1967 maggio 23 28 Nielsen: “Io a Haller…dobbiamo andar via!”

1967 maggio 23-28

Nielsen: “Io o Haller…dobbiamo andar via!”

BOLOGNA – « Harald Nielsen, mi puoi raccontare tutto? »

« Tutto di cosa?».
« Del tuo trasferimento all’Inter, per esempio… ».
« Sei sicuro che io sia dell’Inter? ».
« In un certo senso, sì: comunque, Inter a parte, mi potresti raccontare tutto di Carniglia, di

Haller? ».

qualche cosa di mio ingaggio! ».

« Proprio tutto no! Quest’anno ho già preso quasi due milioni di multa: allora io voglio che resti

« Ingaggio: è più alto il tuo o quello di Haller? ».
« Perchè non chiedi a lui?! ».
« L’ho già chiesto: Haller dice che il suo è il più alto di tutti… ».
« Bene! Mio contratto scade a giugno: poi io tratto per rinnovare, ma io tratto da solo con

presidente senza dire niente a nessuno ».

« Non vuoi che gli altri sappiano quanto prendi? ».
« No, a me non interessa niente di quanto prende Haller, di quanto prendono gli altri, proprio
niente: a me interessa solo prendere quello che voglio io! Qui a Bologna è capitato ancora invidie
per contratti e ingaggi e anche qualche volta con discussioni, ma io non ho mai parlato… da quando
ho preso i primi soldi da Dall’Ara! ».

« Quanto sei costato, allora, al Bologna? ».
« Diciannove milioni! ».
« Chi li prese: la tua squadra, l’F.I., o te? ».
« Io, perchè in Danimarca si tratta con giocatore, non con società ».
« Senti, che differenza c’è tra un danese e un… tedesco? ».
« Io sono più a Nord! ».
« Cioè a… Milano?! ».
« Ahhh, questo io ho letto, ma nessuno mi ha detto se io sono stato venduto davvero all’Inter ».
« Tu, sinceramente, che cosa pensi: che sia vero? ».
« Il Bologna ha smentito che io sono stato venduto, però non ha smentito che io sono stato…
trattato. Io credo che questo è importante, un perchè prima di essere venduto un giocatore può
anche essere solo trattato, no? Allora, quando io ho visto questa smentita del Bologna, ho pensato
che c’è qualche cosa di vero: senz’altro! ».

« A te hanno chiesto nulla? ».
« No: e dovrebbero però, perchè io posso anche non essere contento di andare all’Inter! ».
« Dici sul serio? ».
« Noo! Io scherzo ».
« Te l’aspettavi una notizia del genere? ».
« No, assolutamente, perchè proprio qualche giorno prima Viani mi aveva detto che il trio

centrale non si toccava: io ero rimasto anche meravigliato, ma lui aveva detto così ».

« Tu eri rimasto… meravigliato?! ».
« Sì! ».
« Perchè? ».
« Perchè o io o Haller dobbiamo andar via da Bologna!!! ».
« Ho capito bene? Andar via: o tu o Haller? ».
« Sì: l’antipatia tra me e lui cresce ormai ogni anno di più! ».
« Ma è una questione personale? ».
« Non è una questione: è un ” fatto “! Una realtà che tutti vedono, che tutti parlano e allora

occorre una soluzione definitiva ».

« Come spieghi questa che tu chiami antipatia? ».
« E’ un fatto che non si può ignorare: io so che lui ha parlato con dei giornalisti e ha detto questo.

Lo stesso potrei dire io. La gente lo pensa: è divisa e lo fa sentire in tante maniere ».

« Ma voi lo sentite? ».
« Sì, anche noi; quando giochiamo sentiamo questa antipatia: anche se magari è un ” fatto ” che
non dipende da noi, si sente questa cosa sempre nell’aria. Se un passaggio non arriva, si pensa che
lo fanno apposta; se non mi smarco si pensa che lo faccio apposta! E allora? ».

« Allora? ».
« Meglio per tutti che uno vada via! ».

