1969 ottobre 14 Regolamento – moviola – buona fede

1969 ottobre 14 (Il Gazzettino)

Linciaggio inaccettabile dopo il « giallo » Fiorentina-Cagliari
Regolamento – moviola – buona fede
Tre accuse pesanti all’arbitro – Ostruzione e passività – Pericolosa tendenza d’ambiente

E’ tutta colpa dell’uomo nero, del cav. uff. Concetto Lo Bello, siracusano, assessore allo Sport nella
sua città, numero uno a disposizione della Can (Commissione arbitri nazionale), rappresentante
presso l’Aia degli arbitri in attività, uno dei sette italiani abilitati a dirigere incontri internazionali,
giunto proprio domenica scorsa a Firenze alle 261 presenze in serie A (eguagliato il record di
Jonni). E’ tutta colpa sua se un migliaio di tifosi ha tentato di svellere la recinzione metallica del
campo; se nel sottopassaggio è avvenuto un « vivace » scambio di opinioni tra un dirigente della
Fiorentina e Riva; se un sasso ha colpito un carabiniere in bocca; se un operatore della Rai-Tv è
svenuto per una bottigliata; se in testa alla classifica sta il Cagliari; se il Giudice sportivo (oltre a
occuparsi del… campo) sarà costretto domani a squalificare Martiradonna per un calcio a Chiarugi e
Amarildo per una botta a Martiradonna. Di tutto ciò è colpevole Concetto Lo Bello.

Colpevole perchè? In questo nostro paese imbottito di campanilismo e faziosità nemmeno la Tv
nemmeno la « moviola » (che non ho controllato personalmente, ma che mi dicono esaurientissima
nella circostanza) ha la capacità di aprire gli occhi, di regalare un minimo di indipendenza e di
serenità. In genere, la « caccia a Lo Bello » viene giustificata in questi termini:

1) Lo Bello ha usato un peso rigoroso per il fallo di Rizzo su Zignoli (penalty), ha usato il guanto

di velluto per un fallo di Cera e Tomasini su Esposito (calcio a due per ostruzione);

2) Lo Bello — si dice — « a termini di regolamento aveva ragione, ma nove arbitri su dieci

avrebbero deciso diversamente in un paio di episodi ».

3) Lo Bello è bravo, ma provoca il pubblico, sembra volerlo sfottere, con movimenti e gesti che,

dai bordi del campo, appaiono « di dispetto ».

PUNTO PRIMO. In area di rigore non tutti i falli sono punibili con il calcio di rigore. Ci sono
interventi che sono classificati dal regolamento « ostruzionistici », diretti a « fare velo » tra
l’avversario e la palla. Vogliamo concedere che Lo Bello conosca il regolamento e sappia
distinguere? Quando i due cagliaritani hanno « tagliato la strada » a Esposito, Lo Bello ha fischiato
con grande tempestività. Tutto ciò che è accaduto dopo non conta: in quel momento ostruzione era e
ostruzione fu fischiata.

PUNTO SECONDO. Che significa sostenere: nove arbitri su dieci eccetera eccetera? Il collega
Erasto Borsatto osservava ieri: « Non per niente Lo Bello è il migliore di tutti! » Diciamo che in
errore sarebbero semmai i nove arbitri che disapplicano il regolamento, non Lo Bello! Sostenere
una tesi tanto « anti-giuridica » equivale a scegliere l’anarchia, cioè a consacrare la figura
dell’arbitro che vede rosso ma applica nero perché il regolamento può venir maneggiato come la
pasta frolla. I casi sono due: o Lo Bello ha giudicato male e allora si tratta di errore, il regolamento
non c’entra; oppure ha applicato esattamente la prassi e allora nessun rilievo gli può venir
contestato, nemmeno quello di essere un « solitario ». Sull’episodio del chiaro offside di Mariani, il
regolamento dice: « Un giocatore in posizione di fuori gioco non deve tutta via essere punito se non
quando l’arbitro ritiene che lo stesso influenzi il gioco o disturbi un avversario o cerchi di trarre un
vantaggio dalla sua posizione di fuorigioco ». Credo nella « passività », e quindi innocenza,
dell’offside di Mariani: Lo Bello ha giudicato invece che « disturbasse » Albertosi. Personalmente
lo giudico un errore di « valutazione » di Lo Bello, ma non è peccato capitale: si tratta di episodi

rapidi, difficili, per i quali il giornalista o lo spettatore può pensare, mentre l’arbitro deve decidere
nel giro di due secondi.

PUNTO TERZO. Non ho simpatia per lo « stile » di Lo Bello; preferisco Sbardella o Angonese.
Lo Bello è istrione personaggio sempre sul set. Perciò non lo condivido complessivamente. Ma si
può linciare un grande arbitro per ragioni psicologiche? Perché dimentichiamo le decine di
straordinarie partite? Perché non ricordiamo che tutti i presidenti e allenatori impegnati in partite
delicate lo « chiedono » lo preferiscono, per garanzia assoluta di imparzialità a dispetto di pressioni
e violenze ambientali? Perché, a Firenze, non ricordano che l’anno scorso, se Lo Bello sbagliò,
sbagliò a favore della Fiorentina?

Discutiamo fino alla noia. Ma sono immorali certe crociate contro gli unici dilettanti di questo
calcio corroso fino al midollo dall’interesse. Sono insomma inaccettabili accuse pesanti che quasi
coinvolgono la buona fede di Lo Bello. Mettiamolo pure in pensione per « antipatia »; liberiamoci
della sua fastidiosa invadenza. Ma rammentiamoci una volta per sempre: uno sport che scarica tutti
i suoi limiti e le sue colpe su arbitro giudice o regolamento è uno sport in coma. Almeno sul piano
morale.