1971 novembre 15 È morto Aldo Bardelli

1971 novembre 15 – E’ morto Aldo Bardelli

E’ morto nelle prime ore di stamane, all’età di 59 anni, il giornalista professionista Aldo Bardelli.
Era stato colpito ieri mattina da un collasso cardiaco ma si era ripreso in giornata. Un secondo
attacco del male lo ha stroncato stamane nonostante le cure dei medici.
Doveva essere Bologna – Juve l’ultimo reportage di Aldo Bardelli. Ma, domenica mattina alle 8,
una telefonata svegliò a Milano Gualtiero Zanetti, direttore della “Gazzetta”: Bardelli s’era sentito
quasi soffocare, per qualche lunghissimo minuto. Zanetti partì; lo sostituì in tribuna-stampa; dettò il
servizio; ritornò a Milano: non sapeva, non poteva sapere, che Aldo Bardelli, ieri mattina, non
avrebbe nemmeno fatto in tempo a leggere dopo aver rinunciato a scrivere.
Bardelli è un amico perduto. Un professionista che a noi giovani ha insegnato.
Uno splendido livornese che sapeva essere umanissimo archivio di 40 anni di calcio italiano.
Nessun giornalista poteva reggere un dialogo con lui. Perchè Bardelli era un monologo, ricco, colto,
effervescente, preciso.
Bardelli fu dirigente e tecnico. Perciò il suo era giornalismo razionale. Dove il calcio è cassa
toracica, attitudine, schema, intelligenza tattica. A Bardelli sfuggiva la retorica del tifo, delle
bandiere, delle lacrimucce. Con le migliaia di colonne stampate, Bardelli testimonia una scelta
critica che rischia persino di risultare gelida piuttosto che diseducare nella demagogia.
Terrorizzato dall’aereo, Bardelli passava giorni i treno ed auto pur di non entrare in un jet. Ed è
morto a Bologna, a casa sua, di Lunedì, il giorno di chi legge lo sport e così allunga la domenica. E’
morto un lunedì di novembre come per ricordarci la sua fatica, la sua portatile, i suoi commenti, il
suo calcio. Con tristezza, cancelliamo dalla “Gazzetta” e da noi stessi due righe in neretto: “ dal
nostro inviato, Aldo Bardelli ”. Due righe possono essere una vita.