« Per… ora, sembra che sia tu quello destinato ad andarsene: sii sincero, hai pensato ad Haller
questi giorni? »
« Si, io ho pensato in questo: io so che Haller ha tanta voglia di andare all’Inter: allora, quando
ho sentito che io vado, ho detto: ” chissà cosa pensa lui! “. E basta ».
« Senti, c’è qualcos’altro di cui ti meravigli? ».

« Una: che io e Haller, nonostante tutto questo, siamo riusciti a restare ancora amici! ».
« Sembra incredibile… ».
« Eppure è solo verità: come uomini noi non abbiamo niente contro! ».
« Ma scusa, quando c’è qualcosa che non va, non parlate mai tra voi due? ».
« Io magari dico ad Haller qualcosa, ma piccole cose… ».
« Perchè solo piccole? ».

« Perchè Bernardini ci aveva abituato a dire tutto chiaramente lui e noi non occorreva spiegare
niente! ».

« Senti Harald, sei più amico di Haller o di… Carniglia?! ».
« Carniglia non mi ha mai stimato come giocatore! ».
« E come uomo? ».
« Spero di sì… ».
« Non credi che questa disistima nei tuoi confronti abbia reso più grave, la antipatia “fra te e

« Credo di sì! Carniglia è uno che va a simpatie: Haller, Bulgarelli e Perani gli sono simpatici, io

Haller? ».

no di sicuro! ».

« La cosa ti dà fastidio? ».
« Sicuramente non mi fa piacere, Ma non credo che fa piacere neanche ai tifosi! ».
« Tu ne hai molti? ».
« Sì, perchè m’impegno e faccio gol! ».
« Più tifosi anche di Haller? ».
« Forse, ma questo non vuole dire niente ».

« Haller dice che lui corre suda e fa gol: tu invece… ».

« Haller fa il gioco che vuole lui! Io tacevo il mio gioco solo quando c’era Bernardini! ».
« Preferisci il gioco di Bernardini o quello di Carniglia? ».
« Non c’è confronto: quello di Bernardini! Può darsi anche che la mia opinione sia sbagliata… ».
« Quali sono le grandi differenze tra i due? ».
« Primo, Bernardini curava i giocatori individualmente, li faceva giocare secondo come erano
fatti. Per Carniglia invece i giocatori sono tutti uguali: io dico tecnicamente… E poi lui sfrutta uno
per un periodo e basta! ».

« Un’altra differenza? ».
« Con Bernardini ogni giocatore parlava di suoi problemi e veniva spiegato tutto: con Carniglia

si parla poco! Lui dà ordini! ».
« Continua, per favore… ».

« La differenza più grande è il gioco: noi abbiamo giocato per sei anni in una maniera: adesso,
da quando è venuto Carniglia, si vuole cambiare! Io non se se è meglio, ma quel gioco di prima lo
sapevamo fare bene e abbiamo vinto lo scudetto! ».

« Com’era ” quel ” gioco? ».
« Bernardini aveva fatto di Bulgarelli un ” lanciatore “, soprattutto per me! Lui non voleva molti

passaggi, lui voleva lancio per mio scatto e lancio sull’ala per cross: allora io ero capocannoniere!
Bernardini faceva gioco più o meno come Inter: tutto verticale! ».

« E adesso? ».
« Adesso, prima che palla arriva per il gol è passata dal portiere per quasi tutta la squadra!

Questo vuole Carniglia: il triangolo! ».

« Qualche volta però arriva al… gol, no? ».
« Quest’anno tante volte non abbiamo fatto gol solo per colpa nostra e anche tanti gol che

abbiamo fatto sono stati di fortuna! ».

« Di fortuna?! ».
« Sì, di fortuna, con respinta di portiere o rimpallo o a caso! Questa è verità! ».
« E il pubblico bolognese? Quale gioco tu credi che preferisca il pubblico? ».
« II pubblico preferisce andare presto in gol! Per questo preferisce me! ».
« Hai mal detto nulla a Carniglia? ».
« Io ho parlato, ma lui ordina! ».
« E i tuoi compagni? ».
« Fanno quello che lui ordina! ».
« Pascutti dice che dovresti lamentarti con loro, apertamente, da uomo, invece di parlare con i

giornalisti: cosa rispondi? ».

