1969 ottobre 9 Uno scudo di tre gol proteggerà il Milan a Buenos Aires

1969 ottobre 9 (Il Gazzettino)

Grossa ipoteca dei campioni d’Europa sul titolo intercontinentale

Uno scudo di tre gol proteggerà il Milan a Buenos Aires
Inutili le intimidazioni dell’Estudiantes

Straordinaria prestazione di Sormani, autore di due gol – Il « ritorno » si prospetta terribile
ma la squadra rossonera ha dato la rassicurante dimostrazione di esperienza, ritmo e
concentrazione

Milan-Estudiantes 3-0

MARCATORI: 1.t.: 8′ Sormani, 45′ Combin; 2.t.: 25′ Sormani.
MILAN: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Malatrasi, Fogli, Sormani, Lodetti, Combin

(dal 20′ del 2.t. Rognoni), Rivera, Prati. (Secondo portiere: Vecchi).

ESTUDIANTES: Poletti, Aguirre-Suarez, Madero, Malbernat, Togneri, Medina, Echecopar (dal

15′ del 2.t. Ribaudo) Bilardo, Conigliaro, Flores, Veron.

ARBITRO: Machin (Francia). Guardalinee: Schiller e Krnavek.
NOTE: spettatori 80.000 tempo bello, terreno in buone condizioni. In tribuna di onore ci sono il
presidente della Federazione italiana calcio Franchi, il presidente della Lega, Stacchi, il Ct della
nazionale, Valcareggi, il presidente dell’Uefa, Wiederkehr, il presidente della federazione
sudamericana, Salinas e numerosi esponenti del calcio italiano e europeo.
(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE)
Milano, 8 ottobre
Il Milan ha monopolizzato i primi novanta minuti del match mondiale! Tre gol a zero, esattamente
quelli consigliati da Helenio Herrera a Rocco per poter andar tranquilli al retour-match di Buenos
Aires, dove ci saranno altri novanta minuti torridi, altri calcioni, altra intimidazione, altro arbitro
che fischia tutto ma che non ha il coraggio di cacciar via qualcuno, per dare un esempio.

L’Estudiantes ha confermato tutte le informazioni relative al suo curriculum tecnico-tattico di
squadra estremamente dura, dove il concetto di marcatura fa impallidire il cliché del nostro
catenaccio. Si ripeterà a Buenos Aires, ma non potrà cancellare facilmente tre gol di handicap; non
potrà soprattutto cancellare un grande Milan, che, nonostante il pallido Rivera, stasera a San Siro ha
dimostrato fino in fondo di saper interpretare il ruolo internazionale di campione d’Europa, con
l’esperienza, il ritmo e la concentrazione che rarissimamente riesce ad esprimere in campionato.

Ha segnato tre gol; ne avrebbe potuti ottenere almeno altri due. Ha espresso una difesa senza
sbavature, serrata, strenua; un centrocampo scarsamente occupato ma rapidamente saltato a lunghe
battute. Ha offerto l’invenzione da grande attaccante di Nestor Combin, nel momento più
opportuno, cioè a pochi secondi dalla fine del primo tempo. Ha proposto soprattutto una notte
straordinaria di Angelo Benedetto Sormani che, di testa e al volo, ha riscoperto sopite qualità
acrobatiche di goleador. Questo Milan è già mondiale? Ci sarà ancora da soffrire (ricordate contro il
Santos nel 1963?), il Sudamerica è una polveriera. Ma una cosa è certa: stasera il Milan ha fatto
tutto, proprio tutto per esserlo da grandissima squadra. All’ottanta per cento diamolo per mondiale:
valendo la differenza reti infatti, per vincere senza bella l’Estudiantes dovrebbe creare qualcosa
come uno scarto di quattro reti! Mi sembra francamente impossibile.

