1978 gennaio 2 Giulietta con passione

1978 gennaio 2 – Giulietta con passione

Sei femminista, Sara? “Se intendi l’impegno di donna sì. Ma se ti
riferisci alle passeggiate e agli slogan, no”. Forse per questo tipo di
risposta, pur avendole riservato sull’Unità un amabile corsivo,
Remo Musumeci ha scritto che Sara Simeoni “è ancorata a
posizioni di retroguardia nel rifiutare
l’analisi di una realtà
femminile lontanissima da sé e dalle proprie esperienze”.
Il fatto è che la Simeoni ha in antipatia mode, aria fritta e frasi fatte.
Non era nata per l’atletica, “era un niente con quelle gambette”
sorride il padre rammentandone l’infanzia, e tutto ciò che ha
ottenuto se l’è faticato parecchio, con un lavoro puntiglioso, certo
individualista, su un fisico che doveva fare i conti con una certa
tendenza all’anemia e che poteva riservare alla colonna vertebrale
i carichi tipici delle Isotte dell’Est.
Lei non decide di smettere nemmeno al sera in cui, era
mezzanotte esatta, le telefonarono a casa per avvertirla che la
Ackermann aveva sorvolato i due metri.
A ventiquattro anni, Sara Simeoni ha gli stimoli disegnati nella
vibrazione del volto e del corpo. Può turbarsi, piangere, mandare a
pezzi i suoi bio-ritmi e far scrivere che passa un periodo
particolare, ma si ricupera dal di dentro, testarda, ambiziosa,
aggressiva, a proprio agio soprattutto con la chiassosa ed elettrica
atmosfera delle riunioni indoor. Ne è infatti campionessa europea:
era dai tempi di Giulietta che Verona non dava una ragazza di
tanta passione.