« Io le cose che devo dire le dico pubblicamente! Anche quando, tempo indietro, ho avuto la
polemica con Carniglia, non sono andato dal presidente, perché mi sembrava di dire alle spalle!
Capito? Allora dico al giornali: quando ho detto a loro, lo sanno tutti. Per questo io non ho parlato
con nessuno. Io sono professionista ».

« Quali sono, secondo te, le tue qualità migliori? ».
« Lo scatto, il tiro con tutti due i piedi e solo venticinque anni! ».
« Quanti gol per partita hai segnato quest’anno? ».
« Più o meno uno ogni due partite ».
« Potevi farne di più? ».
« Con gli ordini che mi danno, no ».
« Cioè? ».
« Carniglia mi dice: gioca sui lati, scatta a destra, scatta a sinistra. Io scatto, magari dieci volte a
destra, dieci a sinistra e… non vedo mai la palla!!! Quando poi la vedo, succede a me quello che
anche succedeva a… Pace! Diventa cioè difficile, perchè è il primo controllo con la palla e tu sei
stanco! Ma io faccio spazio a Haller e Bulgarelli che vogliono spazio! Così, se ancora non è stato
fatto gol, Carniglia urla a me!!! ».

« Ti urla cosa? ».
« Di cambiar gioco, di arretrare! Ma cosa vado io a arretrare se non ho uno davanti per fare

scambio?! A me piace arretrare, io porto sempre via due uomini, ma non c’è nessuno davanti… Oggi
è tutto il contrario di Bernardini! Se io vado ai lati a smarcare non vedo la palla, se arretro… prendo
spazio e nessuno è avanti. Io faccio spazio agli altri e nessuno fa spazio a me! Mah: forse io mi
sbaglio, ma… ».

« Mah?! ».
« L’Inter gioga come io dico! E fa gol in fretta con lancio! ».

« Ti piacerebbe? ».
« Se dico che l’Inter è grande squadra e Herrera grandissimo, miei tifosi bolognesi hanno

dispiacere: e io capisco loro e hanno ragione. Ma se uno mi fa domanda e io non rispondo quello, io
dico delle bugie! ».

« Andando all’Inter, non credi di rischiare? ».
« Tutti i giocatori che sono andati via da Bologna hanno avuto successo! ».
« Spiegati! ».
« Fara, Bui, Pavinato, ma anche indietro… Vinicio e altri: qui non andavano, via sono stati

sfruttati meglio! Io non credo di fare eccezione! ».

« Chi è Mazzola, secondo te? ».
« Un giocatore grandissimo perchè ha tutto ».
« Potresti legare con lui più che con…»
« …Se lui va avanti, io arretro volentieri e se lui sta indietro io sto avanti volentieri! ».
« Cosa pensa tua moglie dell’Inter? ».
« Rudy non s’interessa di calcio! ».
« E in Danimarca? ».
« Mi telefonano ogni giorno per sapere se ho firmato contratto con Moratti ».
« E tu cosa rispondi? ».
« No! ».
« Haller dice che all’Inter interessa più Haller di Nielsen? ».
« Lui ha ragione: io indebolisco le squadre dove vado! ».
« Magari ci andrete tutti e due! ».
« Ahh, io non credo: o io o lui! ».
Grazie Harold, arrivederci.

In risposta alle accuse di Nielsen
Haller: “Non è colpa mia!”