Quelli dell’Estudiantes sono odiati in Argentina, perchè, tecnicamente parlando, sono considerati
degli « eretici »: hanno sconfessato il calcio danzato per il calcio-da-risultato, per il calcio
all’italiana, per la nulla concessione allo spettacolo. Ciò non toglie che stasera rappresentino
l’Argentina, recentemente cancellata dai mondiali del settanta, e tentino di riscattarla ancora una
volta sul piano internazionale. In tribuna-stampa a San Siro sono una sessantina gli inviati
sudamericani; presenti pure un centinaio di tifosi arrivati in aereo. Alle venti circa sono sbucati in
campo gli « studenti », in tute azzurre acquistate qui in Italia. In testa al plotoncino, il trio
« sanitario »; si tratta dei due stopper Madero e Malbernat (il primo medico, il secondo dentista) e
della finta ala Bilardo (ginecologo).

Malatrasi dice che gli argentini sono battibili e tutti gli credono anche perchè Malatrasi di
argentini se ne intende, avendo giocato due match « mondiali » contro la Indipendiente, nel ‘64,
quando era uno degli assi di Helenio Herrera. E’ tutto pronto per questa grande « fiesta » del calcio
professionistico, ma c’è in tutti un timore sotterraneo: che finisca a calci, ma non al pallone, alle
gambe. Indicativo in proposito un giudizio di Madero sul suo allenatore, Zubeldia: « Se venisse in
Italia — ha detto Madero — vincerebbe lo scudetto in due anni, con qualsiasi squadra! Zubeldia ha
vinto l’anno scorso il titolo mondiale con delle ” bestie ” (testuale, n.d.r.) come noi! ». Il Milan, da
parte sua, con grandi manifesti appesi a tutti i cancelli, invita i tifosi a un comportamento civile e a
non far uso di mortaretti. Sono le 20.45 mentre scrivo e finora non ci sono state esplosioni di nessun
genere. In compenso non ho mai visto San Siro così imbottito di bandiere e striscioni, tra gli altri
leggo Milan club di Montebelluna, Mirano, Mogliano Veneto, Santa Lucia di Verona: il Veneto
rossonero non è tutto seduto in poltrona, davanti alla Tv.

Entro in cronaca diretta ed è subito cronaca nera: una bottiglietta in campo verso il portiere
argentino. Speriamo episodio isolato. Situazione tattica: Togneri, fama di killer, su Rivera, che
incanta subito con un grande show sulla sinistra e tiro-cross pericolosissimo; Bilardo su Lodetti;
Suarez libero alla-Picchi, sempre in area; due punte, il longilineo Conigliaro contrato da
Schnellinger e il tecnico Veron, preso da Anquilletti.

Subito bunker, rallentamento nelle rimesse, filtro a centrocampo: per gli argentini sarebbe
fondamentale superare il previsto forcing di Rivera e C. nei primi venti minuti, ma il piano fallisce
subito. Dopo otto minuti il Milan va in gol con un perfetto colpo di testa di Sormani da non più di
tre metri, alla sinistra del portiere, su cross da destra di Prati. E’ significativo che la prima rete di
questa avventura mondiale l’abbia segnata per il Milan proprio Sormani che sta in ottima forma e
che avevo segnalato come migliore in campo sabato scorso contro il Verona. In vantaggio, il Milan
sospende il forcing, ha una pausa, penso si stia preparando per cambiare registro, forse colpire in
contropiede.

Rivera (al 14′) cerca Prati in piena area, ma l’offside è reso straordinariamente netto dal
simultaneo avanzamento dell’intera difesa avversaria: fa parte, questo giochetto danubiano, dello
stile dell’Estudiantes.

