1969 gennaio 20 Lo show di Amarildo e le follie di Heriberto

1969 gennaio 20 (Il Gazzettino)

Lo show di Amarildo e le follie di Heriberto

Incontrastato dominio dei viola, con De Sisti e Maraschi uomini-gol – Inutile pareggio
« inventato » da Haller

Fiorentina-Juventus 2-1
MARCATORI: 1. t.: 21′ De Sisti (F); 2. t.: 14′ Zigoni (J), 28′ Maraschi (F).
FIORENTINA: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Rizzo, Merlo (Cencetti nella
ripresa), Maraschi, Sisti, Amarildo.
JUVENTUS: Sarti, Pasetti, Salvadore, Roveta, Castano, Leoncini, Sacco, Del Sol, Anastasi, Haller,
Zigoni (13. Benetti).
ARBITRO: Monti.
NOTE: giornata di pieno sole. Ammoniti Cencetti, De Sisti e Salvadore. Sorteggiati per l’antidoping
i numeri 1, 5 e 6 per la Fiorentina; 2, 9 e 3 per la Juve. Angoli 4 a 3 per la Fiorentina. Spettatori
paganti 40 mila 500; incasso 79.971.200.
NOSTRO INVIATO
Firenze, 19 gennaio
La Fiorentina non bluffava. Ha battuto la Juve molto più nettamente di quanto non dica il risultato
numerico. L’ha battuta nonostante abbia perso Merlo alla fine del primo tempo (distorsione alla
caviglia) ed essere stata costretta a sostituirlo con il terzino-mediano Cencetti.

Pesaola, intervistatissimo, ha ammesso, pur con tutte le intelligenti cautele: « Adesso dobbiamo
farci la mentalità per lo scudetto ». Una vittoria sensazionale, entusiasmante, con alcuni giocatori a
livello europeo. Amarildo (e Rocco, un anno e mezzo fa, tentò in tutte le maniere di tenerlo al
Milan!) ha le invenzioni, le finte, le azioni felpate del brasiliano carioca che danno al gioco
d’attacco della squadra elettricità, imprevedibilità.

Salvadore era riposato, fresco e concentrato: ha finito con l’innervosirsi dalla superiorità di
Amarildo e s’è pure beccato l’ammonizione. Il brasiliano è trasformato: tranquillo, non protesta, non
si scusa, lavora e tace. La Fiorentina, nonostante gli egoismi spesso inconcepibili di Maraschi e la
posizione di Rizzo, che non ha ancora finito di digerire il ruolo di ala destra, somma un potenziale-
gol di prima qualità.

Quante squadre in Italia hanno tre tiratori come Amarildo, Rizzo e Maraschi?
Un attacco di tre individualisti-nati (è l’unico limite) sostenuto da un centro campo dove De Sisti
sa rendere pulito e intelligente un ruolo spesso anonimo come quello di centrocampista. De Sisti, la
maglia della nazionale non gliela porterà più via nessuno.

Era il 21′: Maraschi arretrato ad Amarildo, dal brasiliano in profondità a De Sisti scattato al

centro, pochi centimetri entro l’area lascia partire un destro secco, quasi nel sette, imprendibile.

La Fiorentina ha dominato il match, soprattutto nel primo tempo. Raramente si sono viste

sprecare tante palle-gol in 45’.

Dopo il vantaggio, due volte Maraschi, due volte Merlo, una Rizzo, una (colossale) Esposito,
sprecavano il tiro facile. Senza tener conto che, due minuti prima della rete di De Sisti, l’arbitro
Monti (in più di una circostanza filo-juventino) aveva ingiustificatamente annullato una rete di
Maraschi. Cross di Mancin da sinistra in area, controllo vago di Castano, allungo di Amarildo a
Maraschi, che da sinistra batteva Sarti con un rasoterra sul palo ed in rete.

L’arbitro ha dichiarato alla fine: « Il segnalinee aveva sbandierato, ho fischiato per questo ». Ma
che cosa, se Salvadore era sicuramente e abbondantemente dietro a tutti? Forse un fallo di Amarildo
appoggiatosi, nel passare la palla, a Salvadore? Ma se l’arbitro era a due metri e il segnalinee a
trenta, come poteva l’arbitro non aver fischiato o visto nulla? Mah…!

La Juve, nei primi 45′, ha costruito una palla-gol. O meglio inventato, perchè su un cross da
destra di Pasetti, Anastasi ha effettuato una spettacolare rovesciata, che ha trovato il portiere
piazzato. Juve dominata, ma soprattutto disordinata, confusionaria. E la confusione nasceva, nella
panchina di Heriberto oltre che negli uomini.

Per venti minuti Heriberto ha fatto carosello di marcature, con il risultato di non marcare
nessuno: Leoncini faceva il terzino, Pasetti giocava a metà campo, Sacco finta ala lasciava vuoto il
suo posto, ma in compenso non è che Haller si sganciasse in avanti a destra (sembra fosse questa
l’intenzione dell’allenatore che aveva tolto di mezzo Favalli).

Dopo il gol, subito, Heriberto cambiava ancora: Pasetti terzino, Leoncini in mediana, Sacco ala.
Anastasi isolatissimo e Haller frastornato da assoluta mancanza di geometria: c’erano tre gol di
differenza tra le due squadre, in quel periodo. Che cosa sarebbe successo se la Fiorentina, alla fine
del primo tempo, non avesse perso Merlo, rifinitore delle punte?

