1968 dicembre 30 Un augurio ai tifosi

1968 dicembre 30 (Il Gazzettino)

Un augurio ai tifosi

La Regione Sarda dà un contributo di 300 milioni circa al Cagliari spa. Gli operai, i contadini, i
pastori, i pescatori di Sardegna approvano il finanziamento: non scioperano perchè denaro
« pubblico » finisce in casse « private ». Per i sardi la squadra di Scopigno e Riva è infatti « bene
pubblico ». Lo hanno dimostrato anche alcune interviste messe in onda tempo fa da Tv 7. Non solo
la base, ma nemmeno il vertice fa obiezioni moralistiche. Il Cagliari, per la prima volta nella storia
del campionato in testa alla classifica di serie A, equivale al fascino della Costa Smeralda, a tutta
una politica turistica per far dimenticare la Barbagia, il banditismo, sequestri che hanno sfigurato
l’anima vera dell’ospitalità sarda.

C’è tutto questo attorno al fenomeno-Cagliari, ma soprattutto « la squadra », l’aspetto
strettamente sportivo e tecnico. Chiedevo l’altro giorno a Manlio Scopigno: « Chi lavora assieme a
te? ». « Nessuno », rispose secco. La battuta radicale rispecchia quasi tutta la verità. Un presidente
onorario che garantisce alla squadra l’entroterra finanziario (Corrias, personaggio politico
amministrativo dell’isola); un titolare del pacchetto azionario con residenza a Milano (Marras,
amico di Moratti); un vicepresidente molto vicino alla figura del general manager (Arrica,
rappresentanze farmaceutiche e di carburante). Scopigno ha stretti rapporti solo con Arrica. Non ha
un grosso vivaio alle spalle. Non un allenatore in seconda effettivo, come lo fu per esempio Berto
Menti per il « filosofo ». Questa concentrazione, il « nessuno » di Scopigno, è la forza della
squadra. Di un club che ha fatto passi da gigante con gambe provinciali.

La sosta pro-Nazionale è negativa per il Cagliari. Le riserve sono poche. Le trasferte sempre
lunghe, par avion. Ma c’è la spinta psicologica; l’aria di famiglia; Riva che, arrivato a Cagliari a 17
anni, ha raggiunte, maturità-squadra, maturità-gol; il liberalismo dell’allenatore che non prevede nè
ritiri nè censura per i suoi « professionisti »; la simpatia dell’opinione pubblica che può influenzare
inconsciamente gli arbitri; il calendario del girone di ritorno con molte « grandi » in trasferta a
Cagliari. Dunque: anno nuovo scudetto nuovo? Se accadrà, un gruppo di tifosi installerà sul
promontorio della Sella del Diavolo, lungo la costa della Sardegna, un enorme scudetto tricolore
luminoso « perchè chi arriva in Sardegna si ricordi sempre », hanno spiegato. Folclore a parte,
quante probabilità ci sono per Scopigno & Riva: 30 su 100 è il massimo che si possa concedere in
questo momento.

Scopigno ha dichiarato l’altro giorno: « Nessun avversario mi spaventa ». Un’opinione come
un’altra ma io credo che il Milan abbia almeno le stesse probabilità del Cagliari: cioè 30 su 100. Si,
è vero, a Prati i gol sono rimasti sullo stomaco e ad Hamrin sul menisco; Rivera è in parabola
stanca. Ma la difesa di Rocco Nereo è la migliore in senso assoluto e intercambiabile come
nessun’altra: tanto che Maldera ha reso indolore la lunga assenza di herr Schnellinger. La difesa è
sicurezza, se non scudetto. Ma non c’è nessuna ragione logica per sostenere che l’attacco non
ritornerà in forma-gol. Anzi: paron Nereo, capace e attento, sa che il mese decisivo per lui sarà
febbraio. Lo aspetta il Celtic per la Coppa dei Campioni! Dovrà forzare il ritmo, a pieni giri. La
Coppa funzionerà da obbiettivo numero uno, ma probabilmente restituirà anche al campionato un
Milan migliore, più aggressivo di oggi.

Non credo alla Fiorentina. Pesaola ha già fatto più del previsto. Ha perso Bertini-Albertosi
rimpiazzati da nessuno. Sta inserendo un atipico come Rizzo; cerca la maglia per Merlo. La squadra
ha fatto risultati, ma porta faccia giovane, inesperta. Con tutta la stima, che merita Pesaola, se

rimarrà entro i primi tre si sarà guadagnato tutto, proprio tutto l’ingaggio di Baglini. 15 probabilità
alla Fiorentina. Poi? 15 all’Inter e 10 alla Juve. Credo che un sensazionale sorpasso dell’Inter
dipenda tutto dai giocatori: se, finita la girandola-Foni, ritroveranno unità, amicizia (leggi Mazzola
e Corso), indipendenza da un ambiente mai rilassato, spesso contorto. Il rilancio della Juve sta
invece soprattutto nella « scoperta totale » degli assi da parte di Heriberto. Solo se insisterà a
ricostruire « attorno » ad Anastasi ed Haller, non piegandoli all’anonimato.

L’oroscopo dello scudetto 1969, le sue percentuali non convinceranno i tifosi. Questa categoria
tutta particolare, sempre discussa (« taci, tu sei un tifoso! »), ma che mostra l’anima vera, l’ossigeno
insostituibile del campionato, spettacolare o povero, gelido o mite che sia. « Un tifoso è repellente e
ridicolo agli occhi dei moralisti del costume, e ne pullulano nel nostro scostumato paese, sempre più
accorati, amari, inaspriti: a starli a sentire, interessarsi alle sorti di una squadra sarebbe veramente
cosa turpe, e imperdonabile, ci sono ben altri problemi in pentola. Hanno ragione… in compenso un
vero tifoso è ancora capace di sentire qualcosa. Non sarà granché quello che sente, sempre meglio
di niente, però ».

Scritto tre anni fa da Rivera-Del Buono. Vale un augurio, per il 1969.