1976 giugno 30 Il profumo del Friuli

1976 giugno 30 – Il profumo del Friuli

Scrivo da un banco della terza elementare di Dolegna del Collio, dove insegna il maestro Adolfo
Gecchele. Mentre Gino Bartali premia i migliori allievi del trofeo Friuli 76 vinto da Paolo
Nascimben di Portogruaro, il pubblico sfila nei corridoi della scuola per osservare i disegni della
“mostra di pittura”, un’iniziativa che finirà con il portare un pò di soldi alla sezione distrofici di
Udine.

Il caldo è soffocante anche se un’amabile brezza scende dalle schiene dei Colli orientali del Friuli.
Qui siamo nel cuore del “Collio” dove ogni attimo della vita viene filtrato attraverso tajut, dove
ogni attimo dello sport passa attraverso una sagra paesana. “Grandi festeggiamenti per il trofeo
Friuli” dicono i cartelli stampati a mano e affissi agli angoli delle strade.” Ballo gratuito”
aggiungono le ultime righe di un manifesto dondolante da una gaggia.

C’è il parroco in maniche di camicia; c’è il sindaco che ha raccomandato alle ragazzine in costume
d’essere affettuose nel bacio ai corridori premiati: c’è l’onorevole Santuz appena eletto alla Camera
dei deputati; c’è Luciano Reghenaz che crede all’amicizia più ancora che al ciclismo e che sulle
bottiglie della sua collina ha impresso come marchio una verde foglia di vite; c’è anche Diego
Meroi di Cividale, il più attento dei dirigenti del calcio triveneto.

Quando il numero 11, Cassetta, del Gs Urioni di Sant’Angelo di Piove di Sacco, ha tagliato da solo
il traguardo, ho visto corrergli incontro un signore di mezza età con un bambino in braccio:
“Cristiano! bravo Cristiano!” continuava a urlargli felice. Era lo zio di Cassetta, sedicenne del
villaggio Busonera di Cavarzere, un ragazzo che con il suo volto appena uscito dalla pubertà ha
archiviato l’ultima Grappa del Trofeo Friuli ’76. Un trofeo che si è portato dietro, chilometro dietro
chilometro l’infelicità e la forza del Friuli, Le prove sono state ridotte da otto a sette, tutto qua: per
il resto( 101 i partiti di oggi!) la corsa di Marino Rossi ha continuato a vivere nonostante le
distruzioni, nonostante i mille intralci, nonostante la smemoratezza di Lignano.

Alla fine Ugo Mattiuzzo, presidente della Pro Glemona, ha consegnato ad alcuni amici un
volumetto che ricorda, in testi e immagini, la storia della sua città: “Vedrete in queste pagine un
ricordo, un qualcosa che non esiste più”; nonostante l’aria di festa e il profumo di questi colli gli
occhi si sono arrossati.

Il trofeo Friuli 76, il trofeo dei tanti bravissimi Nascimben, è finito così. Amici che mi leggete, in
questo momento non voglio offendervi ma finché non capiterete da queste parti, senza fretta,
qualcosa d’ importante della vostra vita sarà andato sprecato. Credetemi sulla parola data da questo
delicato Comune friulano di 740 abitanti e di cinque frazioni.