1968 gennaio 8 Tuttosport Pugliese: in quattro hanno battuto la fiacca

1968 gennaio 8 (tuttosport)

I Prati di paron diavolo son sempre più verdi
Spogliatori giallorossoneri: umori e opinioni si scontrano con vivacità
Pugliese: in quattro hanno battuto la fiacca
Rocco: tutti bene i miei, salvo una pausa di 25’

MILANO, 7 gennaio
Milan, Campione d’Inverno, matematicamente. Enrico Arneri, con cuffia, che gira per lo spogliatoio
a caccia di dichiarazioni calde. Nereo Rocco che non fa la doccia, « Perchè — dice — non voglio,
con questa TV, che tutta l’Italia mi veda in mutande! » E’ un mezzo scudetto, per ora, ma per i
protagonisti è come se lo fosse intero: la gioia è sempre intera, Franco Carraro, il presidente più
giovane d’Italia, dichiara senza enfasi: « Una partita ottima condotta sempre bene dal Milan; è vero,
nel secondo tempo la Roma è stata per un certo periodo di tempo in forcing, ma, sul piano pratico,
non ha fatto un tiro in porta! Belli ha toccato una sola palta in uscita mentre Pizzaballa è stato un
protagonista in assoluto. Debbo anche dire che la Roma ha giocato chiusa prima di subire il gol, ma
ha lasciato anche giocare. Del Milan mi sono Piaciuti tutti per aver giocato con grinta e senza
orgasmo. Quanto ai due gol di Prati, voglio dire una cosa: Prati è bravo, ha fatto due gol, ma voglio
sottolineare che il merito dei suoi gol è di tutti. Prati approfitta stupendamente delle occasioni create
dagli altri. Per esempio Sormani fa un lavoro eccezionale, e, come Hamrin, Lodetti e Rivera, ottiene
il doppio scopo di squinternare le difese avversarie e di offrire le palle a Prati »

« L’Inter è a sette punti… »
« Mi sta bene, meglio di domenica scorsa, quando era a 5! L’Inter sta forse attraversando un

periodo sfortunato, ma è sempre pericolosissima, come la Juve! »

« Prima della partita ha fatto un discorso speciale ai giocatori? »
« Ho chiesto ai giocatori di non protestare mai con l’arbitro! Quanto a incitare, io sono un

dirigente: quello è lavoro di Rocco! »

Nereo Rocco toglie e rimette la cuffia. Riceve complimenti da tutte le parti. Noi lo aggrediamo
con un argomento lontanissimo: « L’Inter è a sette punti: quota storica per cominciare un
sorpassino? »

« Non faccio discorsi col Mago — risponde — io rispetto i patti, sempre! »
« D’accordo: tutto è a posto con il Milan visto oggi? »

« Tutto a posto, eccetto i 25′ di confidenza nel secondo tempo, quando Scaratti e Pelagalli erano
stati lasciati un po’ liberucci e io urlavo di tenerli stretti: allora abbiamo ballato ma sono contento lo
stesso, anche se dovremo eliminare questi 25′ stupidini! »

« Evangelisti non è rimasto molto colpito da questo Milan… ».
« Evangelisti è un deputato, ed io sono solo un poareto, quindi pissi pissi bao bao, anche perchè

rispetto tutte le opinioni! »

« La Roma? »
« Ci ha messo in barchetta per un po’, è una bella squadra, sull’autorete di Losi, sarebbe crollato

chiunque! »
« Prati? »
« Fa il suo mestiere: i gol! Sì, avete ragione, deve abituarsi a dare di più la palla al compagno
smarcato, ma benedeti, questo ragazzo è al primo anno di carriera vera, ha 21 anni ed in sette partite
ha già fatto nove gol! Quindi ha tempo per migliorare »

« E’ la scoperta più importante del Milan questo Prati? »
« Al Milan mancava proprio un ingordo come lui! Un ingordo di gol, va ben? »
« E Hamrin? »
« Ha fatto il suo dovere anche il vecio. Contro il Varese giocano gli stessi se non succede niente

di imprevisto. Mora entrerà in Coppa Italia invece »

Esce con Marino Bergamasco al fianco. La folla, aggrappata dietro le inferriate, lo acclama. Con
un lieve rossore che gli sale sulle guance, Nereo Rocco alza il cappellino e risponde scrollando il
testone: il più anziano allenatore (come servizio effettivo in serie A) si sente bambino. I giocatori,
Rivera, che lo seguono, osservano.

A Rivera chiediamo: « Un giudizio su te, Scaratti che ti marcava e Pelagalli ».

« Io tiro avanti! — risponde Rivera — Scaratti ogni tanto non lo vedevo e Pelagalli mi è
sembrato meno entusiasta di una volta! »

« Scudetto? Fai per favore un pronostico sull’1 x 2! »
« Il 2 mi starebbe male! Comunque è chiaro che non lottiamo più per la salvezza! ».

