1976 luglio 25 Il tuffatore teme il forfait

1976 luglio 25 – Il tuffatore teme il forfait

Franco Cagnotto è appagato dall’argento del trampolino e non se la sente di picchiare giù da 10
metri con una spalla in disordine .Perciò ha rinunciato ai tuffi dal piattaforma, dove aveva
scarsissime possibilità di piazzamento e dove avrebbe potuto compromettere alcuni impegni post-
olimpiadi.

Quanto a Dibiasi, la situazione è incertissima. Il padre, Carlo, sostiene che ci son soltanto un 50 per
100 di probabilità che Klaus possa tuffarsi tra lunedì e martedì” Lo sport finisce quando cominciano
i dolori” ha malinconicamente sorriso Klaus dopo essere uscito a mezzogiorno da un test in vasca. E
lui di dolori addosso ne ha purtroppo tanti: più ancora del tendine del piede sinistro, è ora il braccio
destro a togliergli sensibilità. Tuffarsi da 10 metri non è uno scherzo, si pigliano certe botte da far
paura e aver un braccio in disordine può anche significare entrar male e sballare una scapola. Se
ripetesse le abitudini del padre, Klaus si bucherebbe di novocaina novocaina e chiuderebbe la
carriera stringendo i denti: prima della guerra, il vecchio Dibiasi gareggiò infatti in Italia-
Jugoslavia a Trieste togliendosi la benda all’occhio destro fortemente ammalato e vinse tuffandosì
tenendo aperto soltanto il sinistro! Invece di elogiarlo, il medicogli fece un cicchetto mai visto. Il
figlio è un pò diverso; non ha la stessa forza d’animo, è un grandissimo campione che tende al
perfezionismo e che si abbatte quando sa di non poter rendere.

Questo è d’altronde l’addio di un personaggio che va capito:” Se ho una minima possibilità,
cercherò di farcela” ha concluso Klaus Dibiasi, una carriera olimpica con un doppio oro e un doppio
argento, costretto da dieci giorni a farsi perforare braccia e gambe con una legione di farmaci.