Le marcature sono strettissime. Combin mi pare nervosetto. L’Estudiantes allarga il gioco,
qualche volta il libero si fa stopper e lo stopper avanza. Il Milan è in panne, ora. Rivera se la prende
giustamente con i tre attaccanti perché non tornano a dare una mano al centro campo, dove lo stesso
Togneri riesce a liberarsi per un tiro a fil di palo. I tackle sono duri. Qualche fischio al Milan, il
centro campo fitto degli « studenti » crea qualche difficoltà. Al 24′ ritroviamo Combin, si libera per
il sinistro, in torsione, tiro fuori di un metro. Due minuti dopo è Prati che calcia secco: il portiere
non trattiene e Madero butta via prima che arrivi Rosato. Segnalo colpi durissimi tra Suarez e
Combin: il primo lo colpisce allo stomaco, il secondo restituisce una pedata. Il Milan esce ora

dall’impasse: 29′ Rivera cerca con una punizione diagonale la testa di Prati, la trova, incornata
giusta di Pierino, bravissimo Paletti tra i pali.

La partita alla mezz’ora si fa rovente, prima per tentativo di fallo isterico del solito Rosato; poi
per un calcio di Suarez al polpaccio di Prati: questo Suarez, per dirla con Madero, « è veramente
una bestia ». Al 36′, l’Estudiantes segna sul rimbalzo di una traversa colpita da Conigliaro, ma è
tutto « non regolare » parche l’arbitro aveva fischiato prima l’offside. Intanto Prati zoppica forte ma
si dà da fare molto, povero Cristo; Togneri invece non riesce a mirare alla gamba saltellane di
Rivera, parecchio sbiadito da un quarto d’ora. Echecopar dispensa calci a tutti: l’arbitro richiama
soltanto, non vuol rovinare il match.

Combin sembra assente, ma bisogna anche dire che ogni suo scatto finisce nel nulla: i lanci o
non gli arrivano o arrivano male. Sto annotando questo, proprio quando Nestor Combin, ricevuta la
palla da Rosato, scatta al limite dell’area da centravanti puro. Sullo slancio è oltre i terzini centrali
(che protestano per presunto offside), ha il portiere davanti in uscita tra i piedi, evita con una
« veronica » sulla sinistra Poletti e insacca a porta vuota: bellissimo, bravo Nestor, sei il grande il
centravanti che il Milan aspettava. 2-0, la partita si fa dolce proprio quando il Milan dava segno di
inquietudine, ed è il 45′ esatto. Combin alza la breccia al cielo, urla la sua gioia istintiva di
« indio », tutto il Milan gli è addosso, ma le sue braccia escono dal grappolo verso il pubblico
impazzito.

Ripresa delle operazioni. La tensione è forte. Tackles sempre più duri, gomitate assassine. La
fama di questi argentini è meritata, ma anche il Milan non scherza: restituisce botta su botta. Rivera
accenna ad un dolorino alla anca, tenta regia difensiva e lancia battuta lunga, però non è il clima
adatto a lui.

Sono concesse dal regolamento due sostituzioni per squadra: dopo un quarto l’ora Ribaudo entra
al Posto di Echecopar. Al 20′ Combin finisce ventre a terra e prende una botta al viso. Rocco lo
richiama e spedisce in campo Rognoni che si stava già scaldando ai bordi del terreno.

Rocco infatti aveva deciso prima la sostituzione del centravanti e Combin, avvertito dalla
panchina, aveva dato chiari segni di sbalordita sorpresa. In effetti non ho proprio capito perchè
Rocco ce l’avesse con Nestor Combin, a meno che non abbia calcolato che il centravanti (dopo la
lunga assenza dai campi) avesse scarsa autonomia atletica. Continuano, soprattutto su Prati, calci
favolosi. Seduto accanto a me c’è Vincenzo Torriani, patron del Giro d’Italia: « Perchè non espelle
qualcuno? — si chiede. E aggiunge — meglio il ciclismo! ».

