1968 gennaio 28 Tuttosport Scala uomo chiave dei rossoneri

1968 gennaio 28 (tuttosport)

Giocherà su Maraschi o Chiarugi
Scala uomo-chiave dei rossoneri

MILANO, 27 gennaio
« Ho ripetuto per tutta la settimana: ragazzi miei, se superiamo l’ostacolo di Firenze, io dico che
possiamo mettere una pietrina sullo scudetto! ». Aveva il cappellino abbassato sulla fronte, Nereo
Rocco: la voce nasale, raffreddata, e il piede appoggiato sul predellino del vagone prenotato sul
rapido delle 13,55 per Firenze. Gli era accanto Richard Percudani, il cordialissimo coach della
squadra di basket All’Onestà, in partenza per Napoli con lo stesso treno. Dai finestrini, mischiati,
una galleria strana di gente altissima e di giocatori del Milan: Rivera e Isaac, Ossola e Angelillo,
Gatti e Lodetti. L’unico che la gente ammucchiata sotto la pensilina non sa a chi attribuire, se a
Rocco o Percudani, è Fabio Cudicini, un lampione, dalla faccia gialla.

Parliamo con Rocco mentre dà distrattamente qualche autografo. « Dunque, stava dicendo che a

Firenze il Milan può mettere una pietra sul campionato: in che senso? »

« Nel senso che, poi, negli scontri diretti, possiamo spendere anche qualche pareggio! »,

risponde Rocco.

« La Fiorentina non è facile… »
« Eh!, lo so! Nell’andata ci ha imposto il match pari a San Siro e, a parte qualche stupidata

nostra, xe sta allora un risultato giusto, con ‘sti viola che restituivano colpo su colpo ».

« Cosa farà di Scala? Anzi, prima di tutto, è veramente a posto? »
« Con… trentasei e cinque di temperatura io credo che sia a posto, no? E’ passato tutto prima che

cominciasse, e domani vedo come lo sistemo in campo: gli farò marcare Maraschi o Chiarugi ».

« Tutti e due molto veloci… »
« Questo è il punto. Anche per ciò ho scartato la possibilità Baveni, e poi Scala è già da un
pezzo, dai tempi di Cagliari, che non è più un esordiente. Sta bene, ha forza, è adatto per una partita
del genere, almeno credo, e dovrà solo marcare il suo uomo, tenerlo sempre: adesso, sta solo in lui
prendere l’occasione al salto e chissà che alla fine non recuperiamo un altro grande giocatore! »

« Che numero avrà? »
« Il tre, penso il tre, ma cosa conta? Lodetti si prenderà De Sisti con la raccomandazione di

marcare un po’ più del solito e poi deciderò per Brugnera ».

« Come giudica questo attaccante della Fiorentina? »
« L’ho già giudicato un’altra volta dicendo che è l’opportunismo in movimento. Per questo io

dico che bisogna marcarlo con sale in zucca, soprattutto all’appuntamento sul gol. Capito? »

« Noi sì, ma l’ha capito il suo stopper? »
« Ne abbiamo già parlato e vedremo meglio prima della partita. Deciderò tra Trapattoni e
Rosato. Uno su Brugnera e uno su Merlo ». (Noi pensiamo che partirà con il Trap su Brugnera,
salvo correzione successiva).

« Non ha grossi problemi, insomma? »
« Ci manca Schnel, pazienza! »
« Ha letto cos’ha scritto Annibale Frossi su un quotidiano milanese? Dice che lei è intelligente,

ottimo psicologo eccetera eccetera »

« Si, sì, prima di tutto ringrazio Frossi che non vedo da un sacco di tempo. E poi, cossa ti vol,
digo che tra i colleghi italiani, dopo che se ne sentono di tutti i colori… ubriacone e questo e quello,

è bello che finalmente uno dica che l’unico merito in questo maledetto mondo del calcio non è
quello di essere nati nella pampa! Frossi la pensa come me: nonostante un sacco di balle, il
certificato di cittadinanza italiana si può tenerlo in cornice nel salotto e non nascosto sotto il
materasso! ».

« Frossi ha dato atto al Milan di un notevole offensivismo ».
« Frossi ha capito che noi del Milan dobbiamo giocare all’attacco perchè abbiamo uomini

d’attacco! Questo bisogna metterselo bene in testa ».

Il disco verde dà il segnale di partenza. Rocco sale nel vagone riservato. Nello scompartimento
ci sono sedici giocatori. Quelli che scenderanno in campo, e cioè: Cudicini; Anquiletti Scala;
Rosato Malatrasi Trapattoni; Hamrin Lodetti Sormani Rivera Prati. Più Belli, ancora una volta
portiere numero due; Rognoni, al quale Rocco sta tentando di far vincere l’allergia per la maglia
numero 7; Baveni, al quale è stato preferito Scala dopo il collaudo di giovedì scorso; Giacomento
come precauzione antiattacchi influenzali dell’ultima ora; e la sagoma asciutta di Valentin
Angelillo, che riceve la testimonianza di una considerazione che sembrava mancare all’inizio del
campionato, ma che il suo orgoglioso e serio impegno ha guadagnato contro tutti gli scetticismi.
Spesso le convocazioni sono lo specchio dei problemi e dell’ambiente di una squadra.

Una squadra, il Milan anti-Fiorentina, che avrà un solo uomo nuovo: Nevio Scala, nel ruolo di
una marcatura chiave, proprio perché la Fiorentina (che abbiamo visto domenica scorsa a Varese)
ha uno schieramento d’attacco tutto particolare: con Chiarugi sulla sinistra, ma a volte a destra;
Maraschi che va in rete quasi sempre dal centro, come centravanti; e, sulla destra, spesso Brugnera
e spessissimo, pescato all’ultimo momento Merlo. Proprio a Varese le tre palle-gol della Fiorentina
furono impostate con cross da destra (due di Merlo e uno di Chiarugi) e sprecate al centro dall’allora
smarcatissimo Maraschi.

Sono questi i due uomini che Nereo Rocco teme di più. Più di Bertini, perché Bertini. Osserva

con buonsenso il paron, dovrà pensare anche ad un certo Rivera.