Ho parlato con Nielsen a casa sua, a Bologna. Erano presenti all’intervista la moglie Rudy, il
fratello di Harald (giunto proprio in questi giorni in Italia assieme ai genitori) e Lamberto Londi,
operatore dell’Agenzia Farabola. Il testo dell’intervista è integrale. Il tono anche. Nielsen era molto
tranquillo, sorridente, sicuro di sè e delle sue opinioni. Non ha mai dimostrato livore, risentimento
particolare. Ha toccato anche i temi più rischiosi (per esempio i suoi rapporti con Carniglia) con
apparente e professionale distacco. Una cosa comunque è certa: dopo l’aut-aut non equivoco
lanciato dal danese (« o io o Haller dobbiamo andar via da Bologna! »), appaiono sempre più
ridicoli e faticosi i tentativi di alcuni ambienti « ufficiali » bolognesi di minimizzare l’entità della
questione. Chi oggi minimizza, in pratica inganna l’opinione pubblica che invece ha il pieno diritto
di sapere come stanno realmente le cose. Dopo la nostra intervista a Nielsen è probabile che esca
sulla stampa « governativa » di Bologna un’anti-intervista a Nielsen: anti-intervista addomesticata,
al silenziatore, che magari « farà » dire a Nielsen cose del genere: « Se il Bologna mi tiene mi fa un
piacere, resterei molto volentieri ». Oppure: « Io non ho nulla contro Haller! ». E così si perpetua la
farsa. Si inganna il pubblico. Si nasconde la testa sotto la sabbia per paura di dover affrontare
spregiudicatamente la realtà.

Una realtà che anche Helmut Haller ha contribuito a chiarificare in questi giorni. Dopo aver
intervistato Nielsen, ho parlato con Haller. Gli ho riferito quanto Nielsen, con molta sincerità, mi
aveva dichiarato. Haller di primo acchito ha avuto uno scatto rabbioso, poi si è controllato: « Io non
voglio parlare oggi: io ho dato promessa che non parlo fino alla fine del campionato! Ma io sapevo
che andava a finire con questa maniera! ».

« Ti riferisci a Nielsen, no? ».
« Io quando ho detto che vado via da Bologna, ho detto perchè per cinque anni ci sono state

polemiche: io credevo che se andavo via non succedevano più, ma adesso succede tutto il
contrario! ».
« Cioè? ».
« Loro adesso danno la colpa a me e a Bulgarellì perchè Nielsen va via! Ma se rimane è lo
stesso! Ah, così, non si può: poi l’anno prossimo, se non c’è Nielsen e magari qualche cosa non va
bene, è sempre colpa mia e di Bulgarelli! Io non posso capire questo! »

« Nielsen dice che Carniglia, per te, ha simpatia.. »
« Io sono professionista: per me è tutto bene quello che ordina il mio allenatore. Io non guardo

suo nome! ».

« Nielsen dice che c’è antipatia anche tra lui e te… ».
« Io non ho antipatia per nessuno! »
« Nè antipatia, nè gelosia? »
« Io prendo dieci milioni più di Nielsen; io sono applaudito in tutto il mondo; io sono applaudito
a Torino, a San Siro, a Firenze, a Napoli, dappertutto; io so quanto valgo come giocatore e chi sono
come giocatore: allora, così come posso io invidiare Nielsen? Io posso invidiare magari, ma solo
uno meglio di me! »

« Quando hai sentito che Nielsen è dell’Inter, che hai detto? ».
« Io non ho detto niente! Che vada all’Inter o che resti al Bologna per me è la stesa cosa! ».
« Veramente? ».
« Vada dove vuole: non m’interessa! Io ho sempre pensato ai fatti miei e basta! ».
« Tu sei tranquillo insomma? »
« Qualunque cosa succede, io ho la mia coscienza pulita: io non ho colpa! ».
« Nielsen a parte, è vero che sei già d’accordo con il Bologna? Che cioè hai già accettato di

restare? ».