Dice: sia pure in assenza di Merlo, la Juve in fin dei conti aveva pareggiato. Risposta: aveva
pareggiato Haller, non la Juve. E non si tratta di un paradosso. Uscito Merlo, Pesaola era stato
costretto a spostare in mediata Esposito, in zona-Merlo, facendo marcare il tedesco da Cencetti, che
si arrangiava, ma non ripeteva il sicuro controllo praticato da Esposito. Haller (era il 14′) partiva a
slalom, lasciando surplace il suo uomo, entrava in area, dribblava il libero e un secondo difensore e
toccava al centro, evitando anche il portiere: a ruota vuota Zigoni segnava il gol più facile della sua
carriera.

Il pareggio della Juve era un episodio, « non giustificato » dal gioco. In tribuna-stampa anche i

colleghi torinesi definivano un « furto ».

Questa situazione durava esattamente quattordici minuti: al 28′, Amarildo sulla trequarti,
profittava di un’incertezza di Roveta, passava in area, stupendo e smarcante per Maraschi che
saettava di destro, rasoterra a fil di palo, imparabile. Il match era finito, anche se poco dopo Zigoni,
con somma cecità ed egoismo inconcepibile, non passava la palla a tre compagni smarcati per il
tiro!

La Fiorentina, checché ne dica Scopigno Manlio, merita la classifica che ha, nonostante i limiti
di un paio dei suoi difensori. La Juve, ingigantita artificiosamente la settimana scorsa dagli errori
della difesa interista a San Siro, ha confermato limiti cronici di gioco e di uomini. Ma non si può
nemmeno dire che Firenze abbia, smentito San Siro, per la semplice ragione che Heriberto ha
cambiato la squadra che aveva battuto l’Inter, intaccandola nei suoi aspetti migliori.

Haller per 90′ ha corso ricevendo raramente la palla. Per tutta la partita ha scrollato la testa,
rassegnato. Rassegnato quanto Anastasi. E’ il simbolo di questa Juve che ha perduto il rilancio per
lo scudetto.

FIORENTINA

SUPERCHI (7): Scarsamente impegnato. Ha avuto fortuna sull’uno a uno quando Anastasi ha

colpito il portiere si è trovato piazzato, ma sulla… deviazione dello stop per Brizzi!

ROGORA (6): Marcatura di Zigoni. Nell’azione del gol era andato su Haller, lasciando il suo

uomo.

MANCIN (6): Gli mancava l’ala, è rimasto in zona prendendo di volta in volta chi transitava da

quella parte. E’ modesto, ma attento e diligente.

ESPOSITO (8): Finché c’è stato Merlo, ha marcato Haller, con estrema naturalezza, facendo
contemporaneamente da spalla a De Sisti. Nella ripresa, ha dato una mano a Cencetti su Haller e
mantenuto il passo a metà campo.

FERRANTE (6): Ogni tanto si prendeva lo sfizio suicida di piantar la difesa e fluidificare,

dimenticando Anastasi.

egregiamente in tackle.

BRIZZI (8): Il migliore della difesa. Ha tolto quasi tutte le palle alte ad Anastasi e lo ha tenuto

RIZZO (6): Non gioca a destra con entusiasmo, istintivamente cerca altro spazio: usa il

potentissimo tiro, ma soltanto da lontano, entra poco in area.

MERLO (7): Rifinisce molto bene per le punte, con il solo difetto di ritardare a volte

l’esecuzione di ottime intuizioni.

MARASCHI (7): Ha segnato due gol: una annullato, l’altro decisivo. Se si mettesse anche in

testa che esistono i compagni, sarebbe una iradiddio.

DE SISTI (10): Perfetto, indipendentemente dal gol. E capitano autoritario.
AMARILDO (10): Avrà sbagliato sì e no un paio di palloni, ma aveva addosso Salvadore. La

classe non è acqua e la cura-Pesaola gli ha registrato il sistema nervoso in tutti i sensi.

CENCETTI (6): Si è salvato con qualche fallo in recupero su Haller. Ma ha lottato molto.

JUVENTUS

SARTI (7): Incolpevole sui due gol. All’inizio della ripresa è stato grande su Amarildo e

soprattutto su un tiro angolatissimo di Esposito.

PASETTI (6): Dopo venti minuti di tiramolla, Heriberto gli ha dato da marcare Rizzo. Se l’è

cavata, anche se non brillantemente come i precedenti matches.

SALVADORE (6): Forse ha commesso un errore di base: quello di non anticipare Amarildo, ma

di aspettare che giocasse la palla.

ROVETA (5): Troppo impacciato sugli scattini brucianti di Maraschi. Ha corso come un pazzo,

ma inutilmente. Il gol della sconfitta, con Maraschi smarcatissimo, pesa molto su di lui.

CASTANO (6): Gioca in un bunker che non è più un… bunker. L’assenza di Bercellino è pesante

per lui. Ha fatto ciò che ha potuto, ma con lentezza ormai abituale.

LEONCINI (4): Per 15 minuti ha fatto il terzino ed è stata la sua salvezza, poi, come costruttore,

ha mostrato ancora una volta di essere veramente spremuto.

SACCO (5): Né carne né pesce: finta mezz’ala o finta ala? Per informazioni rivolgersi ad

Heriberto. Mal impiegato, non ha mai capito esattamente cosa dovesse fare.

DEL SOL (4): Povero Luis! Mediano anti-Inter, aveva fatto la sua onesta partita. Ma, in antitesi
con De Sisti, ha mostrato gli anni, i limiti, tutto il suo negativo. Ma la Juve non ha un Benetti
pagato quasi 400 milioni?

ANASTASI (7): Nonostante un Brizzi molto bravo, nonostante la solitudine con… Zigoni, ha

giocato molto; troppe volte inutilmente, ma non per colpa sua.

HALLER (7): Ha inventato il gol « con una delle poche palle che mi hanno dato », come lui

stesso ci ha confessato. Lo isolano spesso dalla manovra.

ZIGONI (7): Il gol facile e basta. Gioca da solo, non « vede » nessuno. In pessima forma.