1969 aprile 14 Delusione per tutti a San Siro

1969 aprile 14 (Il Gazzettino)

Delusione per tutti a San Siro

Un istante magico di Prati, una partita senza macchia di Cudicini – Lo Bello in formato
ridottissimo e con fischio stonato

Milan-Juventus 1-0

MARCATORE: 1. t.: 20′ Prati.
MILAN: Cudicini, Anquilletti, Rosato, Maldera, Malatrasi, Trapattoni, Petrini, Lodetti, Sormani,

Rivera, Prati. (n. 13 Fogli).

JUVENTUS: Anzolin, Salvadore, Leoncini, Bercellino, Roveta, Del Sol, Pasetti, Benetti,

Anastasi, Haller, Menichelli. (n. 13 Sacco).

ARBITRO: Lo Bello.
NOTE: Cielo sereno con vento. Spettatori 85 mila. Angoli 9 a 1 per la Juve. A Prati, prima della
partita, è stato consegnato il trofeo Emilio De Martino, assegnato dal gruppo lombardo giornalisti
sportivi.
NOSTRO INVIATO
Milano, 13 aprile

« Due squadre di serie B, con Cudicini Anastasi e Prati! ». Questo il commento di un autorevole
collega milanese mentre scendevamo dalla tribuna-stampa di San Siro. Una battuta al cianuro, da
non prendere assolutamente alla lettera, ma che rende l’idea di un match deludente in molti
protagonisti (esempio Haller, Salvadore e Rivera) e nella qualità del gioco. Un match che ci ha
ricordato parecchio l’ultimo derby, nel quale le uniche cose da ricordare offerte da Inter e Milan
furono i due gol, una « veronica » di Corso e un colpo del bazooka-Prati.

Deluso Gianni Agnelli, che ha voluto controllare di persona la Juve proprio nel momento in cui
l’apertura ai Dt stranieri ha reso matura al cento per cento la crisi (leggi Heriberto) della vecchia
Signora. Delusi tre giornalisti tedeschi giunti da Francoforte e Amburgo per osservare Helmut
Haller convocato dalla nazionale germanica per la partita di qualificazione mondiale contro la
Scozia.

Delusi tutti, anche perchè Lo Bello è scaduto per novanta minuti ad arbitro mediocre. Ha
fischiato falli veniali, tackles minimi (poi ci si lamenta se i nostri calciatori hanno paura all’estero) e
non ha nemmeno ammonito Maldera per ripetute entrate al brivido su Anastasi, né Benetti per un
calcione a Rosato. Ma soprattutto non ha concesso al Milan un rigore (per uno sgambetto di
Salvadore a Prati al 7′ della ripresa) sul quale non ci possono essere opinioni! Se entrare sull’uomo
in area agganciando le gambe senza toccare la palla non è rigore, allora inventiamo qualcos’altro,
perchè il rigore evidentemente non esiste più.

Ha ragione Rocco quando afferma che « la Juve ha giocato meglio del Milan nel primo tempo ».
Nel primo tempo però, non solo il Milan ha segnato il match-ball, ma con Sormani ha
clamorosamente sciupato l’occasione che avrebbe chiuso subito la partita. Il Milan, in sostanza, non
ha rubato il risultato. E non serve a nulla osservare « se non avesse avuto Cudicini, avrebbe perso ».
Cudicini è al maximum della maturità, uno dei migliori portieri d’Europa in questo momento, è il
portiere del Milan! Non il caso, un ciuffo d’erba, l’autorete o un palo colpito di striscio.

Cudicini è stato determinante subito. Dopo un quarto d’ora infatti, su punizione toccata sulla
destra da De Sol, Anastasi è partito in slalom ed ha sganciato un tiro angolatissimo rasoterra sul

quale francamente non sappiamo quanti portieri sarebbero arrivati; Cudicini si, ed è rimasto a
schiena in giù, dopo la fulminea capriola, con Anastasi che lo applaudiva. Juve più ordinata perchè
Leoncini e Del Sol non erano i fumisti di sempre. Ma Juve anche controllabile con discreta facilità,
perché né Haller né Menichelli davano segni di vita. Non solo, ma Heriberto aveva in partenza
rinunciato ad una punta, dando la maglia numero sette al terzino Pasetti e spostando all’ala destra
ora Benetti, ora Del Sol, ora un terzino. Perchè non una punta vera, magari il giovane Bonci, in una
partita che per la Juve poteva avere un significato soltanto spettacolare e di prestigio, non certo di
classifica? Mistero.

Disfunzioni in attacco (tutto Anastasi) ma anche in difesa, dove Heriberto, pur avendo a
disposizione un grosso libero 10, come Salvadore, gli ha preferito nel ruolo un Roveta elementare,
ancora privo di personalità. Tutta la difesa, quella che fu l’imperforabile bunker della Juve, ne
risultava scaduta, soprattutto caotica e priva di regia. Il gol di Prati dice tutto in questo senso. E’ il
20′: calcio di punizione fuori dell’area; Prati spara sulla barriera, riprende e spara ancora; Benetti
svirgola a campanile sulla respinta; altro campanile; due colpi di testa in area con tutti i difensori
ammucchiati, finché l’ultimo tocco di testa finisce sulla sinistra a Prati, che scatena al volo un tiro
stupendo per potenza e coordinazione: da un’azione dopolavoristica una rete spettacolare.

