1972 agosto 29 Il nuoto esplode con tre “mondiali

1972 agosto 29 – Il nuoto esplode con tre “ mondiali ”

Durante una conferenza stampa, Mark Spitz disse: “ La piscina più rapida che io abbia mai
conosciuto. Fantastica! ” parlava della Swimminghall di Monaco, dove stamattina alle 10 in punto il
nuoto, sport-vedette, è entrato nell’attualità dell’ Olimpiade ’72.
Architettura a parte, sbalordiscono gli strumenti tecnici. Mentre guardi l’acqua con i tuoi occhi,
televisori al tavolo alternano riprese di dettaglio che non lasciano nulla all’immaginazione: le
telecamere riprendono sott’acqua, di lato, da sopra, al rallentatore, in primo piano. L’altleta diventa
meccano che puoi costruire e smontare, sotto sforzo, quando e come credi.
L’ordine d’arrivo e i tempi sono assolutamente istantanei. Tra il tocco finale e l’esito sul tabellone
luminoso, l’elettronica non impiega più di un secondo, ottenendo così una strepitosa immediatezza
nella partecipazione del pubblico all’exploit. Accanto alla piscina, la fossa per i tuffatori, dove
l’acqua si increspa meccanicamente, per evitare il riflesso.
Ore 10
Mark Spitz va in finale facile . Passa ai 100 in cinquantotto secondi e un decimo, poi rallenta.
Respira ogni due bracciate, la sua virata è uno schiocco di frusta. Nella sua serie, nuota anche
l’Inglese John Mills e rimane escluso dalla finale, nonostante il terzo posto, con il tempo di 2’06”5!
Gli italiani sono due, il romano Tozzi e Carboni, di Ascoli Piceno. Il primo viene squalificato, il
secondo arriva sesto nella serie di Spitz, in 2’12”1. Amen
Ore 10.30
50 farfalla, 50 dorso, 50 rana, 50 stile libero: tocca ora alle donne, nei 200 quattro stili. “ Una brutta
specialità ”, osservano i buongustai del nuoto, “ serve per allenamento e basta ”. Qui, delle italiane
nemmeno l’ombra: per gli Usa, fa però il miglior tempo ( 2’24”9, appena un paio di decimi sopra il
record olimpico) proprio un’oriunda, Lynn Vidali.
Ore 11.11
Siamo sempre nei 200 misti femminile, ma questo è un minuto particolare: entra infatti Shane
Gould per la quale il settimanale “ Stern ” ha intitolato così un servizio: “ Konigin in Wasser das bin
ich ”, io la regina dell’acqua. In tribuna la mamma, la sorellina Jenny di 8 anni della quale Shane
assicura che sarà un giorno nuotatrice ancora migliore. “ Go Shane ”, si sente urlare anche se questa
è per le quasi una seduta di pre-riscaldamento. Non forza, non usa le gambe e fa un tempo
mediocre, 2’26”4. La sua serie chiude. Finale al pomerriggio.
Ore 11.20
Cento dorso maschili, il regno di Roland Matthes, l’asso di Pankow, altissimo, magro, medaglia
d’oro in Messico, in 58”7. poiché al pomeriggio ci sono le semifinali, si risparmia, lui che è
calcolatore più gelido di un computer vero: il suo tempo, di serie, è infatti 1’00’1.
Il record olimpico lo cancella lo statunitense Mike Stamm, in 58”6 anche se il suo sorrisino dura
appena tre minuti esatti: nella serie successiva, è l’altro statunitense Michele Ivey a scendere su
58”1.
Un collega bisbiglia che il primato italiano sta immobile da cinque anni sull’1’00”1 di Del Campo:
l’aggiornamento non è evidentemente una qualità italiana, almeno in piscina.
A proposito d’italiani, noto che nella quarta serie sta iscritto un Giuseppe D’ Altrui: naturalmente è
una finzione trattandosi del vice-allenatore della pallanuoto, per non appesantire lo staff tecnico, lo
hanno iscritto come dorsista, capito? Accade del resto anche in Messico, quando figurò tra gli
iscritti alla maratona il dirigente Milone, di circa 60 anni, e un radiocronista in buona fede disse in
diretta…“ Non abbiamo ancora notizie di Milone…”
Ore 11.50
Torniamo alle cose serie, cioè ai 100 stile libero femminile che prevede la finale domani. La
Wetzko, tedescono orientale, vince la prima batteria in 1’00”4. La più poderosa fisicamente è
Brigitha, indonesiana con passaporto olandese, ottima alla virata. La più giovane, Françoise Monod,
esile e gentile, 13 anni eliminata.