« Tempo indietro ho chiesto di andare via: mi hanno detto che, se stavo in pace, mi aiutano.
Adesso io devo parlare, ma io non ho accordo con nessuno: nè con Presidente, nè con Viani. Io non
ho definito niente… ».
« L’Inter lo spera! ».
« Io non so, ma sono sicuro che se può scegliere tra me e Nielsen, l’Inter sceglie me! ».
« Perchè? ».
« Io posso risolvere il problema della squadra e della sostituzione di Suarez, Nielsen no! ».
« Nielsen fa i gol… ».
« Nell’Inter ci sono già quelli che fanno gol: Mazzola, Cappellini… E poi nell’Inter si corre e io
corro! ». Queste ultime dichiarazioni “cripto-interiste” Helmut Haller le ha già rilasciate in
un’intervista apparsa su “Il Giorno” di sabato scorso. A questo punto, il quadro è abbastanza chiaro:
Haller e Nielsen sono oramai protagonisti di una frattura sempre più polemica e sempre più
insanabile. Chi esplicitamente (Nielsen), chi implicitamente (Haller) dà per scontato che la
convivenza nella stessa squadra sia impossibile. In questo quadro, sicuramente drammatico e
improduttivo per il Bologna, ma senza dubbio più chiaro e meno ipocrita di quanto non lo sia stato
fino ad ora, s’inseriscono l’acquisto del brasiliano Clerici dal Lecco e la notizia del contemporaneo
trasferimento all’Inter di Nielsen. La stampa milanese, compatta, ha dato per certo il trasferimento
del danese; il quotidiano sportivo di Bologna nega recisamente il trasferimento. Nel frattempo,
Nielsen fa (giustamente) osservare che la Società rossoblù ha smentito la « vendita », ma non la

« trattativa » e, contemporaneamente, non ha nessuna difficoltà a farsi riprendere dal fotografo di
Supersport con la bandierina dell’Inter tesa tra le mani: « Se non e vero — ha commentato il danese
davanti al flash — questo sarà l’unico ricordo… dell’Inter! ». Qual è dunque la verità vera sulle
grandi manovre di Gipo Viani? Cerchiamo di ricostruirla dalle radici, rispondendo a due
interrogativi: 1) da dove è uscita la bomba; 2) che rapporti ci sono tra Inter e Bologna.

1) Da dove è uscita la bomba? A Milano, Gipo Viani tratta su due fronti (Goldoni e Roffeni sono
perfettamente al corrente di tutti gli sviluppi). I due fronti sono Inter e Milan. Con Bruno
Passalacqua, segretario del Milan, sembra abbia già concluso la vendita di Vastola: Passalacqua
d’altra parte è interessato anche al destino di Clerici in un giro d’affari tra Milan e Napoli. Clerici
però è « controllato » da Italo Allodi, autentico « stratega » della campagna-acquisti. Viani, ottenuto
Clerici dal Lecco con il « placet » di Allodi, si lascia scappare una mezza frase con Passalacqua che
si vede sfuggire Clerici dalle mani. Il collegamento-Nielsen e l’indiscrezione giornalistica sono
automatiche. Le smentite alla cessione di Nielsen, sia da parte del Bologna che da quella dell’Inter,
sono quindi conseguenti e scontate.

2) Che rapporti ci sono tra Inter e Bologna in questo momento a proposito di Nielsen? Dunque,
Clerici è brasiliano. Il Bologna ha tre stranieri. Clerici non è stato comperato per fare la riserva. O
Haller o Nielsen: uno dei due « cresce ». L’Inter ha ottenuto dal Bologna un a « impegno » a cedere
uno dei due stranieri che (si noti bene) assieme non possono più restare per una serie di ragioni
ambientali, tecniche e psicologiche. L’Inter ha sempre lasciato chiaramente intendere di voler
puntare fino all’ultimo minuto su Helmut Haller. In questo senso Haller ha interpretato
perfettamente le intenzioni dell’Inter. Su Haller però, le pressioni bolognesi per restare sono più
forti. Se Haller rinunciasse all’idea di andarsene (ma solo in questo caso), scatterebbe l’« impegno-
Nielsen ». La conclusione dunque è una: o Haller o Nielsen, con nove virgola nove probabilità su
dieci, andranno all’Inter. (C’è chi giura a questo proposito che se il futuro… nerazzurro sarà Nielsen,
Allodi lo girerebbe al Napoli per ottenere Altafini).