Siamo sull’orlo dei pugni in faccia ma è anche il momento del terzo gol del Milan! Un gol
assolutamente eccezionale che non vedevamo da tempo. Punizione di Rosato a Fogli, lancio in aera,
Sormani, in posizione di ala destra, calcia al volo di destro tagliato, sotto la traversa, imparabile.
San Siro esplode come un immenso petardo. E’ un gol memorabile, tecnicamente parlando; il
secondo di questo brasileiro dall’andatura stanca. Rocco è in piedi davanti alla panchina, pensa già,
al catenaccio gigante per Buenos Aires: tre gol di vantaggio sono tanti.

Ora l’Estudiantes è tutto scoperto: Milan quindi in contropiede. E trova subito l’occasione
clamorosa per andare sul quattro a zero. Rognoni liberato, tutto solo, sulla destra, scatto potente:
può dribblare il portiere o tirare subito, sarebbe gol. Invece rallenta e crossa « davanti » a sé per
Prati in fuorigioco che segna inutilmente. Se Rognoni avesse segnato personalmente o avesse
passato « indietro » l’offside di Prati sarebbe stato «passivo», quindi non influente. Peccato: era
l’occasione più grossa e facile.

Manca qualche minuto alla fine del primo round mondiale: tutto il pubblico è in piedi.
L’Estudiantes buca il cross proprio in piena area, mentre Fogli riesce in acrobazia a liberare quasi

sul dischetto. L’arbitro Machin controlla l’orologio; quello luminoso di San Siro segna già la fine. E
infatti lo è anche per l’arbitro: fischio, stop, esplosione del pubblico. Gli « studenti » salutano dal
centrocampo. Mezza gente applaude, mezza fischia: sono gli sportivi e i tifosi. Tutto normale.

Le pagelle
Sormani è stato il più bravo

CUDICINI 7 — Per una finalissima come questa, non è che abbia avuto molto da fare, anche
perchè i tiri più pericolosi degli argentini sono finiti sempre a scorticare i pali: buone uscite, una
soltanto azzardata.

ANQUILLETTI 8 — Veron ha palleggio ed è forte, ma il terzino ha obbedito a Rocco: anticipo,
concentrazione straordinaria, acrobazia. Senza isterie, si è difeso con correttezza, usando solo mezzi
atletici.

SCHNELLINGER 7 — Il lungo Conigliaro è un soggetto difficile perchè si smarca sempre,
possiede scatto e visione. Il tedesco qualche volta è stato bruciato sugli spostamenti, ma tutto
sommato ha concesso scarsa libertà.

ROSATO 6 — Il Milan, con somma intelligenza, non ha mai accettato le provocazioni: l’unico

che si era messo pericolosamente su questa strada è Rosato. Gli è andata bene!

MALATRASI 7 — Un preziosismo ha concesso il vantaggio pericoloso a Conigliaro, in piena
area; ma mi è parso positivo, tenuto conto anche che la partita d’attacco gli offriva meno protezione
del solito.

FOGLI 7 — Preferibile a Trapattoni, capace com’è di interpretare con più varietà di temi la regia

arretrata a centrocampo. Quando è stato il momento si è battuto senza allergie in area di rigore.

SORMANI — Conservato con acidità il ruolo di ala destra, è riuscito a sfondare subito il bunker;

scagliando poi in rete il gol importante del tre a zero. Quest’ultimo, un capolavoro.

LODETT1 7 — Primo tempo senza errori, molto efficace, con appoggio costante alle punte oltre

il cliché abituale. E’ calato leggermente nella ripresa, ma sempre su un buon standard.

COMBIN 7 — Servito male, qualche scatto fuori tempo. Gol molto bello con dribbling al

portiere.

non era un grande Rivera.

R1VERA 6 — Ha finito zoppicando; come tutti ha avuto difficoltà nel dribblare… i calcioni, ma

PRATI 7 — Non ha segnato, neppure rendimento alto, per abnegazione e resistenza. Creato

molto spazio per Sormani e Combin.

ROGNONI 6 – Ottimi sprint, conclusioni errate.