1968 ottobre 21 Le contraddizioni di Valcareggi

1968 ottobre 21 (Il Gazzettino)

Si è iniziata l’avventura della nazionale italiana
A Cardiff un attacco a due punte
Le contraddizioni di Valcareggi
Castano – Rosato – De Sisti – Rivera: questo è forse l’asse tattico della formazione ufficiosa
Non si comprende l’esclusione di Prati e il modo con cui si è messo in disparte Mazzola

NOSTRO INVIATO
Cardiff, 20 ottobre
Londra senza nebbia; sole caldo, eccezionale per un fine ottobre. Termometro a 16 gradi. Sono le
13 circa quando il DC 9 della nazionale, partito da Pisa atterra; il Jet dell’Alitalia porta uno strano
nome: Isola di Murano. Mazzola sussurra: « Chissà che non sia una nazionale di vetro! ».

Dalla stazione di Paddington in treno per Cardiff, capitale del Galles. Cumuli di carbone,
ciminiere, mandrie, formazioni straordinarie di uccelli, fiumi e verde, molto verde, l’anima del
paesaggio in tutta l’Inghilterra. Si arriva alle 19 circa. Un collega commenta in lombardo: « Siamo a
Busto Arsizio! » La battuta rende la idea di una città di duecentocinquantamila abitanti, definita
cosmopolita dalle guide, ma che ha una faccia provinciale.

E’ cominciata così, con un viaggio durato otto ore, l’operazione « Mondiali ’70 » per l’Italia.
Quest’anno si gioca una volta soltanto contro il Galles, qui a Cardiff. Sarà il 1969 l’anno della verità,
l’anno che si darà il passaporto per il Messico, oppure no? Ma è importantissimo cominciare con il
piede giusto.

Formazione: annuncio ritardato

Valcareggi durante il volo stava seduto all’altezza dell’ala. Non si è mai alzato. Non aveva nessuno
accanto. Nessun giornalista ha insistito molto per conoscere la formazione ufficiale. « Domani,
dopo l’allenamento che faremo alle 15 ».

Gli chiedo: « Ma ha bisogno di quell’allenamento insignificante per decidere? ». « No, è già

deciso, solo che può succedere qualcosa, quindi aspettiamo ».

La verità è un’altra. Non è una formazione « tranquilla », criticamente parlando. Meglio, dunque,
per il Ct spostare lo annuncio di 24 ore, ritardarlo il più possibile, costringere giocatori e pubblico
italiano ad arrivare senza troppe discussioni alle 19,30 di mercoledì, al Ninian Park di Cardiff.

Valcareggi non ha tutti i torti. Il discorso, però, sembra non debba cambiare di molto. Nell’ultimo
pseudotest di Coverciano, infatti, il Ct ha fatto scendere in campo nel primo tempo la formazione
che con novantanove probabilità su cento giocherà mercoledì. E cioè Zoff, Burgnich, Facchetti,
Rosato, Salvadore, Castano, Domenghini, Rivera, Anastasi, De Sisti e Riva. E’ una formazione
mezza scontata e mezza sorprendente. Fotografa anche le contraddizioni apparse in alcune
affermazioni fatte dal Ct dopo la vittoria europea di Roma contro la Jugoslavia. Il Valca numero
uno disse, infatti: « L’impostazione che ha vinto la Coppa è occasionale: io resto sempre fedele al
centravanti con due ali di ruolo ».

Il Valca numero due, più recente, rettificò: « Non possiamo non tener conto della vittoria di

Roma: le qualificazioni per i mondiali partono da quella esperienza ».

Qualcuno ha ancora un dubbio: Rosato o Bertini per il ruolo di mediano? Ma è significativo che
il quotidiano sportivo torinese (e Walter Mandelli risiede a Torino) non abbia avuto il minimo

dubbio, riferendo la formazione ufficiosa addirittura con un giorno di anticipo sul test di
Coverciano. Se, dunque, non cambierà nulla via-telefono (Mandelli è per ora rimasto in Italia),
saranno quegli undici giocatori a scendere in campo al fischio d’inizio dell’arbitro portoghese
Gioacchino Fernandez De Campos. Una cosa è sicura: non si tenta di imporre il nostro giuoco
all’avversario, concetto espresso più volte da Valcareggi ed evidentemente rimasto teoria. E’ una
formazione, invece, che parte dal presupposto che l’iniziativa la debba tenere il Galles e che noi al
massimo si possa fare giuoco di incontro. Dimostrazione?