In tutta questa operazione l’incognita si chiama ancora… Haller. Un giorno Gipo Viani mi disse:
« Sei l’unico in Italia a credere che il Bologna venderà Haller! ». Non è che gli avvenimenti degli
ultimi giorni siano serviti a cancellare i dubbi in questo senso. Prima e dopo l’operazione al menisco
(la guarigione si sta rivelando assai rapida secondo il parere del dottor Dalmastri), Helmut Haller ha
mantenuto uno strettissimo riserbo. A chi, da tutte le parti, gli chiedeva indiscrezioni sugli sviluppi
del suo caso, Haller ha sempre opposto un silenzio quasi totale. Silenzio determinato in parte da
calcolato attendismo, ma anche dall’impegno assunto qualche mese fa verso Goldoni di contribuire
a smorzare la tensione polemica all’interno del Bologna. E’ stato un silenzio promesso, mantenuto e
opportuno. Ma non è un silenzio eterno: con le secche risposte all’intervista concessami da Nielsen,
Haller ha già dato segni evidenti di insofferenza. Non è disposto per nessuna ragione al mondo a
fare da cuscinetto morbido a « grane » più o meno evidenti. Secondo il nostro parere, l’incognita
rimane e si chiama sempre Helmut Haller. Se, a brevissima scadenza, la situazione dovesse
precipitare, non sarebbe il caso di stupire. In caso contrario vorrà dire che la forza persuasiva dei
dirigenti bolognesi (primo fra tutti Viani) avrà raggiunto lo scopo. Anche perchè Clerici, non
dimentichiamolo, è centravanti. Non interno di regia. E tra Carniglia e Nielsen corre soltanto
reciproca disistima.

Clamorosa ammissione bolognese
Viani: “Uno è da vendere”

Dopo aver ascoltato Nielsen e Haller; dopo aver avuto la prova « diretta », inconfutabile, della
tensione creatasi tra la i due, ho posto a Gipo Viani questa domanda: « Riferendosi alle tre punte
centrali dell’attacco del Bologna lei ha ripetutamente affermato che si tratta del “trio” migliore del
mondo: lei crede che questo “trio”‘ possa continuare a giocare a Bologna? » Dopo una certa,
diplomatica resistenza, Gipo Viani mi ha rilasciato una confessione coraggiosa, assolutamente
clamorosa. Clamorosa tanto nella sostanza, e quanto nella forma: fino ad oggi infatti nessuna fonte
bolognese aveva ammesso « ufficialmente » l’esistenza di una e reale frattura Haller-Nielsen. Viani
mi ha risposto testualmente: « E’ una situazione che ho trovato, che esisteva da parecchio tempo ».

« L’incompatibilità tra Haller e Nielsen? »
« Esatto. Non so cosa pagherei pur di riuscire a metterli d’accordo, a farli rimanere insieme, ma
credo che oramai ogni tentativo sia impossibile. Ripeto: tenterò fino all’ultimo momento, anche
perchè credo di conoscere la psicologia dei giocatori: sono tipi estrosi, ma buoni. Un miracolo
potrebbe sempre accadere, ma oggi come oggi lo ritengo impossibile. Oltretutto mi è mancato il
tempo per tentare un lavoro più in profondità di quanto non abbia potuto fare ».

« Lei quindi pensa che uno dei due è da vendere… ».
« Sì! Bisogna avere il coraggio di togliere il bubbone! Se in una squadra c’è una situazione
insostenibile è assurdo trascinarla avanti in eterno, anche se può costare dei sacrifici contingenti. E’
sempre in prospettiva che bisogna guardare ».

« Allora il “trio” ?»
« Confermo parola per parola il giudizio complessivo che ho sempre dato sui tre! Ma se il trio

non vuol funzionare bisogna avere il coraggio di affrontare la realtà ».

