1971 gennaio 26 Gemellaggio tra boys (triveneti!) e stranieri

1971 gennaio 26 – Gemmellaggio tra boys ( triveneti!) e stranieri

In zona – scudetto, tutto procede secondo i piani. I piani di Corso e Mazzola: capaci di smentire,
risultato dietro risultato, tutte le angherie critiche dei profeti autunnali.
Corso, in particolare, interpreta con efficacia emblematica le tare preconcette del calcio italiano.
L’estate scorsa la presunta intellighenzia del “ giro ” lanciò la parola d’ordine: Fraizzoli, ascoltateci!,
vendi Corso se vuoi togliere il tarlo ( atletico e “ mafioso ”) dalla squadra.
Oggi, sui campi gelati e impantanati che siano, il migliore è sempre lui. Lo ammettono con i denti
serrati; con difficoltà: perchè Mariolino di San Michele Extra li ha traditi ancora una volta. E sta
dimostrando, nonostante il logorio di una carriera già lunghissima ( all’ Inter dal 1958!), di
continuare ad essere uno dei prodotti più intelligenti e comuni, e sottolineo continui, del
campionato.
Ma sono molti i tabù che si stanno sgretolando anche nei cervelli più pigri e conformisti. Esempio
clamoroso: stranieri e vivaio. Le frontiere restano infatti sbarrate agli assi internazionali solo per
retaggio autarchico e pigro, mentre le motivazioni risultano quotidianamente smentite dalla realtà.
“ Gli stranieri uccidono il vivaio ”: slogan polveroso. Date un’occhiata a domenica scorsa. Si è
verificato un gemellaggio spettacolare, colmo di significati e di futuro.
Questi i protagonisti super:
– Cinesinho, brasiliano, 35 anni.
– Hamrin, svedese, 36 anni ( un gol straordinario, “ all’ungherese ”).
– Clerici, brasiliano, 29 anni.
– Del Sol, spagnolo, 35 anni.
– Haller, tedesco, 31 anni.
Sono 17 gli stranieri in Italia. Tra i protagonisti della domenica potremmo inserire anche
Schnellinger ( tedesco, anni 31) ed altri. I “ magnifici cinque ” realizzano soltanto una tesi unanime:
l’altissimo tasso di classe che questi grandi, vecchi campioni offrono all’Italia pedatoria.
Facciamo pure i super-fiscali e diciamo che la classifica, da sola, non basta a giustificare
un’importazione. Nonostante tale restrizione, il 17 senza passaporto italiano sommano un plusvalore
anche sul piano professionale. Cioè sul piano umano, degli “ esempi ”. Nella serie A del catenaccio,
non si resta protagonista oltre i 30 anni se non conservando fedina psico-fisica da persona seria,
ancora “ viva ”, produttiva.
Sarà casuale ma a proposito di esempi, gli ultimi 90 minuti di campionato hanno cucito assieme
proprio i vecchi stranieri con i giovani ragazzi del vivaio! Non antitesi, ma fusione. Non
concorrenza, ma vite parallele: esperienza e freschezza, scuola e apprendistato. Faccio qualche
esempio:
– Con Cinesinho, Scala, padovano, anni 23;
– con Haller, Capello, goriziano, anni 24;
– con De Sol, Franzot ( friulano, anni 21) e Bet ( trevigiano, anni 21)
– con Clerici, Bergamaschi, veronese, anni 19.
Nei durissimi minuti del fango, personaggi decisivi ( tutti tra i migliori in campo) sono stati proprio
i matusa importati e i freschi boys del serbatoio triveneto.
Quest’ultimo rilievo campanilistico serve soltanto a renderci più chiaramente consapevoli che le
teorie del conformismo finiscono sempre sotto due dita di muffa.
Tutto ciò diventa più costruttivo degli stessi risultati dello scudetto. Dove, nonostante la realizzata
tabella Corso-Mazzola, il tema resta invariato, tra Inter e Milan.
Il prevedibile colpo di reni inferto da Helenio a San Siro non sposta infatti l’altra tabella: quella di
Rocco. Il cav. Nereo aveva previsto 5 punti con Bologna Cagliari e Roma: li ha ottenuti. Ho la
sensazione che assisteremo ad uno dei più sensazionali derby del dopoguerra. Inter-Milan, appunto,
la quinta partita, da oggi.