Libero è Castano e non Salvadore come nella finale-bis all’Olimpico. Castano interpreta il ruolo
in maniera restrittiva alla Picchi tanto per intenderci: poco spazio da coprire, quasi nulle le
iniziative fuori area. Salvadore, il libero fluidificante di Fabbri Edmondo, ricordate? ha una visione
più morbida del ruolo, cioè fa qualcosa in più e lo sa fare: non c’è dubbio, infatti, che in fase
d’appoggio, uscito dal tackle, che non è mai morbido… superi largamente Castano. La scelta
Salvadore-libero avrebbe significato quasi automaticamente Guarneri stopper, come contro la
Jugoslavia. Valcareggi ha sistemato in altro modo il bunker e, va detto subito, è pure stato spinto a
questa soluzione perchè costretto da circostanze contingenti che sono: Guarneri non in gran forma;
Morini dimostratosi troppo baby nel provino-Under 23 a Genova; Rosato non adatto a marcare Ron
Davies, il centravanti alto un metro e ottantadue, fortissimo di testa, come quasi tutti gli sfondatori
inglesi.

Premesso che sarebbe preferibile tenere Burgnich stopper (così giuoca nell’Inter) e Salvadore

terzino (cosi giuoca nella Juve), c’è il tasto del mediano.

Dopo la sconfitta di Sofia contro la Bulgaria, Pertini subì una specie di linciaggio tattico,
giustificato a nostro avviso soltanto al cinquanta per cento date le drammatiche circostanze
(infortunio a Picchi eccetera). Lo si accusò di non aver tenuto la posizione, di non aver marcato.
« Non è che non marchi — mi diceva oggi — è che se vogliono da me un secondo stopper, non lo
posso dare: io sono un mediano di spinta e come tale credo di non avere avversari ».

Si punta decisamente al pareggio

A Coverciano, in mezz’ora ha segnato tre gol, ma evidentemente Valcareggi ha bisogno di un
secondo stopper, terrorizzato, com’è, dall’idea che il Galles piazzi il doppio centravanti. Rosato è la
soluzione ideale per questa impostazione che tiene conto, come dicevamo, più della tattica del
Galles che delle nostre possibilità di… campioni di Europa 1968.

Una frase detta da Valcareggi alla stazione di Paddington, mentre salivamo sul treno per Cardiff,
spiega l’atteggiamento: « Se veniamo via con un risultato positivo (leggi pareggio, n.d.r.), al
novanta per cento siamo qualificati per i mondiali, anche se i tedeschi dell’Est sono tutt’altro che dei
pellegrini ».

Dicevamo di Castano libero, di Rosato mediano, di una difesa super-bloccata. L’attacco non
poteva non uscire dallo stesso cliché mentale. Prati è scartato; Mazzola pure. Gioca Domenghini…
keniano di turno del centrocampo azzurro; gioca Rivera nella maglia di Mazzola. In pratica è un
attacco a due punte: cioè Riva e Anastasi. E il neo-heribertiano è anche lui uomo di manovra, che
crea spazio.

Lo avevo seduto accanto in aereo; mi raccontava un episodio di Roma-Juve. « Quando Santarini
ha segnato il gol del pareggio — spiegava Anastasi — c’era un uomo sulla linea, dietro Anzolin che
ha cercati di salvare: la Tv ha detto che si trattava di Pasetti, invece ero io! E’ il sottoscritto che era
ritornato indietro… ».

Anastasi mi guarda e sottolinea, perchè ci tiene ad essere l’uomo che va in gol, ma anche il
giocatore che si sa critica e torna, che — tatticamente parlando — sa pensare in termini di squadra.
Dunque, riassumiamo: Castano, Rosato, De Sisti, Rivera Domenghini. E’ questo l’asso tattico
della formazione ufficiosa. Date le intenzioni ancien regime di Mandelli-Valcareggi, c’è un filo
logico, una coerenza interna. Ciò che noi non comprendiamo è questo: 1: l’esclusione di Prati; 2: il
modo con il quale è stato escluso Mazzola.