« E’ questa realtà che condiziona la campagna acquisti del Bologna? »
« Finora io ho sempre agito, e molti non lo hanno capito, in funzione di questa incapacità di
dialogo che abbiamo constatato tra i due stranieri della squadra. Debbo però dire che c’è anche il
rovescio della medaglia: abbiamo sul mercato una pedina che vale! Una pedina che possiamo
sfruttare proprio per coprire la falla ».

« Le sue ammissioni scandalizzeranno i “governativi”, non crede? »
« Io credo che sia scandaloso proprio lo… scandalo che fanno certi “amici” del Bologna! »
« Quali? »
« Quelli che conoscono perfettamente la situazione interna, ma pubblicamente non hanno il
coraggio di aiutare la gente a capire perchè sfamo costretti a certe scelte. Troppe polemiche sono
fondate sul nulla: su questa tendenza a non voler dire come stanno le cose veramente ».

« Prevede dunque grosse difficoltà immediate ?»
« Il Bologna ha dirigenti capaci e preparati: nessuno lavora per indebolire la squadra! Capito,

amigo? »

Capito. Ma non tutti sembrano aver capito il « new deal » di Gipo Viani che, è bene ricordarlo,
agisce sempre in perfetta e controllata coordinazione con la Presidenza. Non tutti hanno capito che
a Viani è stato offerto un contratto proprio per dare una sterzata al Bologna, non certo per
continuare sulla vecchia strada. La rivoluzione di Viani è lenta, spesso sotterranea, ancora allo stato
intenzionale, ma non per questo è meno profonda e intuibile. Ci sono quattro elementi che
contribuiscono a darne la misura:

1) HALLER-NIELSEN. « Via il bubbone! », ha dichiarato Viani, squarciando per la prima volta
in parecchi anni il velo degli « intoccabili ». L’antitesi tra i due è una tara per la squadra. La stessa
divisione dei tifosi (« Vikingo Club », « Helmut Club ») alla lunga è deleteria. Altri giocatori

vengono inevitabilmente coinvolti in questo gioco pericoloso di sospetti. « Via il bubbone! », è
realismo.

2) TRATTAMENTO ECONOMICO. In un certo senso Viani rischia l’impopolarità tra i
giocatori, fin dai primi contatti. Chiunque conosca a fondo il Bologna, ha sempre riconosciuto che
uno dei freni più sensibili al rendimento-scudetto, tanto per intenderci, sia il sistema degli ingaggi-
stipendi-premi in gran parte anticipati. Viani vorrebbe ritoccare le cifre anticipate e condizionare il
trattamento economico ai premi-rendimento: « I giocatori — sostiene Viani — debbono
guadagnarsi la pagnotta domenica per domenica! » E’ il sistema in uso all’Inter, dove si pagano
stipendi normali, ma premi molto elevati. « E’ vero — aggiunge Viani — che i giocatori dell’Inter
guadagnano molto, ma sonio sempre soldi sudatissimi e conquistati ». Con il sistema basato sui
premi e non sugli… anticipi, i giocatori, se il rendimento in campionato è elevato, possono
guadagnare di più che « a reddito fisso », secondo quella che sembra essere stata finora la prassi
rossoblù. Anche questo è realismo di Viani. Più esperienza.

3) AMBIENTE. Cito un esempio lampante: Vastola. Dopo l’intervista concessa in gennaio a
Supersport, fu definitivamente silurato da Luis Carniglia che lo aveva sempre considerato e
pubblicamente definito « brocco ». Vastola, in queste ultime partite, è riapparso in squadra. Imposto
da Viani, d’accordo con Goldoni, Carniglia ha subìto. Vastola, da giocatore serio e di temperamento
qual è, in lunghi mesi di isolamento non si è smontato. Rientrato in squadra, ha ripreso a… segnare:
la sua specialità. L’unica! Ha segnato prima della Lazio. Ha segnato alla Lazio. Ha segnato il se-
sondo gol al Milan. Sembra anzi che Viani abbia concluso la sua cessione al Milan. Quando però gli
ho riferito questa voce, Vastola non ha fatto una piega. Sorprendentemente mi ha risposto: « Fino a
qualche tempo fa non desideravo altro che andarmene, ma oggi non più! Oddio, se è vero che mi
hanno venduto al Milan sono ugualmente soddisfatto, ma adesso rimarrei volentieri anche a
Bologna! Non meravigliarti, è la verità ».

