1969 novembre 13 Dal sestiere alla ribalta

1969 novembre 13 (Il Gazzettino)

Dal sestiere alla ribalta

Una tuta nera, sopra la pelle; calzoni a zampa d’elefante per caviglie sottili. Lunghissime frange
dorate, dalle ascelle fino ai polsi. « Che scena: quando spalanca le braccia, sembra un gabbiano ».
Nel brusio « ciacolato » del Malibran, Patty Pravo, alias Nicoletta Strambelli, è tornata a Venezia, a
casa sua. La « voce che graffia » questa volta è rauca, carica di smog, raschiante come la carta
vetrata. « Chiedo scusa, cercherò di piacervi lo stesso ». Il loggione becca. Patty scuote i capelli,
tinta Jane Harlow; alza occhi felpati, mezzi verdi mezzi azzurri: « Già, dimenticavo, qui il clima è
brutto ». L’eco ritorna: di un giorno passato in cui Venezia la fischiò; di un giorno recente in cui una
giuria non la votò per niente… « il clima è brutto, qui ».

Sto sul palcoscenico, nelle pieghe del sipario, assieme al tecnico delle luci: « Tutto rosso… ora
giallo… solo lei nel cono, alterna azzurro e rosso… così va bene ». Patty è a quattro metri, stretta al
microfono, minuta, con il piede destro a ritmare.

Patty: « Adesso una canzone inglese, Yersterday ».
Loggione: « Patty, sei del Sestiere di Santa Marta… ».
Patty: « Lo sei anche tu? ».
Loggione: « No ».
« Allora, che c’entra? ».
Loggione: « Patty, sei brava e bella! ».
Patty: « Ah, magnifico! ».
E attacca, in inglese di ottimo accento, degli anni in cui la nonna, dal Sestiere di Santa Marta la

mandò a Londra a imparare la lingua dei Beatles.

Taglia l’aria con mani cariche d’anelli, usa fianchi provocatori, sembra « a casa sua ». E invece
intuisci un sorriso tirato, quasi meccanico. L’ansia del loggione, che non è un loggione qualsiasi, ma
è fatto di gente che l’ha vista crescere, prima del Piper, prima delle incisioni, prima della Rolls
Royce. Gli occhi dilatati, l’insicurezza camuffata dal mestiere. « Un bacio di cuore — porta la mano
alla bocca e la stacca come una foglia —. Vi lascio cantando ” La Bambola ” e spero, almeno, di
cantarla bene ».

Il loggione, Santa Marta o Piper, ora è finalmente « uguale », applaude senza freni. « Giù il
sipario », ordina il tecnico. Patty sparisce. Rimane rannicchiata dietro il velluto marrone. Guarda il
tecnico, con occhi larghi. Stringe la fronte. Con un gesto chiede, senza parlare: « Torno fuori? ». Il
sipario si riapre e Patty, alias Nicoletta, sorride (finalmente) rilassata. Tornare a casa è sempre
difficile. Anche per chi ci torna solo per cantare « La Bambola ».