E quando la Juve, perso per perso, è stata costretta ad avanzare tutta di qualche metro, ha
scoperto la falla-Roveta in maniera netta, tanto che Sormani (al 32′), dopo un ottimo dribbling,
avrebbe potuto andare facile in gol, invece di calciare ingenuamente sul portiere in uscita. Nella
ripresa, per una palla-gol di Leoncini, il Milan si è visto il rigore non concesso e una rete sprecata
da Petrini. Come pericolosità globale ha meritato i due punti. Ma, tecnicamente parlando, anche
Rocco deve ritrovarsi il palato insipido. Il problema delle punte è sempre in piedi, anche se è
probabile che d’ora in poi la situazione non possa che… migliorare!

Tanto da poter riagganciare ancora la Fiorentina per il foto-finish dello scudetto? L’interrogativo

è ancora aperto, ma le probabilità, nonostante la vittoria anti-Juve, si fanno sempre più tenui. Gli
« immensi » Cudicini e Prati da soli non bastano. La Fiorentina gioca meglio e di più.

Le pagelle
MILAN

CUDICINI 10 — Un fenomeno! Lo ha dimostrato tre volte: dopo quindici minuti su fendente di
Anastasi; dopo trentacinque intercettando un pallonetto di Anastasi per Menichelli; dopo settantasei
raggiungendo all’incrocio dei pali uno shoot telefonato ma millimetrico di Leonini.

ANQUILLETTI 7 — Raramente in vetrina, com’è nelle abitudini tattiche del giocatore. Ma

sempre concentrato, difensore di fiducia. Test corretto con Menichelli.

ROSATO 7 — Marcatura su Benetti, senza seguirlo, cioè a zona, per ordine precauzionale di
Rocco interessato a non scoprire la difesa. Si arrangia in tutte le circostanze. Ha subito un brutto
fallo da Benetti.

MALDERA 6 — Anastasi è un lampo, lui no; Anastasi sprinta, lui è solo potente. La stazza
atletica gli era di ingombro. Perché non Rosato sull’asso della Juve? Maldera si è salvato con troppi
falli, sempre tollerati da Lo Bello.

MALATRASI 6 — Gioca tutto sulla posizione: perciò sembra che lavori poco. Una mano a

Maldera, soprattutto.

TRAPATTONI 6 — Non entusiasmante (ma lo può essere ancora?), anche se l’Haller che gli
stava fra i piedi era soltanto il fantasma di un atleta: spesso bastava aspettare che si sedesse groggy
sulla palla.

PETRINI 5 — Vorrei ma non posso! Ogni volta che riceveva un passaggio, sembrava dovesse

sfondare San Siro ma finiva spesso in puff. Comunque, fossimo in Rocco, insisteremmo con lui.

LODETTI 6 — Ha sgobbato da morire, anche perché Rivera respirava primavera tanto da farsi

fischiare. Ma nel duello tra muli, è stato nettamente superato da Del Sol.

SORMANI 5 — Al 32′ si è mangiata da poppante la rete del due a zero. Leggermente migliorato

rispetto alle precedenti esibizioni.

RIVERA 6 — Due falli brutti, perché innervosito da Leoncini. Qualche lancio in sospensione,
un tiro privo di propulsione muscolare. Regia più apparente che sostanziale. Però ha mostrato a
volte impegno da gregario.

PRATI 9 — Un sinistro-gol alla nitroglicerina! Quasi in tutte le conclusioni del Milan; un rigore

non fischiato a Salvadore e lavoro utilissimo, umile, in copertura.

JUVENTUS

ANZOLIN 6 — Non è Cudicini, tanto per esser chiari. Rete imparabile; discreta uscita su
Sormani; papera al 27′ della ripresa quando, piazzatissimo, si è fatto scivolare dal petto sui piedi di
Petrini un tiro da trenta metri di Prati. Per fortuna di Anzolin era Petrini!

SALVADORE 5 — Marcatura impersonale su Prati, che ha potuto colpire di destro e di sinistro

senza rischiare il malleolo. Salvadore sembra giocare con lo stato d’animo di quello a quale
« tocca »: gli manca il clic agonistico che invece possiede.

LEONCINI 6 — Aver sui bulloni Rivera a San Siro non è facile, perché, se fai il duro, la gente

comincia a fischiarti. Tenuto conto di ciò, il mediano di Heriberto conquista la sufficienza piena.

BERCELLINO 6 — Nel primo tempo in difficoltà pur con il lento Sormani. Nella ripresa, è

salito di tono, vincendo col brasiliano otto tackles su dieci.

ROVETA 5 — Ce l’ha messa tutta per far rimpiangere Castano e c’è riuscito. Non è un libero,
ma un pressappoco. Lo trovi un po’ dappertutto, senza coerenza tattica. Un paio di contropiedi del
Milan lo hanno pescato clamorosamente fuori zona.

DEL SOL 6 — Non c’è azione nella quale non sia immischiato: perfino incredibile la sua

sopravvivenza fisica. Però, conserva sempre l’incallito limite di non alzare la testa.

PASETTI 6 — Terzino su Petrini, nonostante l’invenzione di Heriberto, cioè il numero sette sulla

schiena. Buono standard.

BENETTI 6 — Rendimento: quarantacinque minuti lineari; ripresa sbandata. Con un Haller
almeno vicino al suo plafond di asso, non ne sarebbe risaltato anche un Benetti migliore? Alcuni
errori infantili nel tocco.

ANASTASI 9 — Servito tardi e male, ma quasi sempre grandissimo. Applaudito nella sua

splendida solitudine. Rapido, pericoloso, vicino al gol due volte.

HALLER 5 — Il caldo? Le solite ubbie interne? Chissà. Certo che in un match tanto atteso non è

facile incontrare un Haller tanto sciropposo. Fisicamente a livello-Satyricon.

MENICHELLI 5 — Stretto da Anquilletti, non gli è riuscito di offrire almeno una spalla ad

Anastasi.