L’esclusione di Prati è una follia. Ma come? Abbiamo cercato gli oriundi parchè non avevamo gli
uomini-gol; quelli che sembravano degli assi come Nicolè e Virgili, si sciolsero subito come il
gelato al sole; abbiamo pescato in tutto il mondo per iniettare nell’esangue campionato stranieri che
sapessero fare dei gol; per due anni, dai mondiali di Londra ad oggi, abbiamo costruito una
cattedrale attorno al calcio atletico, alla gente chi mai subisce a priori. Ebbene oggi che finalmente
possediamo due punte a livello internazionale, due punte che lottano nella classifica cannonieri
costantemente, che hanno forzi muscolare e mentale, che caricano di spalla, che si fanno pestare
senza rompersi; oggi proprio oggi, noi creiamo un altro di quegli slogan idioti che ogni tanto
imperversano nel calcio italiano: o Riva o Prati ma non tutti e due assieme! Ma è possibile una
idiozia del genere? Evidentemente sì, stando alla formazione. Poi, piano, quando si dice che sono
due ali sinistre si dice una bugia, sapendo di dirla: in realtà sono due punte nel senso più moderno
del termine, senza fissa posizione, da sfondamento entrale.

Riva e Prati: uno segna questi due nomi su un foglio di carta bianca e comincia a fare nazionale
italiana, soprattutto quando sa va a giocare in Inghilterra. Ricordate il match con la Scozia a
Glasgow per a qualificazione ai mondiali di Londra? Zero a uno per i celti e la solita mancanza di
panzer made in Italy. Giocassimo contro la Spagna, si potrebbe magari discuterne cinque minuti,
ma in casa di una squadra inglese, no.

Quanto a Mazzola, è sempre la solita storia. Lo sanno tutti che non giocherà, ma nessuno gli ha
detto una parola. C’è vecchia ruggine con Mandelli, mai superata; c’è la convinzione in lui di finire
per l’essere il giocatore impossibile, prima come centravanti puro, ora persino come interno.

« Se un giorno mi cercheranno solo perchè qualcuno si sarà rotto — mi ha confessato mentre con
il treno sfioravamo Oxford — dirò di no, sta pur certo. Non si fa così con Mazzola: vadano loro in
Messico! » E’ una reazione calda, sussurrata all’amico più che al giornalista, ma testimonia un sacco
di cose: la delusione, l’amarezza di un professionista che guadagna una quarantina di milioni
all’anno, ma che resta il sensitivo, l’introverso che è.

Cinque diversi attaccanti

Per dare alla squadra un centrocampista di ruolo (De Sisti) e un regista (Rivera) si è tolto un interno
qualificato oggi più punta che regista, cioè Mazzola. Sì, è tutto giusto, anche perchè è un discorso
lungo che sarà ripreso quando si giocherà in Italia. Discutiamo oggi la mancanza di tatto, qui come
a Roma; mancanza di un discorso diretto, fra tecnico e giocatore, che smussi, che non crei fratture.
Che fatica c’è a farlo? Rocco non creerebbe situazioni del genere. Nemmeno Valcareggi forse, ma
non solo a decidere… A titolo statistico aggiungiamo che la formazione ufficiosa frantuma due
grosse coppie quali Rivera-Prati, Domenghini-Mazzola. Cinque giocatori di cinque club diversi
all’attacco: è un aspetto interessante da controllare a parte. Il reparto che ad occhio e croce da più
garanzie è la difesa. Per una trasferta non è roba da ridere. Ma vorremmo vedere qualcosa in più
anche davanti, pur con la masochistica rinuncia a Prati. L’appuntamento è per domani. Parla il
Valca ufficialmente.

Cardiff, intanto, sonnecchia tranquillamente. Nel Galles autonomista la domenica è dedicata al
riposo e al silenzio. Nessun edificio nè locale pubblico apre. E si beve soltanto latte. Questo la
domenica, non il mercoledì.