L’americana Kemp, rivelazione alle preolimpiche di Chicago, passeggiata in 1’00”4, anche se è

accreditata di 58”6, a un solo decimo dal “ mondiale ” della Gould. Shane, la regina, viaggia
nell’ultima serie e s’arrabbia perchè la tedesca orientale ( non manca mai!). Andrea Eife la marca
stretta, poi la supera e non crolla: mentre il pubblico fa tifo fa finale, la Gould guarda di
sghimbescio l’avversaria e si vede che proprio non vuole perdere, accelera, dà il massimo e vince
negli ultimissimi metri. Mentre la Weber fa il nuovo record tedesco occ. ( 59”7).
L’unica italiana è Laura Podestà, diciottenne milanese della Geas. Naturalmente, ultima, ottava,
eppur brava, poiché realizza il suo primato personale in 1’02”8: precedente, 1’03”2. Anche questa è
una “ vittoria ”.
Ore 12.15
La prima staffetta di Monaco: la 4 x100 stile libero. Gli Usa sono di un altro cosmo: lasciano
riposare Spitz e schierano, nell’ordine, Fairbank, Connelly, Heidenreich, Edgar. Il primo passa in
52”6 facendo intuire subito come stanno le cose: tra gli applausi, senza Spitz, senza antitesi, gli Usa
uguagliano il record del mondo, 3’28”8.
L’Italia va in vasca con Urss, Olanda, Spagna, Germania occ., Francia e Messico: alla fine è quinta,
in 3’38”8 che è il nuovo primato italiano ( precedente 3’40”1) ma che non basta per la finale.
La prima frazione è toccata al triestino Pangaro, la seconda al romano Barelli, le terza al triestino
Guarducci, la quarta al veronese Castagnetti, insomma quasi un quartetto triveneto. Pangaro ha
concluso quarto, Barelli secondo in 1’48”7 ai 200, Guarducci quarto in 2’43”6 ai 300, Castagnetti
quinto, alla fine. Più brillanti i primi due, anche perchè sovietici francesi e tedeschi hanno tenuto
formidabili sprinter all’ultima frazione. Per esempio, Michel Rousseau che, con 100 metri da
inondazione, ha salvato letteralmente una ritardatissima Francia.
Ore 17.30
Due semifinali, 100 metri dorso maschile, per dare i nomi degli otto finalisti di domani. Nella prima
manche Matthes vince senza stravincere. Gli osservatori tedeschi dicono che si risparmia; qualcuno
si chiede se per caso gli manchi la forma strabiliante. Mike Stamm lo pedina senza omaggiare e si
concede tre decimi di secondo: Matthes è primo in 58”4, Stamm secondo in 58”7. Nell’altra manche,
due dorsisti Usa che finiscono al primo e al secondo posto: Ivey vince in 57”9, nuovo record
olimpico; Murphy si piazza secondo in 58”6, meglio dunque dello stesso Stamm. Il galleggiamento
di Matthes è eccezionale, il torace resta quasi perennemente fuori. Ma quei tre ragazzi Usa non
hanno complessi addosso. Domani sarà eccellente finale.
Ore 17.45
Altre due semifinali, 100 stile libero per donne. La statunitense ( oriunda russa ) Babashof fa il
miglior tempo in assoluto, 59”05 precedendo l’ungherese Pathos e la tedesca occidentale Reineck. E’
una semifinale che finisce in lacrime per Jennifer Kemp, accreditatissima ma soltanto quinta in 59”9
e quindi eliminata. Nella seconda semifinale, disturbata all’inizio da un litigio in tribuna, la Neilson
va in partenza falsa. Si risiedono tutte: Shane Gould accavalla le gambe e aspetta paziente, come se
stesse ad una fermata dell’autobus. Si parte. La Gould non forza soprattutto perchè, tra pochi minuti,
le toccherà di rientrare in vasca per la finale dei 200 quattro stili. La cautela diventa obbligatoria per
l’australiana che concede vantaggio alla Weber sulla virata.
Gli ultimi metri sono comunque della simpatica Shane, già idolo del pubblico, e vince in 59”2. La
Webber, intanto, fa patatrac nel finale e, con il nono tempo delle due semifinali, non passa a
domani.