Si allontana. Dietro a lui Schnellinger, Rosato e Malatrasi.
Raccogliamo tre battute.
Schnellinger: « Non mi interessa il mio duello con Jair, ma il risultato ».
Rosato: « Peirò è un grande sfruttatore di occasioni, è un bel giocatore, ma con il tipo di gioco
che fa la Roma è senza appoggio »
Malatrasi: « Debbo dire che la Roma ha giocato malissimo: bisogna vedere se erano deboli loro
o forti noi ».
Se ne vanno come tutti, a casa.
« II capitano — spiega Rocco mentre si avvia verso il pullman ha strappato questa concessione:
ha detto che vanno tutti in famiglia: speriamo! »

Franco Evangelisti è irritato. Ce l’ha, come Oronzo Pugliese del resto, con quattro « anonimi »
giocatori che sono mancati completamente, a suo parere, che non hanno partecipato, lottato, reso
contro il Milan.

« Capisco — dice Evangelisti — se ci fossimo trovati di fronte un grandissimo Milan, ma, così

no, cosi, una Roma normale, dico normale, avrebbe segnato almeno due gol! Questa è la verità ».

« Completamente deluso allora? »
« Ma è chiaro! E che debbo dire? Dopo il primo gol, la Roma ha attaccato per tutto il secondo
tempo; fino all’autorete ha tenuto in mano il gioco, non ha concluso, questo sì, ma che volete
concludere se quattro uomini non sono esistiti? »

« Peirò? »
« Lasciamo perdere ».
« A noi è piaciuto Jair ».

« Sì, ma cosa ha concluso anche lui? »
« Lei si riferisce soprattutto all’attacco, onorevole? »
« Quasi, noi della Roma non possiamo parlare di questa partita, lo dico adesso che è qui presente
Pugliese, senza rischiare di essere presi per matti! »

« Non capiamo molto, ci scusi… »
« E’ meglio, guardi: bisognerebbe spiegare tante cose precedenti »

Oronzo Pugliese gli è a fianco. Ascolta, poi, quando Evangelisti, il ritratto della delusione, si
allontana, allora risponde alle domande:

« La partita della Roma — dice — si spiega col fatto che tre, quattro elementi hanno giocato
nettamente al di sotto delle loro possibilità. In questa maniera il risultato è giustificato. Solo il
risultato… ».
« Cioè ?».
« Cioè, avete visto che il secondo gol è stato un’autorete sfortunata, il terzo gol venuto come è

venuto, in quella maniera ».

« Il terzo gol stato molto bello sotto tutti i punti di vista ».
« Oramai la partita era segnata ed è stato lasciato tutto lo spazio per fare quello che volevano ».
« Lei dice che sono mancati quattro uomini della Roma: potrebbe indicarne i nomi? »

« No, io non parlo di nessuno in particolare, ma dico che questo è il motivo della sconfitta ».
« Quando si è reso conto di questa fase? »
« Quando perdevamo per uno a zero! Allora è mancata la convinzione! Se i miei uomini ne
avessero avuta almeno un po’ si poteva segnare, caricare finché si voleva. Nei primi 25 minuti del
secondo tempo la Roma ha dominato completamente il gioco. Non è poco, a San Siro, contro la
prima squadra del campionato, signori! Solo un po’ di convinzione bastava! »

« Come giudica il Milan? »
« Il Milan è una grande squadra, ripeto, ieri e oggi, che per me non è mai stata una sorpresa ma

non meritava un risultato così largo. Comunque, signori miei, perdere a Milano non è uno
scandalo! »

« Questa è stata una grossa delusione per lei? »
« A parte il fatto che due gol sono venuti a quella maniera che avete visto, io non sono deluso
della sconfitta ma da qualcuno dei miei uomini. Le squadre che io alleno sono tutte uguali, giocano
con grinta e convinzione: purtroppo oggi non tutti erano all’altezza. Pazienza… »

« Ci tolga una curiosità: la faccenda dei numeri progressivi sulle maglie a seconda della

posizione effettiva tenuta in campo dai giocatori, è sua originale oppure è copiata da qualche
parte? »

« Copiata?! Macchè! Io non ho mai copiato niente in vita mia. E’ vero ».
E’ abbattuto Oronzo Pugliese. Non gesticola, non alza la voce, non mima. Un 3-0, con tutta

quella gente venuta da Roma, con tanti striscioni giallorossi (uno diceva: « Sbrana, Roma,
sbrana! » ) non si digerisce in trenta minuti. Saluta con uno sguardo triste. Evangelisti, prima di
andarsene, stringe la mano a Scala, poi, ciondolante esce Jair, solo ma positivo all’attacco.
Mormora, senza polemiche, che Schnellinger lo insultava, riferendosi al colore della pelle.