1967 marzo 14 Cartella: “Alla Juve mancano quattro punti”

1967 marzo 14-19

Cartella: “Alla Juve mancano quattro punti”

Domenica, in tribuna a Torino, c’era Walter Mandelli, presidente del Centro Tecnico. L’uomo che,
durante la settimana, aveva scatenato la fine del mondo con un circonstanziato e anticonformistico
attacco alle « procedure di emergenza » del Presidente della Federcalcio Pasquale. Appoggiato
incondizionatamente dalla stampa piemontese, Mandelli è diventato in pochi giorni il simbolo di un
movimento di fronda a Pasquale che trova negli ambienti della Juventus e del Torino di Pianelli, se
non un atteggiamento di connivenza, almeno una situazione di benevola attesa. A Torino, presente
Mandelli, la Juventus, affatto trascendentale e troppo primaverile, riusciva in qualche maniera a
battere i ragazzini di Paolo Mazza. Negli stessi identici novanta minuti, Nereo Rocco, imperversava
a San Siro rimettendo in gioco, per gli altri, un campionato che sembrava già scontato. E’ da Torino
dunque che parte una ventata di sfida. Sotto tutti gli aspetti. La fronda di Mandelli; l’insistenza,
seppur faticosa, della Juve; il « doppio gioco » bianconero del Torino: sono facce uguali di una
stessa sfida che ha tutta l’aria di non voler cessare e di saper ancora mordere. Lo ha confermato, con
garbato distacco, anche Vittorio Catella, nell’intervista che mi ha concesso.

« Qual è, onorevole, la sua opinione sulla presa di posizione di Mandelli? ».
« Io penso che la sede opportuna per certe discussioni sia soltanto il Consiglio Federale ».
« Lei quindi la disapprova? ».
« Non ho detto questo: ho precisato una questione preliminare. Detto questo, debbo però anche
dire che in fondo Mandelli non ha fatto altro che rispondere a precedenti dichiarazioni di Pasquale.
Anche Pasquale avrebbe dovuto parlare nella sede adatta: rotta la regola una prima volta, Mandelli
è intervenuto come ha creduto ».

« La posizione di Mandelli è, a suo avviso, di totale dissenso dalla linea-Pasquale? ».

« A me pare che Mandelli, più che dissentire sul contenuto, si sia limitato ad una questione
formale ».
« Vuoi spiegare meglio? ».
« La nostra organizzazione è articolata democraticamente: è chiaro quindi che l’organo più
importante, anzi decisivo, preminente, è il Consiglio Federale, non il Presidente federale! Mi sono
spiegato? ».
« Certo ».
« Pasquale, come presidente federale, lo si può ascoltare, ma sul piano delle decisioni ed anche
della sostanza non è lui il protagonista numero uno. Democraticamente lo è invece, ripeto, il
Consiglio! Io credo che Mandelli abbia voluto porre la questione in questi termini, almeno a mio
avviso. La sua cioè va interpretata come una messa a punto ».

« Lei pensa che questa prima presa di posizione porterà ad una battaglia vera e propria al

vertice? ».

« E’ chiaro che in Consiglio, cioè nella sede competente, si possono dire cose molto più gravi!

Ed anche meno gravi naturalmente! ».

« Fino a che punto arriverà la protesta? ».
« No comment! ».
« Parliamo allora, se permette, di ” protesta “… bianconera! ».
« In che senso? ».
« L’Inter è a due punti: rientrava nelle speranze od anche nei programmi della Juve? ».

« L’Inter non rientra mai nei programmi! La Juve, questo invece posso dirlo, sta facendo

esattamente il campionato che ci aspettavamo ».

« Forse ad un certo punto speravate in qualcosa di più preciso? ».
« Stiamo ripetendo il girone d’andata: segno che abbiamo un rendimento costante. Un nostro

campionato nel campionato ».

« Due punti dall’Inter non sono molti…».
« Purtroppo alla classifica della Juve mancano quattro punti! ».
« Quattro?! ».
« Due rigori sbagliati; un gol che era gol, non visto a Roma; un gol valido annullato con il
Mantova: mi sembra che facciano quattro punti! Con quelli, i programmi sarebbero davvero
rispettati, non le pare? ».

« Nonostante lo scudetto ancora in gioco, state già pensando all’anno prossimo? ».
« Pensiamo di continuare su questa strada: una strada di assoluta serietà. Niente avventure ».
« Nemmeno in campagna acquisti? ».
« A questo punto la campagna acquisti si annuncia difficilissima. Finchè gli stranieri sono

bloccati, c’è poco da fare. Il mercato non si può inventare ».

« C’è il mercato interno…».
« D’accordo, ma sarà come sempre limitato, per una ragione molto semplice. Chi ha gli assi se li
tiene! Non rimane quindi che curare con attenzione particolare i giovani che si sono imposti finora
nella Juve. A parte il fatto che, con un anno in più, anche l’amalgama della squadra migliorerà ».