« Perchè hai cambiato idea? »
« Perchè c’è Viani! Oramai è lui che comanda, a lui che mi ha fatto mettere in squadra! Anche se
so che Carniglia non mi stima, che mi frega? Io gioco, mi impegno: so io chi mi giudica alla fine!
Viani è un grande personaggio: quando gli hai parlato assieme, ti senti tranquillo. E poi, Viani a
parte, il pubblico mi ha sempre trattato benissimo ed anche i compagni. Quindi ci starei volentieri ».

« Viani, sul mercato, ti ha valutato 180 milioni »
« Lo ringrazio, ma gli chiedo un favore! Non mi dia al Vicenza: mi devono tre milioni e mezzo
ma non me li hanno mai dati! Non voglio ritornarci, perchè non hanno mantenuto la parola: era un
premio che mi dovevano dare se mi avessero venduto per 70 milioni e una lira… Mi hanno fatto
credere che sono stato venduto per 70 milioni meno una lira! Quindi grazie Viani, ma non mi mandi
a Vicenza! »

Ho riportato fedelmente questo colloquio con Vastola per esemplificare l’azione individuale che
sta svolgendo il Gipo. E il prestigio che esercita. Chi conosceva le penose condizioni di spirito di
Vastola, non può non meravigliarsi. Ma Vastola non è un caso isolato.

4) RAPPORTI CON L’INTER. E’ argomento quasi-tabù a Bologna, dopo la celeberrima

« Pasqua di sangue ». Ma alcuni limiti psicologici dell’ambiente e della squadra sono determinanti
proprio da questo angolo di visuale che si perpetua, nonostante gli anni, « provinciale ». E’ realismo
e « politica » che Viani stia silenziosamente tentando un’azione di riavvicinamento tra le due grandi
nemiche. Già nel « tono » delle prime, clandestine trattative di campagna-acquisti, ma soprattutto in
prospettiva. E’ di Goldoni e di Viani infatti l’idea di invitare l’Inter al Trofeo Renato Dall’Ara di
settembre!!! Programma: due partite. Un Bologna-Inter a Bologna; un Inter-Bologna a San Siro. Un

incasso per parte. Scopo: dopo la « Pasqua di sangue » e anni di polemiche, il « trofeo della pace »,
tra Inter e Bologna, nel nome del « presidentissimo » Dall’Ara.

Ho citato quattro esempi: 1) Haller-Nielsen; 2) Trattamento economico; 3) Ambiente; 4)
Rapporti con l’Inter. II quadro che ne esce è embrionale, ma nettamente positivo per la silenziosa
rivoluzione che Viani sta conducendo a Bologna, nonostante le difficoltà e le opposizioni. Queste:
— Riconferma di Carniglia, poi riconferma di Carlo Montanari. A parte questioni personali non
trascurabili, labirinto delle competenze si fa sempre più fitto. Sono ancora attese le « qualifiche »
personali.

— Opposizione della stampa sportiva locale (leggi « Stadio ») a Viani. Viani ha subito in
qualche settimana tre attacchi: uno su Angelillo, uno sul caso-Fogli, uno sul caso-Nielsen. Ogni
mossa, non solo, ogni « intenzione » di Viani è vivisezionata, fino all’attacco personale.

L’unico a sentirsi in piena forma, nonostante la bagarre, è sempre Viani: « Sono razza Piave,
amigo, non dimenticarlo! » La nostra inchiesta di questa settimana finisce caso. E’ proprio una
questione di… « razza » il più grosso problema del Bologna, da qui a luglio: tedesco o danese?
proprio su questa battuta del Gipo. E forse non è venuta a Haller o Nielsen? Il trio più forte del
mondo si sta riducendo, fatalmente, ad una coppia. Bulgarelli e . . .