1978 febbraio 13 Mediocrità a San Siro

1978 febbraio 13 – Mediocrità a San Siro / Continua il
“miracolo” Lanerossi

MILANO – Nell’Ottocento c’era chi sosteneva che compito dei critici
fosse di “abbracciare il poeta e di cantare con lui”. Dalla poesia la
football, una tesi del genere mi pareva giusta al mondiale di
Germania, per certe partite dei tedeschi e degli olandesi, quando a
stare in tribuna ti pigliava davvero la voglia di saltare in campo a
dare strette di mano e pacche sulle spalle. Ieri a San Siro, no, per
carità! Altro che “abbracciare i poeti” della pedata. L’unico
desiderio critico era semmai di scendere e menare, come si
raccomanda a Trastevere.
Una partita mediocre, con poche palle-gol ma, soprattutto,
sfregiata nello stile. I colpevoli sono tanti e tutti in flagrante, anche
se per l’arbitro Bergamo di Livorno alcuni sono misteriosamente
rimasti latitanti.
Furino non ha lasciato giocare Gianni Rivera. Di mano, piede o
capa, tutto gli pareva lecito pur di stordire i pochi palloni che Rivera
ha l’obbligo di pennellare in una partita. Maldera e Tardelli si sono
scambiati tutta la bile del pianeta: tra Benetti e Antonelli c’è stata
anche
la squisitezza degli sputi. Persino Capello s’è
vergognosamente incarognito su Bettega, giusto sotto la tribuna, e
tutto si potrà dire di Bettega, fuorché che non sia un professionista
corretto.
Ho visto una gomitata di gentile in faccia a Rivera, e non m’è parsa
casuale. “Lei non ha visto nulla?” ha chiesto Rivera al segnalinee.
Né visto né sentito né saputo nulla, ci mancherebbe. Stesso
atteggiamento da parte dell’arbitro.

Abituato a far ridere la gente, Renato Pozzetto aveva la faccia più
stupefatta del solito. Che le è sembrato? “Niente, non è stata una
partita. Ha presente una cosa che non è una cosa? Ecco…”.
C’era nell’aria tanta isteria e impotenza arbitrale, che hanno
cominciato a litigare persino tra giocatori della stessa squadra.
Vedi Morini e Gentile, affrontatisi come galli delle Antille, a
spintoni, manate e vai a quel paese. La gente urlava “buffoni”
mentre il povero Zoff era San Sebastiano flagellato di palle di
neve, di petardi e di fumarole che, data la diffida preesistente,
potrebbe anche portare alla squalifica per una giornata del campo
di San Siro. Ma, forse, la memoria dell’arbitro si ottunderà anche
nella stesura del rapporto…

Con una partita di questo genere, era inevitabile che ci fosse
anche chi, come il ds del Milan Sandro Vitali, fa pesante politica
del sospetto: “Vogliono far finire il campionato con un mese di
anticipo”, ha dichiarato nello spogliatoio con fin troppo lampante
riferimento alla protezione data a Furino, alla Juve e, in poche
parole, allo scudetto bianconero.
Io non credo esista una volontà tanto machiavellica, che si rifà alle
logore tesi delle “congiure” anti tizio o caio. Piuttosto, non bisogna
dimenticare che nessuno, tantomeno tra i giocatori, ha aiutato
l’arbitro a sbagliare poco. A seminar zizzania, provocazioni e
proteste, l’arbitro ha bruciato le valvole, con un troppo vasto
omissis disciplinare.
Di San Siro e della presunta partitissima, resta a questo punto
soltanto la classifica: con la Juve sempre separata dal resto del
campionato e con tre squadre tuttora seconde. Nella domenica dei
pareggi, ci sono infatti anche i due gol a Torino del Lanerossi
Vicenza! Confesso che la cosa mi fa particolarmente piacere dopo
che un sacco di gente aveva nei giorni scorsi quasi cancellato la
squadra di GB Fabbri dalle benemerite del campionato. Dopo il 2-0
di San Siro, in molti avevano trattato il Vicenza come bluff, quasi
che l’Inter non fosse la squadra di questi tempi più sveglia (e l’ha
dimostrato ieri a Napoli). Ora si sono accorti che il “miracolo” non è
finito. Meglio tardi che mai: che gran amico è certe volte il tempo.