« Nessun grosso acquisto allora? ».
« Guardi, Mazzola non lo vendono di sicuro! ».

« Lei ha parlato di Mazzola: cioè di un attaccante: è questo che manca alla Juve di oggi?».
« Non è che manchino gli attaccanti: manca un pizzico di fantasia in più. Manca l’uomo che oltre
ad essere diligente, abbia anche un’inventiva da fuoriclasse ».
« Se non vendono Mazzola c’è però Haller in vendita! ».
« Beh, quello potrebbe essere l’unico possibile! ».
« Il pizzico di fantasia? ».
« Sì. In difesa non abbiamo problemi e credo nemmeno a centrocampo: solo un po’ di verve in
più ci servirebbe ».

Le ferite di Zigoni e la polka di Heriberto

L’attacco della Juve non ha funzionato nemmeno contro la Spal. Se non fosse stato per due riflessi
dell’« egoista » Zigoni, Paolo Mazza non starebbe ancor oggi piangendo sull’assenza forzata di
Cantagallo e sulla… presenza del portiere Galli che ha letteralmente trasformato i due riflessi di
Zigoni in altrettanti gol. Choccato sul colpo di testa, in ritardo cronometrato sul tocco di piede, Galli
ha dato una mano ad Heriberto. Ha ragione l’onorevole Catella: mancano alla Juve il « pizzico » di
fantasia, gli umori del fuoriclasse. Con Mazzola al posto di Menichelli o di De Paoli, la Juve
avrebbe lo scudetto in tasca. Quanto valga Mazzola nell’Inter, lo hanno capito tutti questa settimana:
l’Inter, con Mazzola ai fanghi di Abano Terme, ha perduto a San Siro contro Nereo Rocco. L’attacco
interista ha dato sensazione di paralisi: mancavano i riflessi della punta di assoluto valore mondiale.
Herrera lo riavrà in squadra fin da domenica prossima, ma Heriberto non l’avrà mai. E’ questo il
limite della Juventus attuale, anche se Heriberto può contare con sempre maggiore tranquillità sul
bistrattato Zigoni. Poco tempo fa, durante la partita di Coppa Italia contro il Vicenza, Heriberto

cacciò fuori, nel secondo tempo, Zigoni e lo bollò di egoismo, di cecità, di insubordinazione.
Ricordo che, qualche giorno dopo Giulio Cappelli, presente in tribuna, ebbe a dirmi: « Io non
capisco più nulla: Zigoni era stato il migliore in campo in senso assoluto! ». A Torino, dopo la
vittoria sulla Spal, ho chiesto ad Heriberto se avesse « gradito » la prestazione di Zigoni. « Sul
piano della realizzazione sì! », rispose Heriberto. E ci mancherebbe: con due gol fatti, non so se mi
spiego! Ma aggiunse subito: « Però tiene troppo la palla: andate a vederlo: ha le caviglie
insanguinate a forza di prender calci! Se non si addormentasse tra palla e avversario, sarebbe
perfetto ». Addormentato o meno, Zigoni in questo momento è l’attaccante più sveglio della Juve:
crea movimento, ingolfa le difese avversarie, segna. Nè Menichelli, nè De Paoli sono nelle
identiche condizioni. Nonostante i due punti guadagnati all’Inter, l’incognita è sempre la stessa:
l’attacco. Ha creato più occasioni la Spal della Juve. E’ un’incognita pesante anche perchè giocatori
come Leoncini e Chinezinho sembrano accusare logorii climatici preoccupanti. Solo con una carica
ferrea, la Juve potrebbe superarsi: al passo di polka usato contro la Spal, anche due soli punti
dall’Inter potrebbero essere troppi.

Paolo Mazza ha rifiutato la sconfitta: « Contro quella Juve non si può perdere: nessuno
perderebbe! Il portiere e qualche altro della difesa sarebbero da fucilazione! Altro che
stipendio! ».

« Sono ragazzi! », gli ho detto.
« Sì è vero: quasi tutti classe ‘45-‘46! L’unico matusa dello Spal è il sottoscritto! ».
« E Massei! A proposito, perchè non lo fa giocare fuori? ».
« Lo debbo tenere come il vino buono, con riguardo: in casa mi fa un certo tipo di gioco. Lo

faccio riposare per vincere in casa ».

« E salvarsi… ».
« Speriamo! ».
« Non teme il caldo? ».
« No, ho tutti giovani ».
« Chi il migliore? ».
« Capello ha più classe di tutti! ».
« Pasetti ha giocato molto bene da libero… ».
« E’ un’altra grande promessa del matusa di Ferrara! ».
« Allora questi ragazzi, qualche volta… se la cavano… ».
« Si, ma contro la Juve ne avrei uccisi un palo! ».