1977 maggio 26 Grande Liverpool in Coppacampioni

ripresa,

1977 maggio 26 – Grande Liverpool in Coppacampioni

ROMA – Ventiduemila inglesi in continuo tumulto sulle gradinate
hanno ammutolito dodicimila tedeschi: ripetendo l’exploit del
Manchester United, il Liverpool ha dato all’Inghilterra la seconda
la panzerdivisionen
Coppacampioni. All’inizio della
tedesca ha dato un colpo di tallone portandosi sull’1 a 1 ma è stato
un interludio in uno show pressoché totale degli inglesi.
“Gioco lento e poco incisivo” ha commentato Bearzot durante
l’intervallo. Forse aveva visto un’altra partita dal momento che già
nel primo tempo il Liverpool aveva imposto un ritmo micidiale. Se il
Borussia non ha potuto esprimersi come sa, molto è dipeso dal
fatto che il suo forcing veniva strozzato sul nascere dal pressing
dei compaesani dei Beatles.
Non riuscendo a fare cuneo, i tedeschi hanno impostato con
un’andatura melinante, non aborrendo il back-pedalling praticato
alla perfezione dagli… olandesi di Cruyff quando preparano
l’infiltrazione a rete. Gli inglesi hanno risposto aggredendo a
centrocampo, non dando ai tedeschi il tempo di verticalizzare
l’azione verso il gol.
Le due squadre si eguagliavano soltanto in due caratteristiche:
hanno entrambi cancellato dalla faccia della terra la figura
tradizionale del regista, affidandosi tutte al movimento collettivo e
parallelo; inoltre, si sono marcate a zona consentendo un solo
vero duello faccia a faccia: quello tra il piccolo terzino Vogts e uno
degli attaccanti più travolgenti del mondo, il capellone Keegan, in
odore di passare al Real Madrid per la cifra record di mezzo
milione di sterline (800 milioni di lire).
L’antitesi tra i due è stata la cosa tecnicamente più bella della
finale. Keegan ha negato al tedesco il novanta per cento dei
palloni aerei; l’inglese si è invece visto quasi sempre smorzato nei
dribbling, tranne che in una occasione: a pochi minuti dalla fine
quando Keegan ha preso l’abbrivio della rete e lo avresti potuto
fermare soltanto con una fucilata! Vogts ha apposto il tackle, piede
su piede, omettendo il pallone, e non poteva che essere penalty, il
3 a 1 che trasformava gli ultimi minuti in una passerella per sua
maestà britannica.
In vantaggio il Liverpool era andato dopo una mezz’ora scarsa.
Con uno slalom alla Stenmark, il centravanti Heighway ha fatto
fuori tre avversari; la sua ala sinistra non è stata lì impalata ad
aspettare (capito che differenza?) e gli ha anzi dettato il passaggio

in

fianchi

tribuna. Lavoravano ai

avventandosi come un treno in piena area: McDermott ha ricevuto
sul destro il servizio e, alla garibaldina, l’ha scaraventato dentro in
diagonale da tredici metri.
Il Liverpool ha cominciato a vincere così, ma la sua era la vittoria
della superiorità atletica e fisica. Tanto nette entrambe da dare a
tratti persino l’impressione che gli inglesi fossero in soprannumero.
Certe loro battute picchiavano allegre sul cuoio con dei botti
percettibili
il centrocampo
avversario e proteggevano in difesa con l’unico autentico battitore
della partita: l’ex-mediano della nazionale Hughes che pare sia
stato inventato libero per un consiglio dato da Bearzot a Don
Revie…
Il Borussia è una grande squadra, che personalmente ammiro
molto. Ma ha perso presto la sua motocicletta Wimmer per
infortunio ed è stato progressivamente privato di ossigeno. Lo
stesso temporaneo pareggio dell’1-1 è in fondo un infortunio sul
lavoro degli inglesi, in particolare dello stopper Smith che ha
perduto un banale disimpegno difensivo. Il danese Simonssen,
ala-jet del Borussia, non si è fatto pregare due volte ed è andato a
scagliare in gol un sinistro che ha strappato la lacrima di
commozione e di solidarietà a Gigi Riva, con noi in tribuna.
Tutto il Borussia si è visto lì, in una decina di minuti in cui
Simonssen, dimenticando
iniezioni di
novocaina, si è scatenato per rovesciare individualmente un
risultato che, collettivamente parlando, non aveva più misteri. Il
Borussia ha in questo breve periodo mancato un paio di palle-gol e
la “sua” partita si è a quel punto conclusa.
Il Liverpool ha ripreso accelerando il ritmo, portando il mediano
Kennedy nel ruolo di stabile pivot d’attacco. La finalissima si è fatta
incandescente, diventando momento dietro momento uno
scampolo di campionato inglese con in più il vantaggio di
un’opposizione teutonica. Anche se piegati, i Sigfrido restano
sempre tali.
Il 2 a 1 ha in pratica deciso la finalissima. E sono curiose due
coincidenze tecniche: l’ultimo passaggio (stavolta su corner) è
stato ancora del centravanti Heighway come in occasione del
primo gol; la perfetta conclusione di testa appartiene allo stopper
Smith, evidentemente smarcatosi in avanti per far scordare
l’ingenuità con
la quale aveva detto “prego s’accomodi” a
Simonssen…

lombaggine e due

la

Che il calcio inglese non sia mai morto, il Liverpool lo ha
abbondantemente dimostrato dando un saggio di inesauribile
potenza soprattutto nell’ultima mezz’ora.
Il Borussia ha
significativamente gettato la spugna attraverso il suo giocatore-
bandiera Vogts: il rigore su Keegan era l’impotenza, la resa,
l’ammissione che la Coppacampioni doveva ieri sera essere made
in England.