Ore 18.00
Prima finale del nuoto, prima medaglia, primo campione, primo inno. Sono i 200 farfalla.
Favoritissimo Spitz, nonostante le grida patriottiche per Fassnacht. Prima di tuffarsi, Spitz mulina le
braccia. Sta in corsia 4, alla sua destra Backhaus, alla sua sinistra Hall, tutti e tre Usa. Spitz passa ai
cinquanta metri in 59”9, ai centocinquanta metri in 27”1, ai cento metri in 59”9, ai centocinquanta in
1’36”.
Dalla seconda vasca nuota quasi in solitudine, armonioso, arcuato all’inverosimile, un capolavoro di
stile e forza belluina. Backaus lo vede sfilare verso il record del mondo. Tutto il pubblico intuisce
che sarà record, non può essere che così: ed è un 2’00”7 che non ha bisogno di aggettivi. Il tetto
precedente salta di quasi un secondo ( 2’01”5 sempre di Spitz). I tre Usa, al centro della piscina,

hanno disegnato una specie di prua imbattibile e toccano i blocchi ai primi tre posti. La solitudine di
Spitz resta però enorme e lo testimonia il fatto che, dietro il suo record mondiale, né Hall ( 2’02”6)
né Backhaus ( 2’03”2) abbiamo migliorato quello olimpico ( 2’02”1).
Sono le 18.15 quando entra il Cancelliere Willy Brandt, applaudito e, da pochi, anche fischiato. Il
neo presidente del Cio, lord Killanin dona le medaglie mentre tre bandiere stellate salgono in alto.
Spitz, finalmente, si passa mani felici sulle guance, morde le labbra, serra la mascella per evitare la
commozione. Il pubblico insiste nell’applauso. E non ci sono gesti plateali.
Tutto ha una severa solennità. Un saluto pacato verso la tribuna e Spitz se ne ritorna, in attesa di un
altro record.
Ore 18.30
Finale numero due, per donne, i duecento metri quattro stili. La Gould non è favoritissima: stamane
ha fatto un tempo mediocrino tanto da meritare la settima corsia. Oltretutto, questa specialità non la
praticano in Australia, giudicandola contaminazione senza gran senso. I book-makers accreditano
meglio Cornelia Ender, tedesca orientale, e la Vidali, statunitense, rispettivamente in quinta e in
quarta corsia. Gridolini in tribuna innervosiscono soprattutto la Woods che si sbilancia in partenza
falsa. Fa caldo ma la Ender si copre con un asciugamano nella breve pausa: è freddo psichico e
basta.
Nelle due fazioni di delfino a dorso, la Vidali e la Ender dominano senza però annichilire la Gould
che comincia a recuperare nei cinquanta metri rana. Quando scatta il momento dello stile libero la
Ender è ancora in testa, di mezzo metro. La Gould le sta sul fianco, poi s’allunga, rulla da far
impazzire il pubblico, va in linea con la Ender e la sottomette con le ultime bracciate.
Seconda finale, secondo record del mondo: 2’23’07 ( precedente 2’23”5). Sul palco, Shane Gould
sale con un canguro di pezza tra le braccia, coccolato come forse vorrebbe coccolare ora il suo
bassotto “ Doggy ”. La Gould piange teneramente poiché non possiede i virili freni di Spitz. Bella
ed espansiva, la Ender sorride felice, l’argento le basta. Solo la Vidali è distrutta. Illusa da due
vasche in testa e declassata malamente nelle ultime due.
Ore 18.50
Tempo di staffetta, finale della quattro per cento stile libero maschile. Per sintetizzare la verità
tecnica, basti dire che l’Urss arriva seconda, fa il record europeo in 3’29”7 e, ciò nonostante, gli Usa
bloccano i cronometri tre secondi abbondanti prima: in 3’26”4, nuovo record del mondo!, migliorato
di due secondi e quattro decimi.
Soltanto nella prima frazione un russo, Bure, ha toccato prima dell’americano Edgar: da quel
momento, il razzo-Usa ha scardinato in tre stadi ogni concorrenza con Murphy, Heidenreich
e…Spitz! Quando quest’ultimo ha tuffato il baffo in acqua, che cosa poteva accadere se non che un
altro muro del nuoto venisse abbattuto!
Tre record mondiali in cinquanta minuti, oggi a Monaco! E Spitz, la Gould e gli Usa hanno preso
soltanto un aperitivo. Roba da matti.