono novità in difesa, che ci possono
sorprendere fino a un certo punto. E del resto le sorprese sono all’ordine del giorno a
un mondiale: vedi l’Austria che l’altro giorno annunciò una formazione un’ora prima
della partita, cambiando poi quattro giocatori all’ultimissimo momento”. La nostra
impressione che il Ct ne fosse rimasto sorpreso non era campata in aria.